Gaza: la marea di sfollati attraversa il checkpoint israeliano per raggiungere il nord. Il piano di Trump: svuotare la Striscia

Gaza: la marea di sfollati attraversa il checkpoint israeliano per raggiungere il nord. Il piano di Trump: svuotare la Striscia

Gaza: la marea di sfollati attraversa il checkpoint israeliano per raggiungere il nord. Il piano di Trump: svuotare la Striscia Photo Credit: agenziafotogramma.it


Una massa di profughi viaggia verso il nord della Striscia. Le reazione della comunità araba e quelle israeliane al piano del tycoon di trasferire i gazawi in Egitto e Giordania.

Una pozza di acqua scura in mezzo a un deserto di macerie. Le immagini circolate nelle scorse ore mostravano una moltitudine indefinita di persone, decine di migliaia raccontano le cronache, che -tra le montagne di detriti formati dai palazzi distrutti- attendeva che si aprisse il passaggio per rientrare nei luoghi di origine, chissà quanto consapevoli di quello che li avrebbe attesi. Sono i gazawi, che dopo 479 giorni di bombardamenti e distruzione, con ciò che hanno potuto salvare delle loro vite precedenti, cercavano di attraversare il corridoio Netzarim, che taglia a metà la Striscia di Gaza.

LO STALLO

Il passaggio occupato e controllato dall’IDF -l’esercito israeliano- è rimasto chiuso, nonostante ne fosse prevista l’apertura negli accordi sottoscritti a Doha. E questa mattina, dopo una notte e più di attesa, con qualche difficoltà, il lago scuro si è trasformato in un fiume, che, lento, scorre in pianura, e una massa di persone ha cominciato a defluire dal passaggio lungo la strada Al-Rashid attraverso la parte occidentale del checkpoint di Netzarim verso Gaza City e la parte settentrionale.

LO SBLOCCO

L’apertura del corridoio è conseguenza della risoluzione della trattativa sul misterioso rilascio di Arbel Yehud, che insieme ad altri due ostaggi, verrà liberata giovedì prossimo. La ragazza, 29 anni, era stata rapita il 7 ottobre dal kibbuz Nir Oz. L’accordo tra Hamas e Tel Aviv è la conclusione di una tensione che ha rischiato di mettere in discussione il trattato firmato in Qatar. La giovane doveva essere liberata già con la prima tranche di prigionieri rilasciati, per due volte la famiglia ha sperato di riabbracciarla. Netanyahu, dopo la seconda delusione, ha deciso di bloccare Netzarim. Poi, si è chiuso il confronto con il via libera al rilascio fissato per giovedì. Il gruppo terroristico palestinese ha confermato che oltre a giovedì, anche sabato saranno liberati 4 rapiti e verrà fornirnito l'elenco degli altri ostaggi che saranno liberati nella prima fase secondo il quadro degli accordi di pace.

LA PROPOSTA AMERICANA

Intanto, il mondo arabo si indigna per la proposta di Trump di trasferire i palestinesi fuori dai territori. La Lega Araba condanna ogni "tentativo di sradicare i palestinesi dalla loro terra" bollandolo come "pulizia etnica". Il tycoon ha lanciato un piano secondo cui un milione e mezzo di gazawi potrebbe essere temporaneamente spostato in Egitto e Giordania, mentre la Striscia sarebbe ricostruita. Nella mentalità del presidente/immobiliarista, il luogo si presta a condomini di lusso con piscine fronte mare, al fine di sviluppare un’industria turistica nella regione. Ma i Paesi coinvolti, oltre ai cittadini palestinesi e le loro autorità hanno condannato e respinto decisamente l’idea di Trump.

LE REAZIONI

Hamas ha affermato che il ritorno dei gazawi alle loro case è una vittoria contro i "piani di sfollamento". "Il ritorno degli sfollati è una vittoria per il nostro popolo e segnala il fallimento e la sconfitta dei piani di occupazione e sfollamento", ha affermato Hamas. L'alleato di Hamas, la Jihad islamica, l'ha definita una "risposta a tutti coloro che sognano di sfollare il nostro popolo". Opposta la visione della destra messianica israeliana. Il leader dell’ultradestra Itamar Ben Gvir ha dichiarato che le immagini che emergono da Gaza di decine di migliaia di palestinesi che tornano nella parte settentrionale della Striscia attraverso il corridoio Netzarim sono "un'altra parte umiliante" dell'"incosciente" accordo di cessate il fuoco-rilascio degli ostaggi. "Non è questa la 'vittoria totale', è questa la resa

totale", scrive su X. Il politico di estrema destra, che si è dimesso dal governo in opposizione all'accordo sugli ostaggi, afferma che "gli eroici soldati dell'Idf non hanno combattuto e dato la vita nella Striscia" solo perché i palestinesi tornassero a nord. "Dobbiamo tornare in guerra e distruggere!" dichiara.



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