Gino Cecchettin ricorda Giulia, a due anni dal suo omicidio: "l'educazione affettiva è una protezione"
11 novembre 2025, ore 14:30
Due anni fa morì Giulia Cecchettin, per mano del suo ex fidanzato, Filippo Turetta. Il padre la ricorda e parla dell'importanza della scuola e delle istituzione per educare i giovani uomini. Lo aveva già fatto il giorno dei funerali
L’11 novembre di 2 anni fa Giulia non è tornata a casa. Era uscita con l’ex fidanzato, Filippo, che in un parcheggio l’ha massacrata, per la solita folle ragione, non è riuscito ad accettare che lei non volesse più stare con lui. Un femminicidio che ha scosso l’opinione pubblica anche per la postura del padre, Gino Cecchettin, che è rimasto lucido, composto, anche mentre venivano celebrati i funerali della figlia, quando con parole pacate e il volto stravolto ha detto che la cultura e l’educazione al rispetto potevano arginare un fenomeno inaccettabile.
L'EDUCAZIONE MOMENTO FONDAMENTALE
Parlò già allora, come ha ribadito oggi alla Commissione parlamentare sui femminicidi, dell’importanza della scuola nella formazione al rispetto reciproco e alla capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo, senza ricorrere alla violenza. Si è rivolto agli uomini che ha definito ’normali’ perché diventassero gli agenti del cambiamento. Ha chiesto ai genitori dei maschi di inculcare nella mente dei propri figli maschi il valore del sacrificio e l’accettazione della sconfitta. Nucleo fondante attorno al quale gira il delirio di onnipotenza di cui è pervaso il femminicida: il rifiuto della sconfitta e della possibilità di perdere qualcosa che viene percepita come una proprietà. La difficoltà a vedere la donna di fronte a loro come un individuo e a rispettarne la sacralità. Parlò già allora, come ha ribadito oggi, dell’importanza della scuola nella formazione di giovani nel rispetto reciproco nella capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo, senza ricorrere alla violenza.
UN FENOMENO CHE NON SI FERMA
Dunque, l’istruzione come unica risposta possibile, nelle aule e nei luoghi di formazione dove insegnare a riconoscere la violenza prima che si trasformi in gesto. Un esplicito endorsement all’educazione affettiva nelle scuole, da parte di un padre che ha scelto di non soccombere alla rabbia e al dolore per la perdita più inimmaginabile. Due anni di sospensione della vita, perché ogni giorno è una ricorrenza per Gino. Ogni giorno uguale a quello precedente e a quello successivo. Il giorno delle esequie chiese che la morte della ‘sua Giulia’ fosse un punto di svolta’. Ma da allora tante altre donne sono state uccise dai loro uomini, in un fenomeno che sembra inarrestabile. Oggi Cecchettin continua a lavorare con la fondazione che porta il nome di Giulia



