J-Ax a RTL 102.5: "Tra 30 anni dirò a mio figlio che ho usato il mio palco per dire cose giuste"

J-Ax a RTL 102.5: "Tra 30 anni dirò a mio figlio che ho usato il mio palco per dire cose giuste"

J-Ax a RTL 102.5: "Tra 30 anni dirò a mio figlio che ho usato il mio palco per dire cose giuste"


Lo "zio" J-Ax è stato ospite della prima radiovisione d'Italia all'interno dei "trecento secondi" di Giletti 102.5

Su RTL 102.5 nuovo appuntamento con "Giletti 102.5". Microfoni aperti, come di consueto, a tutti i very new normal people per confrontarsi insieme su tutti i fatti della settimana. Al centro della riflessione di oggi le piazze no-vax, no-mask e no-pass. Super ospite dei "trecento secondi" è stato J-Ax. Giletti 102.5 è in onda su RTL 102.5 ogni venerdì mattina, dalle 08:00 alle 09:00, insieme a Massimo Giletti, Luigi Santarelli, Massimo Galanto e Stefania Iodice.


Le parole di J-Ax

"Non penso di aver pagato un prezzo per lo spot" a favore della lotta contro il Coronavirus "ma per le mie uscite chiare e a volte forse anche esagerate; sono un rapper e mi piace parlare per iperboli. Oggi, specialmente sui social network, alcune frasi vengono tirate fuori dal loro contesto, apparendo più gravi di quanto non siano. In realtà", continua J-Ax, "quello che mi è successo è stato di ricevere minacce attraverso i social, shitstorm di no-vax e di una galassia di complottasti vari. Sono convinto che tutti gli artisti e personaggi pubblici debbano usare il loro palco per dare un po' di buon senso in questa situazione confusa. Penso che se sei su un aereo devi fidarti del pilota, e così dobbiamo fare ora, non ci sono alternative. In questo momento dobbiamo fidarci di quello che dice la comunità scientifica". In merito alla somministrazione di vaccino anti Coronavirus, J-Ax prosegue: "Fin da prima del green pass non vedevo l'ora di vaccinarmi. Faccio anche il vaccino antinfluenzale. Credo che, ora come ora, sia l'unica arma che abbiamo. Molti artisti non si espongono per paura di perdere una fetta del loro pubblico no-vax, io non sono interessato ad avere gente con questa mentalità che mi segue".


Chi sono i no-vax?

"Avevo detto che prima di avere il Covid sarei stato disposto a sedermi a un tavolo e, dati alla mano, ragionare con chi è scettico nei confronti del vaccino. Dopo che però sei stato male, dopo che hai visto la morte in faccia, ti viene quasi voglia di salire in macchina e di stirarli. Chi sono i no vax? La maggioranza sono persone che hanno paura: per non ammettere a loro stessi di essere un po' pavidi e un po' egoisti seguono la narrativa dei poteri forti piuttosto che ammettere a loro stessi davanti allo specchio di avere paura".

Democrazia sospesa, o forse no

Alla domanda di Massimo Giletti se, come da qualcuno affermato, la nostra sia una democrazia "sospesa", J-Ax ha le idee ben chiare: "Assolutamente no, è incredibile mescolare le libertà civivli con un'emergenza sanitaria. La stessa costituzione dice che in emergenza sanitaria l'interesse dei più prevale su quello del singolo". E ancora: "Si parla di terza dose, che però può servire più ad alcuni piuttosto che ad altri. Bisognerebbe piuttosto iniziare a parlare di test per anticorpi gratuiti per capire quante dosi occorrano a ciascuno di noi in base alla situazione degli anticorpi. Io non confondo l'emergenza sanitaria con un'emergenza di libertà civili, sono due cose diverse". Ragionando di come la politica abbia trattato il tema: "Per semplificare, la destra coccola un po' le correnti no-vax e la sinistra, pavida, non si espone quanto dovrebbe. Io sono un libertario, però la tua libertà di non vaccinarti non deve interferire con la mia di non morire.


La responsabilità di farsi sentire

"Ognuno è libero di fare ciò che vuole, questa però è la grande prova della mia generazione. Quando questo sarà passato, tra venti o trent'anni mio figlio mi chiederà cosa ho fatto per contribuire in questa fase. Molti potranno dire di aver salvato vite in ospedale, altri avranno raccolto dei soldi. Io potrò dire di aver usato il palco costruito in trent'anni di musica per dire cose giuste. La storia dirà se abbiamo fatto la cosa giusta, ma per me in questo momento la cosa giusta è affidarsi alla comunità scientifica e a ciò che dice".


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