L'ultima notte di Marco. Verità e bugie sul caso Vannini, Giulio Golia e Francesca Di Stefano ci portano dietro le quinte del loro libro

L'ultima notte di Marco. Verità e bugie sul caso Vannini, Giulio Golia e Francesca Di Stefano ci portano dietro le quinte del loro libro

L'ultima notte di Marco. Verità e bugie sul caso Vannini, Giulio Golia e Francesca Di Stefano ci portano dietro le quinte del loro libro Photo Credit: "L'ultima notte di Marco. Verità e bugie sul caso Vannini" di Giulio Golia e Francesca Di Stefano


Una vicenda che, a distanza di diverso tempo dalla sua conclusione giuridica e a dieci anni dalla scomparsa di Marco Vannini, continua a vivere tra dubbi e domande che stentano a trovare risposta

Ci sono storie, all’interno dei libri, fatte per tenere incollati alle pagine. La capacità di un buon autore o di una buona autrice è quella di centellinare le rivelazioni, talvolta mandando il lettore fuori strada per poi riportarlo di colpo sul giusto binario, complice l’intuizione vincente del protagonista o di uno dei personaggi della storia. Questo avviene all’interno delle storie di finzione dove, nella stragrande maggioranza dei casi, lettori e lettrici chiudono il libro alla fine del racconto riuscendo, bene o male, a mettere tutte le tessere del puzzle al loro posto.

La vita reale può essere molto più complessa, come ci ricordano alcune storie talmente ingarbugliate e dal finale non scontato e che continuano a sollevare dubbi e domande anche a distanza di anni dalla loro conclusione. Se di conclusione si può mai effettivamente parlare. Un discorso che calza a pennello all’omicidio di Marco Vannini, il caso di cronaca nera avvenuto nella notte a cavallo del 17 e 18 maggio 2015 a Ladispoli (Roma). Una vicenda che, tra indagini e processo, si è conclusa giuridicamente nel maggio del 2021 – a poco meno di sei anni dagli eventi che hanno portato alla morte di Marco – con la condanna dei soggetti riconosciuti colpevoli confermata dalla Cassazione.

Una storia che è arrivata ai titoli di coda, certo, senza però che si sia arrivati a una verità conclamata. Cosa è successo realmente nel lasso di tempo che va dal momento del ferimento di Marco Vannini alla sua morte? Un intervallo di tempo considerevole, stando alle perizie, che parlano di circa quattro ore. Perché non sono stati chiamati tempestivamente i soccorsi? Sono solo alcune delle domande a cui provano a dare risposta Giulio Golia e Francesca Di Stefano all’interno del loro libro, "L'ultima notte di Marco. Verità e bugie sul caso Vannini", edito da Piemme.


L'ULTIMA NOTTE DI MARCO. VERITÀ E BUGIE SUL CASO VANNINI, UN’INCHIESTA DURATA ANNI

Ciao Giulio, ciao Francesca, oggi concentriamo la nostra attenzione sul vostro recente lavoro, "L'ultima notte di Marco: Verità e bugie sul caso Vannini". Un caso che, a dieci anni di distanza, è arrivato alla conclusione delle indagini e della vicenda giudiziaria, ma che aspetta ancora risposte. Cosa troviamo all'interno del libro?

“Il libro è l’intera inchiesta che abbiamo seguito per anni, fino alla sentenza definitiva di cassazione. Abbiamo ripercorso le testimonianze che abbiamo raccolto lavorando al caso per Le Iene, ma soprattutto abbiamo voluto mettere in fila i fatti basandoci sugli atti, sugli interrogatori, sulle intercettazioni, sui documenti. Il caso indubbiamente è risolto da un punto di vista giudiziario, ma i genitori di Marco sono convinti che manchino ancora diversi tasselli sul racconto di quella notte del 17 maggio 2015.”


Un lavoro, quello contenuto all'interno del libro, che è un po' anche la summa della vostra attività all'interno del programma "Le Iene". Portare tutto su carta è stato un po' come un "riordinare" i pensieri?

“In qualche modo sicuramente. In ogni servizio, e ne abbiamo realizzati quasi una ventina in tre anni, ci siamo concentrati per lo più su un aspetto specifico del caso. Un servizio era più focalizzato sulle intercettazioni ambientali, un altro su una nuova testimonianza che avevamo trovato… Sentivamo l’esigenza proprio di mettere tutto in ordine in un unico documento, perché è proprio nel ripercorrere ordinatamente tutta quella notte, minuto per minuto, che si può davvero provare a comprendere cosa è andato storto in quella casa.”


L'inchiesta giornalistica - in virtù proprio di quanto dicevamo prima, del riordinare i pensieri - consente spesso di inquadrare le cose da prospettive diverse, con conseguente nuova inquadratura su dettagli che potevano essere sfuggiti a una prima occhiata. È successo qualcosa di analogo anche a voi?

“Più che sui dettagli, è stato proprio ripercorrere tutti i passaggi ordinatamente che ci ha fatto riflettere, perché sentiamo che il libro sia quasi un manuale di tutto ciò che non va fatto in una situazione di emergenza. Ci sono state molteplici occasioni per salvare Marco, per chiamare i soccorsi, per intervenire, per dire la verità, e invece hanno sempre scelto di fare il contrario. È stato proprio ripercorrere quelle scelte una dopo l’altra che ci ha lasciati senza parole.”


UN LIBRO E UN INSEGNAMENTO PER I GIOVANI NEL RICORDO DI MARCO VANNINI

Quando è maturata l'idea di condensare tutto all'interno di questo libro? E quanto lavoro vi ha richiesto?

“L’idea ce l’avevamo da diverso tempo, ma aveva bisogno di sedimentarsi davvero per metterla davvero nero su bianco. Ci tenevamo però a far uscire il libro a 10 anni dalla morte di Marco, perché è una storia che non va dimenticata. I giovani di oggi magari non la conoscono, e il libro è stato scritto proprio pensando a loro. L'assurda morte di Marco deve poter essere anche un insegnamento per le generazioni future: un piccolo gesto può fare la differenza, una semplice telefonata, veritiera, ai soccorsi, avrebbe potuto salvargli la vita. Questo libro, e questa storia, è un invito a non girarsi mai dall’altra parte e a fare la scelta giusta senza aver paura delle conseguenze, che invece potrebbero essere molto peggiori.”


Chiudiamo con la famosa "domanda da un milione di dollari": al netto dell'epilogo delle indagini e della vicenda giudiziaria, che si è conclusa dopo un iter lunghissimo, arriverà mai il momento per sapere la verità su cosa sia successo quella notte?

“C’è una verità processuale, ma non è necessariamente coincidente con la verità storica. Il nostro tentativo, con questo libro, è stato proprio cercare di avvicinarci il più possibile a quello che è accaduto, per ridare dignità a Marco Vannini e alla sua famiglia che da 10 anni vuole solo sapere come sono state le ultime ore di Marco su questa terra. Speriamo solo che Marina Conte e Valerio Vannini possano, prima o poi, trovare un po’ di pace.”


Ci sono altri fronti su cui siete giornalisticamente attivi al momento e di cui si può già dire qualcosa? Nuovi casi (ed eventualmente nuovi libri, anche) che vi vedranno schierati nuovamente dalla parte della verità?

“La ricerca della verità è lo spirito che ci muove sempre quando affrontiamo qualsiasi storia. Ci piace approfondire ogni aspetto, anche quello che sembra più inutile, di ogni vicenda, perché è proprio nei dettagli che si trovano le soluzioni più impensate. Ci stiamo occupando di diverse storie in questo momento, ma aspettiamo a rivelarle, siamo pur sempre un po’ scaramantici...”


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