La Corte dei Conti boccia il Ponte sullo Stretto. Giorgia Meloni "E' l'ennesima invasione dei giudici" ma andiamo avanti Photo Credit: Foto: Ansa/US WEBUILD
29 ottobre 2025, ore 22:10
Le opposizioni invece esultano, chiedendo all'esecutivo di fermarsi. Schlein, Pd, va all'attacco della premier: Meloni vuole mettersi al di sopra delle leggi
La Corte dei Conti boccia il progetto del Ponte sullo Stretto. I magistrati contabili al termine di una lunga Camera di Consiglio hanno infatti deciso di non concedere il visto di legittimità. Un no che ha fatto insorgere Giorgia Meloni "è l'ennesimo atto di invasione dei giudici ma non fermeranno l'azione di governo” ha scandito il presidente del Consiglio. La decisione della Corte dei Conti è un grave danno per il paese e appare una scelta politica più che un sereno giudizio tecnico, ha affermato il ministro dei Trasporti, Salvini. Le opposizioni, invece, vanno in pressing: il Pd parla di sonoro schiaffo a Salvini, e chiede al governo di fermarsi. E’ 'game over, Meloni fermi questa telenovela inguardabile' chiede il Movimento 5 Stelle. Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra e co-portavoce di Europa Verde invita Salvini alle dimissioni.
LA REAZIONE DELLA MAGGIORANZA
Dopo il no, la reazione è arrivata immediata. "La mancata registrazione da parte della Corte dei conti della delibera Cipess è l'ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento", è quanto dichiarato dalla premier Giorgia Meloni. "Sul piano tecnico, i ministeri interessati e la Presidenza del Consiglio hanno fornito puntuale risposta a tutti i rilievi formulati per l'adunanza di oggi; per avere un'idea della capziosità, una delle censure ha riguardato l'avvenuta trasmissione di atti voluminosi con link, come se i giudici contabili ignorassero l'esistenza dei computer", aggiunge. Il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini tuona: si tratta di "una scelta politica e una grave danno per il Paese" e assicura: "andremo avanti". L'altro vicepremier, il ministro degli esteri Antonio Tajani, si dice "esterrefatto": "Non è ammissibile che in un Paese democratico la magistratura contabile decida quali siano le opere strategiche da realizzare".
ESULTA INVECE L'OPPOSIZIONE
La segretaria del Pd, Elly Schlein, risponde direttamente alla postura del presidente del Consiglio: "Meloni con le sue gravi affermazioni contro la Corte dei Conti chiarisce il vero obiettivo della riforma costituzionale. Non è una riforma che serve a migliorare la giustizia, né serve agli italiani. Serve a questo governo per avere le mani libere e mettersi al di sopra delle leggi e della Costituzione" scandisce Schlein. "Grande vittoria dello stato di diritto, Salvini si deve dimettere", attacca il leader di Avs Angelo Bonelli, tra i principali oppositori dell'opera. "Gravissimo e ignobile che Salvini attacchi la Corte invece di assumersi le proprie responsabilità", incalza Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente della Camera.
ORA COSA SUCCEDE?
Tecnicamente anche con il parere negativo della Corte dei Conti il governo può comunque decidere di andare avanti con il progetto. Infatti, secondo la legge, l'amministrazione interessata può chiedere un'apposita deliberazione da parte del Consiglio dei ministri, il quale, a propria volta, può ritenere che l'atto risponda ad interessi pubblici superiori e debba avere comunque corso. In questo caso la Corte, se ancora mantiene la propria contrarietà, è chiamata ad apporre un 'visto con riserva alla delibera'. La procedura prevede poi una segnalazione in Parlamento: "L'atto registrato con riserva acquista piena efficacia, ma può dare luogo ad una responsabilità politica del Governo - spiega il sito della Corte - poiché la Corte trasmette periodicamente al Parlamento l'elenco degli atti registrati con riserva".



