Liceo nega l'esame di maturità ad una ragazza Down

Liceo nega l'esame di maturità ad una ragazza Down

Liceo nega l'esame di maturità ad una ragazza Down Photo Credit: Fotogramma.it


Lei avrebbe voluto provarci ma il consiglio di classe, ai primi di marzo, non l’ha consentito preoccupata che per Nina, l’esame di Stato, fosse un obiettivo troppo stressante

E’ la storia di una ragazza di 19 anni con la sindrome di Down. Nina Rosa Sorrentino, che avrebbe voluto provare a sostenere l'esame di maturità in un liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna, ma non le sarà possibile per il diniego dello stesso liceo. Così, si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta, per riprovarci il prossimo anno, cambiando scuola.

LA VICENDA

Voleva mettersi alla prova, avrebbe voluto fare l'esame di maturità ma la sua scuola non gliel'ha permesso. Nonostante la famiglia dall'inizio del triennio avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Piano educativo individualizzato della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati, che alla fine del quinquennio fa ottenere solo un attestato di competenze, a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l'ammissione al vero e proprio esame di maturità, il liceo Sabin non ha ritenuto di assecondare la richiesta. Il diniego definitivo del consiglio di classe è arrivato i primi di marzo: "Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci", sottolinea la mamma. Se la ragazza non fosse stata ritirata da scuola entro il 15 marzo, a fine anno avrebbe ricevuto l'attestato di competenze e per cimentarsi nell'esame di maturità avrebbe dovuto ricominciare daccapo, a settembre, dalla prima superiore. La scuola non ha cambiato idea, preoccupata che per Nina fosse un obiettivo troppo stressante. Era favorevole invece il parere della neuropsichiatra infantile del gruppo di lavoro.

LE REAZIONI

Il ritiro è stata l'unica soluzione che la famiglia ha trovato per non far perdere alla figlia la possibilità di riprovarci l'anno prossimo a essere ammessa all'esame di Stato. "Non è certo l'esempio della scuola dell'inclusione alla quale ci ispiriamo - ha detto Paola Frassinetti, sottosegretaria all'Istruzione e al Merito - Portare una studentessa con disabilità a cambiare scuola è un episodio grave. La scuola deve utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per permettere ai ragazzi diversamente abili di poter realizzare il proprio percorso scolastico, nonchè di poter crescere e formarsi". "E' una possibilità che le è stata negata - commenta al Corriere Giovanni Lacoppola, referente scuola per l'associazione CoorDown - Sono tanti i casi. Si dovrebbe lavorare di più tutti insieme per un'inclusione vera che deve proprio partire dalla scuola. Senza un diploma questi ragazzi fanno fatica a essere poi inseriti a livello lavorativo".

IL FUTURO DI NINA

Ora i genitori cercheranno un'altra scuola da settembre disposta a sostenere la figlia in una programmazione personalizzata verso l'esame di maturità. "E' importante che su queste tematiche si faccia un passo avanti - commentano – non solo per Nina, ma per tutta la società". Intanto alcune scuole superiori della città hanno preso contatti con la famiglia, disponibili a un incontro per capire la situazione. Anche il sindaco Matteo Lepore e l'assessore comunale alla Scuola Daniele Ara stanno seguendo la vicenda e sono in contatto con la scuola e con la famiglia.

LOCATELLI, NINA PARTECIPI ALL'ESAME, E' UN SUO DIRITTO

"Nina ha sicuramente dei valori e delle competenze da spendere, non solo nel percorso scolastico ma anche nell'inserimento lavorativo e questo deve essere un diritto garantito a tutti, oltre che garantito dalla nostra Costituzione. Credo ci sia una strada ancora da intraprendere: siamo a marzo, l'esame è a giugno magari c'è ancora qualche possibilità. Cercherò ora di contattare sia il ministero, sia la scuola". Lo ha detto la ministra alle Disabilità Alessandra Locatelli intervistata dal Tg4.


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