Napoli: il tribunale condanna i locali e il Comune per la movida rumorosa

Napoli: il tribunale condanna i locali e il Comune per la movida rumorosa Photo Credit: agenziafotogramma.it
31 gennaio 2025, ore 12:35 , agg. alle 12:47
Accolto il ricorso dei residenti. Il giudice: "situazione di pericolo di danno grave e prossimo"
Schiamazzi, urla, rumori di auto e motorini, musica a tutto volume. Il problema della movida rumorosa è un’annosa questione che mette in difficoltà le amministrazioni di molti comuni e fa inferocire orde di cittadini costretti a fare i conti con i disagi derivanti dall’abitare nelle zone più trafficate la sera. Arrivati al limite della pazienza, un gruppo di residenti della zona di Cisterna dell’Olio, a Napoli, ha deciso di risolvere il problema agendo per vie legali, presentando in tribunale il proprio disagio attraverso un ricorso. Dopo un’attenta valutazione, il giudice ha dato ragione ai cittadini, condannando i locali interessati e l’intero Comune: entro 30 giorni dovranno mettere in campo misure utili a contenere i rumori molesti, pena il pagamento di una multa parecchio salata.
La sentenza
Al fine di dare spessore al ricorso presentato, i cittadini di Cisterna dell’Olio hanno fatto riferimento a un consulente tecnico d’ufficio che ha stilato una perizia, rilevando gli alti livelli di inquinamento sonoro notturno nella zona. La richiesta di intervento avanzata in Tribunale era semplice: trovare una via per tutelare il diritto alla quiete degli abitanti del quartiere. Il lavoro del tecnico incaricato, oltre a confermare il disagio dei residenti, ha avanzato 5 possibili suggerimenti per arrivare a contenere il problema dei rumori molesti.
Ieri il pronunciamento del tribunale a favore dei cittadini: il giudice ha accolto il ricorso, evidenziando come, nella zona interessata, sussista la “situazione di pericolo di danno grave e prossimo” denunciata. Nell’emettere la sentenza di condanna nei confronti dei locali identificati come “rumorosi” e nei confronti del Comune di Napoli, il magistrato ha inoltre ordinato una serie di indicazioni operative necessarie per ridurre frastuono e schiamazzi.
Le indicazioni
L’obiettivo è scritto chiaramente nella sentenza: far rientrare i rumori molesti “nei limiti della tollerabilità” entro 30 giorni. Trascorso questo lasso di tempo, qualora gli esercenti e il Comune non si fossero ancora adeguati contribuendo in modo attivo per ridurre i disagi, si passerà a una sanzione pecuniaria: il pagamento di 500 euro al giorno.
Il giudice ha dunque ordinato una serie di azioni: in primis, i locali dovranno “predisporre un servizio di vigilanza privata con il compito di limitare al massimo i comportamenti più rumorosi degli avventori; posizionare supporti antirumore ai piedi dei tavoli e delle sedie; non eseguire operazioni di vendita e scarico o movimentazione di bottiglie di vetro oltre le ore 23". Per quanto riguarda il Comune, invece, il giudice non ha dato indicazioni altrettanto specifiche. Solo l’ordine di "adottare tutte le misure necessarie a riportare le immissioni al di sotto della soglia della normale tollerabilità".
La reazione
"Una vittoria che per noi costituisce anche un valido precedente - commenta Gennaro Esposito, presidente del Comitato vivibilità cittadina - per rispondere alle decine di segnalazioni che ci giungono da residenti di molti quartieri cittadini che poco volentieri intentano percorsi legali contro i gestori di locali. Qui il giudice ha deciso che il diritto a notti silenziose prevale sul libero commercio e che nel decidere qual è il giusto equilibrio tra i due nessuna amministrazione può prescindere dalla missione primaria di proteggere la salute pubblica".