Referendum giustizia: le posizioni di Delmastro (FDI) e Costa (Azione) a confronto su RTL 102.5

Referendum giustizia: le posizioni di Delmastro (FDI) e Costa (Azione) a confronto su RTL 102.5

Referendum giustizia: le posizioni di Delmastro (FDI) e Costa (Azione) a confronto su RTL 102.5


Domenica si voterà, oltre che per le amministrative, anche per cinque referendum sulla giustizia. Questa mattina in Non Stop News, con Giusi Legrenzi, Enrico Galletti e Massimo Lo Nigro, uno speciale dedicato alla consultazione elettorale

ECCO I QUESITI PER CUI SI VOTA

In collegamento in Non Stop News il cronista parlamentare di RTL 102.5, Alberto Ciapparoni. Sono cinque quesiti, cinque colori. Di cosa si tratta?

IL COLORE ROSSO

Partiamo dalla famosa legge Severino. Nel nostro Paese che è condannato in via definitiva per alcuni gravi reati penali, non può candidarsi alle elezioni né assumere cariche elettive. Nel caso in cui sia già eletto decade. Coloro che sono eletti in un ente locale come sindaci sono sospesi automaticamente anche nel caso di primo grado. Se passa il referendum, l’interdizione dei pubblici uffici non è più automatica ma torna nel potere del giudice che decide caso per caso”.

IL COLORE ARANCIONE

Sono provvedimenti che limitano la libertà personale di una persona che è indagata e non condannata. Parliamo degli arresti domiciliari, o anche il divieto di espatrio e della custodia in carcere. Queste misure cautelari possono essere applicate solamente nel caso sussistano alcune condizioni, cioè il pericolo di fuga, l’inquinamento delle prove o di reiterazione del reato. Il quesito referendario vuole abolire la reiterazione del reato, rimarrebbero le altre due possibilità”.

IL COLORE GIALLO

Separazione delle funzioni. Attualmente nella loro vita professionale i magistrati possono passare dal ruolo di magistrato o giudice, cioè di colui il quale decide sulla base delle prove raccolte, del contradditorio tra difesa e accusa ed emana un verdetto, a quello di pubblico ministero, ovvero colui il quale lavora insieme alla polizia giudiziaria e raccoglie le prove e sostiene l’accusa. Nel caso in cui dovesse passare il referendum, in quel caso in magistrato all’inizio della sua carriera professionale deve scegliere se vuole fare il giudice o il pubblico ministero ed è una scelta che vale per tutta la sua carriera professionale. Perché parlo di separazione di funzione e non delle carriere? Perché l’accesso rimarrebbe identico, ovvero c’è un unico concorso attraverso il quale il magistrato accede alla carriera stessa”.

IL COLORE GRIGIO

Attualmente i magistrati vengono valutati ogni quattro anni da organi del CSM e della Corte di Cassazione. In questi organi ci sono anche avvocati e professori universitari di diritto ma non hanno diritto di voto, di stilare la pagella. Se passa il referendum in quel caso anche gli avvocati e i professori di diritto possono mettere il voto”.

IL COLORE VERDE

Il magistrato che si vuole candidare al consiglio superiore della magistratura attualmente ha l’obbligo di presentare minimo venticinque firme di altri colleghi che lo supportano. Da qui tante polemiche sulle famose correnti politiche della magistratura. Il quesito referendario vuole cancellare quest’obbligo e fare in modo che il magistrato possa presentare la propria candidatura senza alcun tipo di supporto di firma”.

QUANDO SI VOTA?

Si vota domenica in un’unica giornata, si parla infatti di Election Day perché ci sono anche le elezioni amministrative. L’orario va dalle 7 alle 23. Lo scrutinio è immediato per quanto riguarda solamente il referendum. Lo spoglio avverrà alle 23.01. Per le amministrative lo scrutinio avverrà la mattina dopo. Per essere valido il referendum devono andare al voto almeno il 50% degli italiani che ne hanno diritto. Questo 50% deve essere superato per ciascun quesito referendario, quindi per ciascun colore”.

IL CONFRONTO SU RTL 102.5 TRA ANDREA DELMASTRO ED ENRICO COSTA

Andrea Delmastro, Responsabile Giustizia di Fratelli d’Italia ed Enrico Costa, deputato di Azione e tra i promotori del Referendum.
Fratelli D’Italia si è orientata per tre sì e due no. Partiamo dai no: no alla legge Severino e no a ciò che riguarda le misure cautelari. “La legge Severino va profondamente modificata. Sono propositore, firmatario di una proposta di legge per una sua modifica. Non è accettabile che intervengano sanzioni prima della condanna in terzo grado quindi definitiva. La legge Severino pone due temi fondamentali: il corrotto non può rappresentare il popolo italiano e l’automatismo”, ha detto Delmastro. “Se aboliamo la legge Severino se io vengo condannato per corruzione e un altro politico viene condannato per corruzione, il giudice stabilirà a asconda della sua presunta gravità, chi avrà anche la sanzione dell’ineleggibilità e chi non ce l’avrà. Non voglio che il giudice decida. Anche perché ho come la sensazione in quale metà campo verranno colpiti con l sanzioni di ineleggibilità e in quale metà campo no. Preferisco l’automatismo”.
Perché sì? “L’ha già detto Delmastro perché si. La legge Severino prevede delle sanzioni di sospensione di amministratori per il solo effetto della sentenza di primo grado, sentenza non definitiva ma che interviene sulla persona sulla quale c’è la presunzione di innocenza. Abbiamo avuto valanghe di amministrazioni comunali di fatto decapitate per il solo fatto che c’era una condanna in primo grado per abuso d’ufficio. Queste condanne sono state ribaltate in appello e in cassazione quando però il danno era fatto. Abbiamo il reato di abuso d’ufficio che è utilizzato dagli avversari politici per far cadere le amministrazioni, non si fanno più le interrogazioni come una volta, si fanno gli esposti alla procura perché l’abuso di ufficio non si nega a nessuno”, ha detto Costa. “Può capitare una condanna in primo grado sistematicamente ribaltata. Il rapporto tra condanne definitive per abuso di ufficio e numero di inchieste è l’1%: quindi l’1% delle inchieste aperte provoca una condanna definitiva, però ci possono essere un certo numero di condanne non definitive. Penso che un’amministrazione decapitata per questo sia un danno per tutti i cittadini. La legge Severino ha questo e quindi questo è un elemento che determina la necessità di una profonda revisione. Come diceva del Mastro ci sono elle proposte per cambiarla, però non se ne è mai fatto niente. Il referendum è un segnale importante in questa direzione”.

DIBATTITO SULLA SCHEDA ARANCIONE

Cosa ne pensa Delmastro? “Da avvocato le posso dire che non c’è un solo spacciatore in Italia che venga arrestato per un presupposto diverso dalla reiterazione del reato. Così come non c’è uno stalker che venga arrestato per un presupposto diverso dalla reiterazione del reato. L’uso smodato della cancellazione preventiva in Italia è di fatto evidente, per rispondere a quel fatto non posso far altro che privare la magistratura di questo strumento importantissimo di contrasto alla criminalità organizzata. Il centro-destra dice che se entri in casa mia dopo mezzanotte per derubarmi ti posso abbattere, se ti ferma il carabiniere o il giudice ti deve liberare. O ancora, è possibile dire a una donna che è vittima di stalking di non preoccuparsi perché tra 8 anni avrà la condanna definitiva e lo arresteremo, se nel frattempo ti brucia però lo arresteremo anche per omicidio, però adesso stai tranquilla. Dato che c’è un uso smodato della carcerazione preventiva in Italia i politici hanno deciso di cancellare completamente la reiterazione quale presupposto per arrestare la criminalità. Nel DNA della destra esiste anche legalità, ordine e sicurezza”.
La replica di Costa? “Penso che la custodia cautelare sia una misura eccezionale nel nostro ordinamento. Ci debbono essere presupposti chiari. Abbiamo il 3% dei detenuti che non hanno una condanna definitiva perché oggi si tende a portare avanti la custodia cautelare e a ritardare i processi. La sentenza vera è l’ordinanza di custodia. Sono rimasti comunque degli spazi per arrestare quando si ha il sospetto che vengano commessi reati con violenza personale, con uso di armi, di criminalità organizzata. La custodia cautelare per reiterazione del reato è stata abusata negli ultimi anni, non c’è una valutazione, una selezione. Diciamo sì agli arresti quando c’è il sospetto che si commettano reati gravi, diciamo di fermarci quando questo sospetto non c’è”.
Per quanto riguarda gli altri tre quesiti che hanno a vedere con la valutazione dei magistrati, la separazione delle carriere e l’auto candidatura al consiglio superiore della magistratura, Delmastro e Costa sono d’accordo con il sì.



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