Torre Eiffel chiusa al pubblico, il gigante di ferro si arrende all’emergenza Coronavirus

Torre Eiffel chiusa al pubblico, il gigante di ferro si arrende all’emergenza Coronavirus

Torre Eiffel chiusa al pubblico, il gigante di ferro si arrende all’emergenza Coronavirus


L’immagine più nota di Parigi e della Francia si piega alla pandemia globale. Nessuna data di riapertura. Chiude anche il museo del Louvre.

Da questa sera, la torre Eiffel, simbolo universalmente riconosciuto della Francia, ma uno dei volti della stessa identità occidentale, è chiusa.

Il monumento non sarà visitabile fino a data da definire. La decisione, arrivata nel pomeriggio, equivale ad una resa davanti al peso dei numeri, della realtà e di un fattore umano che tutti noi siamo chiamati a non perdere di vista. Perché dietro quei numeri ci sono storie, ci sono famiglie, affetti, memorie. Stiamo parlando di vite.

La torre Eiffel chiusa al pubblico è la Francia che, nel giro di 72 ore, passa dal registro del sopracciglio alzato e dell’ironia malcelata, nei confronti dei soliti italiens, allo stato di emergenza di fatto. Scuole e università chiuse, sport fermo, monumenti sbarrati uno dietro l’altro. Chiude il Louvre, che per Parigi è come un pezzo di anima. Il presidente Macron, giovedì sera, ha usato il tono dei momenti solenni, senza neppure dover smentire se stesso. Del resto, non era necessario: era la realtà dei fatti a imporsi.

La Francia, peraltro, è in buonissima compagnia, in questa corsa a girarsi dall’altra parte. Dopo giorni e giorni di allucinazione collettiva, i paesi stanno cedendo l’uno dopo l’altro. Per meglio dire, stanno cedendo le illusioni.

In Germania, dove sino a ieri sera e si assisteva alla scena sconcertante di stadi stracolmi di persone, il campionato di calcio è stato fermato. In Svizzera, sono state chiuse scuole e università. Persino negli Stati Uniti, Donald Trump sembra prossimo ad alzare bandiera bianca. L’uomo, che poche ore fa parlava di 'virus straniero', potrebbe essere costretto ad un cambio di strategia di 180°. Personalmente convinto o meno, la spinta è comunque arrivata dalla terrificante seduta in Borsa di giovedì. Il coronavirus ha dimostrato di poter spazzare via le realtà alternative del capo della Casa Bianca, con maggiore efficacia di qualsiasi avversario umano gli si sia parato di fronte.

L’unico immune, non certo al coronavirus, ma alla realtà sembra essere rimasto Boris Johnson. Il premier britannico ha dichiarato oggi che nel Regno Unito ci si deve preparare all’idea di perdere dei propri cari. Il governo non farà nulla, non prenderà nessuna delle misure di cui abbiamo appena detto. Un azzardo con il destino, una decisione con cui Bo Jo si consegna al giudizio della Storia.

È il mondo, che sta facendo i conti con l’impensabile. Mentre riformuliamo un modo di vivere e di ragionare, siamo chiamati a essere onesti: nessuno sa quale possa essere l’evoluzione della crisi, nelle prossime settimane o mesi. Chi affermi il contrario è un venditore di fumo o peggio. Questa è una delle poche certezze delle ultime ore.

Per chi non fosse ancora convinto, suggeriamo un’occhiata alla torre Eiffel. Al solito splendente, ma da oggi è come il monte Everest: senza presenza umana. Anche la cima più alta della terra è stata chiusa alle scalate. Torneremo a salirvi, gli avventurieri sulla vetta del pianeta, noi comuni mortali sul gigante di ferro di Parigi.

Lo faremo e quel giorno saremo colmi di gioia, ma anche molto diversi da quando siamo precipitati in questo incubo.


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