Tutti pazzi per la Corea del Sud. Ossessione k-Drama e k-Pop, BTS in testa

Tutti pazzi per la Corea del Sud. Ossessione k-Drama e k-Pop, BTS in testa

Tutti pazzi per la Corea del Sud. Ossessione k-Drama e k-Pop, BTS in testa Photo Credit: Fotogramma.it


Un paese sospeso tra tradizione e hi tech futuristico al quale ci stiamo appassionando anche grazie agli Idol, passando per la lingua e il cibo

Tutto è partito da Gagnam style: prima dell’esplosione del K-pop -dai BTS alle Blackpink -, del boom di Squid Game e dei quattro Oscar a Parasite c’è stata la canzone di Psy, il rapper sudcoreano, a infiammare globalmente il pubblico e a inanellare un record dietro l’altro (a partire da quello del 2012 -anno di uscita- il suo fu il primo video su Youtube a superare un miliardo di visualizzazioni). Dalla musica ai prodotti di bellezza, al cinema la febbre per la Corea del Sud resta alta. Vediamo perché.

PASSIONE BTS

La cattiva notizia è quella che Jung Kook, V, Jin, Jimin (vocal line e dance), Suga, RM e J-Hope (rap line) hanno indossato la divisa, sono partiti per fare il militare e torneranno solo nel 2025. La notizia consolatoria è che i loro fan possono continuare a vederli nelle centinaia di migliaia di video postati dal gruppo sui social, ad ascoltare la loro musica e a godersi le produzioni da solisti dei sette della band sudcoreana. Menzione speciale per “Golden” di Jung Kook, che ha dominato la seconda metà del 2023 scalando le classifiche musicali globali. L’era dell’album solista di Jungkook, GOLDEN, affettuosamente definita dai fan “l’era D’ORO”, è stato uno dei periodi di maggior successo di qualsiasi artista in tutto il mondo, non solo nella comunità K-pop. E a conti fatti ha portato a JK 69 premi fisici in circa 6 mesi, tra cui 2 dischi d’oro – 2 MTV EMA - 1 Billboard Music Awards e 1 MTV VMAS. Torniamo ai 7 Re della musica K-pop, entrati di diritto nell’olimpo delle star mondiali non solo grazie alle loro canzoni e ai video ma anche grazie al supporto dell’agguerrita pattuglia della così detta Army, ovvero dell’esercito di devoti fan. Il loro ultimo tour ha staccato 500mila biglietti in 40 Paesi, il docufilm “Burn the stage” ha incassato 14 milioni di dollari nel mondo e c’è anche una docu-serie “BTS Monuments: Beyond The Star” ora in onda su Disney+, un viaggio lungo oltre 10 anni con interviste esclusive, coreografie spettacolari e momenti dietro le quinte.

LA SKINCARE COREANA

Partita da Seul la routine di bellezza coreana ha presto conquistato Europa e America. D’altra parte la promessa di ottenere una pelle perfetta e luminosa fa gola ed ha alimentato il mercato. Non solo e-commerce, anche nei Beauty-store ormai si trovano tantissimi prodotti per soddisfare i 10 step rigorosi “comandamento” della skincare coreana che va fatta due volte al giorno. Primo passo lo struccante, in Occidente siamo abituati ad usare l’acqua micellare, in Corea del Sud preferiscono gli oli struccanti. Subito dopo va usato un detergente che aiuterà anche a rimuovere dalla pelle lo struccante, oltre a sudore e inquinamento. Terzo step: lo scrub che rimuove le cellule morte della pelle e le impurità. Poi si passa al tonico, che idrata e bilancia il ph della pelle. Un must della routine coreana è la maschera, in tessuto, applicarla non solo fa bene alla pelle ma da anche l’occasione di rilassarsi durante il tempo di posa. Poi tocca all’essenza, ricca di principi attivi, che rassoda, depigmenta o illumina. L’alleato perfetto della nostra crema, passo numero 7, è il siero, in Corea si trova con un pratico contagocce. L’ottavo passaggio è dedicato in particolare al contorno occhi, il penultimo alla crema idratante e tocco finale la BB Cream, un’alleato prezioso che miscela base trucco, crema idratante e protezione solare.

UN INVITO A PRANZO A SEUL

Ormai i ristoranti coreani sono diffusissimi anche in Italia, la maggior parte a Roma e Milano. Abbiamo iniziato a conoscere la cucina di Seul grazie al cinema e alle serie tv, con i protagonisti a tavola mentre si gustano il Kimchi oppure il ram-don (o jjapaguri) celebre ricetta dell’iconico film “Parasite”. Vediamo alcuni dei piatti principali della cucina sudcoreana.

Il ram-don, vero nome coreano jjapaguri, è un mix di due tipi di spaghetti istantanei e carne di manzo. Cinema, K-drama e gli idol che sui social postano momenti conviviali a tavola mentre fanno grandi scorpacciate di ram-don fanno venire l’acquolina in bocca, sdoganando anche il risucchio che si compie a ogni boccata che, per tutti gli asiatici, non è assolutamente un segno di maleducazione ma anzi è ben visto.

Il kimchi è un piatto tipico della cucina coreana, preparato con verdure fermentate, salsa di pesce e spezie come peperoncino, zenzero e aglio. In Corea del Sud viene praticamente consumato tutti i giorni, anche perché promessa di benessere e salute. Dato l’alto contenuto di probiotici i benefici sono soprattutto per l’intestino e tutto l’apparato digerente, abbassa il livello di grasso corporeo e il colesterolo, aiuta a prevenire l’arteriosclerosi ma fa bene anche se si è raffreddati o a letto con l’influenza.

C’è poi il tteokbokki, un piatto a base di gnocchi di riso dalla forma cilindrica in brodo bollito con salsa gochujang a cui vengono aggiunti uovo sodo, verdure o frittata di alghe. Questo piatto ha fatto la sua comparsa nel primo episodio della fortunata serie Squid Game (nella scena in cui il protagonista Seong Gi-hun è a cena con sua figlia).

Infine, per chiudere questa breve carrellata di prelibatezze, parliamo del soju, distillato puro di cereali. La cultura del bere in Corea del Sud è molto sentita, esiste un bon ton che regola il versare e ricevere le bevande, il servizio, la posizione delle mani e del viso (che si volta di lato al momento di bere).


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