Twin Peaks, 30 anni dalla serie TV che ha rivoluzionato la televisione e continua a farlo

Twin Peaks, 30 anni dalla serie TV che ha rivoluzionato la televisione e continua a farlo

Twin Peaks, 30 anni dalla serie TV che ha rivoluzionato la televisione e continua a farlo


Era il 1991 quando la serie diretta dal regista visionario David Lynch approdava sul piccolo schermo italiano, lasciando il segno nella storia della serialità

É bastato un cadavere imprigionato in un involucro di plastica per dare inizio ad un odissea sovrumana che ancora oggi resiste alla polvere e all’usura. É stata la serie cult degli anni 90 che ha rivoluzionato il panorama audiovisivo. Non esiste telefilm o serie televisiva attuale che non sia in debito con Twin Peaks e con quel mondo che piano piano ha contaminato la nostra identità, entrando di diritto nell’immaginario collettivo mondiale. Ha segnato profondamente generazioni e generazioni non smettendo mai di sconvolgere, stupire, emozionare e stravolgere anche le menti più fini. Si torna ad essere bambini perché scava l’anima fino alle origini di noi stessi, ma allo stesso tempo ci si sente adulti e maturi per via di una consapevolezza di fondo che pervade ogni fotogramma.


LA TRAMA DELLA SERIE

Nella cittadina di Twin Peaks viene ritrovato, avvolto nella plastica, il cadavere di Laura Palmer, una ragazza molto conosciuta nel paese. L'agente speciale dell'FBI Dale Cooper comincia le indagini per individuare l'assassino della ragazza e si ritrova immediatamente a contatto con una realtà che, dietro l'apparente serenità della cittadina, presenta molti misteri nascosti.


L’APPRODO SUL GRANDE SCHERMO

La storia sembrava terminata, in quel non così tanto lontano 1991,con un leggendario finale aperto che in fin dei conti metteva d’accordo tutti. Un finale che rompeva gli schemi, distruggendo il tanto amato “per sempre felici e contenti” e ricordando al pubblico che a volte il bene deve arrendersi al male, ma soprattutto che per esistere l’uno deve per forza esserci anche l’altro. Tutti contenti (o quasi). L’anno dopo Twin Peaks approda sul grande schermo trovando un luogo forse più adatto per una narrazione con un respiro così grande. Con la pellicola “Fuoco cammina con me”, la storia si riavvolge come un nastro facendoci rivivere i momenti che hanno portato alle due stagioni televisive, rivelando particolari interessanti per i fan più accaniti. Il mondo si spacca in due. Da una parte i puristi dell’opera originale che scagliano sul film critiche feroci e inaudite, dall’altra ci sono quelli che gridano al capolavoro, attribuendogli il titolo di miglior film di David Lynch.


LA TERZA STAGIONE

Ma neanche quest’ulteriore espansione basta a mettere la parola fine. Anni dopo viene annunciata una terza stagione a cui viene affidato il compito di proseguire le vicissitudini dei segreti di Twin Peaks. All’inizio si pensava ad un revival sulla falsariga delle passate stagioni, che creasse l’effetto amarcord nostalgico tipico dei sequel prodotti a distanza di anni. Ma quando si parla di Lynch e Frost non si sa mai cosa aspettarsi. Distante anni luce da qualsiasi cosa prodotta sino ad ora, Il Ritorno di Twin Peaks lascia senza fiato dall’inizio alla fine di ogni episodio. Un forsennato tour de force all’interno delle immagini più eclatanti mai pensate da una mente umana, che spiazzano, inquietano, stordiscono e ammaliano. Un viaggio nei misteri del creato e nei meandri più nascosti dell’animo umano che sembra parlare la stessa lingua di Lynch. Tutto cambia pur continuando a far rima con il primogenito. L’atmosfera è più rarefatta e claustrofobica, il ritmo dilatato per enfatizzare ogni momento e i toni sono più oscuri e spettrali. Il tutto è arricchito da un andirivieni di fughe metafisiche che trasportano lo spettatore oltre i confini dell’immaginazione, toccando la vetta più alta di qualsiasi forma d’arte. Sebbene molti degli attori veterani siano pieni di rughe e ammaccature non hanno perso smalto, risultando addirittura più in forma dell’epoca. La terza stagione di Twin Peaks è come il mare o il cielo. Non può essere contenuta, È immensa. Non ha limiti, né confini. Respira di cinema e va oltre. Credo che per la prima volta siamo di fronte a qualcosa di irripetibile ed unico. Una nuova forma d’arte senza nome che sta cercando di emergere prepotentemente. È un miracolo di un uomo che vive la vera essenza della vita, utilizzando il cinema come strumento per salvare le nostre coscienze. Un uomo che dovrebbe diventare patrimonio dell'umanità. Guardando i suoi film (e nello specifico Twin Peaks) ci si sente sollevati e purificati, ma allo stesso tempo si perde completamente l'equilibrio interiore. Ci sentiamo persi e in balia di noi stessi. Senza risposte e pieni di domande. Proprio come se fossimo davanti ad uno specchio, guardiamo le nostre debolezze e le nostre fragilità con tenerezza e umorismo.



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