Venezia 80, The Killer di David Fincher: un film che si plasma sulla bravura di Fassbender

Venezia 80, The Killer di David Fincher: un film che si plasma sulla bravura di Fassbender

Venezia 80, The Killer di David Fincher: un film che si plasma sulla bravura di Fassbender Photo Credit: Agenzia Fotogramma.it


Un film glaciale e dal buon ritmo che però non trova un finale soddisfacente. La pellicola corre per aggiudicarsi il Leone d’oro

David Fincher non deve dimostrare nulla a nessuno. E’ un grande demiurgo che sa il fatto suo e soprattutto conosce le regole del gioco. Nella sua carriera qualche film lo ha anche sbagliato, ma titoli come Seven, The game e Fight club gli hanno consentito di entrare di diritto nell’olimpo dei grandi autori contemporanei. Torna a Venezia in questa 80esima edizione della Mostra del cinema con il suo The Killer, anch’esso in concorso per riuscire a strappare qualche premio. 

LA TRAMA DEL FILM

The Killer ruota attorno ad un assassino solitario, senza scrupoli, freddo e totalmente distaccato che si guadagna da vivere premendo il grilletto. Un giorno però sbaglia un colpo e si ritrova a dover dare la caccia ai suoi stessi committenti, in un viaggio intorno al mondo alla ricerca di vendetta.


FASSBENDER E FINCHER, COPPIA VINCENTE

The Killer funziona bene, procede senza scossoni e riesce nell’intento di intrattenere lo spettatore con grande classe. La storia è avvolta da un uso sapiente del linguaggio cinematografico che regala anche momenti molto interessanti. Tutta la parte iniziale ambientata a Parigi è puro cinema che gioca con l’attesa, facendo crescere la tensione e aumentando sempre di più la voglia di scoprire ciò che succede dopo.

La buona riuscita della pellicola risiede soprattutto nel magnetismo di Fassbender, a cui viene assegnato un ruolo senza nome ma capace di catturare l’attenzione anche solo con uno sguardo. Si ricorre spesso anche all’uso della voce fuori campo, uno stratagemma utile a far ascoltare i pensieri e le riflessioni dell’uomo ma soprattutto per creare maggiore intimità tra lui e lo spettatore. Notevole anche l’interpretazione della glaciale Tilda Swinton che, anche se solo per pochi minuti, restituisce una delle sequenze migliori di tutto il film. E talmente bello il suo personaggio che appena esce di scena resti con l’amaro in bocca e con la voglia di vederlo ancora.


Un film quindi perfettamente riuscito. Peccato solo aver tralasciato completamente il finale che, infatti, viene completamente buttato via. E’ come se lo stesso Fincher avesse pensato ad ogni istante della pellicola, dimenticandosi totalmente dell’ultimissima parte. The Killers infatti finisce improvvisamente, dal nulla, in modo totalmente superficiale, lasciando la trama monca e senza un’adeguata conclusione. Per fortuna la pellicola funziona talmente bene da perdonargli tutto.



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