'Ndrangheta, indagato il segretario dell' Udc, Lorenzo Cesa, che si dimette, 48 arresti in tutta Italia

'Ndrangheta, indagato il segretario dell' Udc, Lorenzo Cesa, che si dimette, 48 arresti in tutta Italia

'Ndrangheta, indagato il segretario dell' Udc, Lorenzo Cesa, che si dimette, 48 arresti in tutta Italia


L'operazione chiamata "Basso profilo" ha coinvolto politici, imprenditori e boss, ai domiciliari l'assessore al Bilancio della regione Calabria, Franco Talarico

Lorenzo Cesa, leader dell’ Udc, si è dimesso questa mattina dalla carica di segretario del partito. È indagato per associazione a delinquere in un’operazione contro la ‘ndrangheta e gli è stata perquisita la casa: "Ho ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017".


Le dichiarazioni di Cesa

Mi ritengo totalmente estraneo – ha detto Cesa - chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla procura competente. Come sempre ho piena e totale fiducia nell'operato della magistratura. E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale come effetto immediato".


Le indagini della Procura

Sono 48 le persone coinvolte nell'inchiesta che è stata chiamata "Basso profilo" coordinata dalla Dda di Catanzaro. Ha colpito i maggiori esponenti delle 'ndrine tra le più importanti di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro come 'Bonaventura' 'Aracri', 'Arena' e 'Grande Aracri', nonché di imprenditori di spessore ed esponenti della pubblica amministrazione collusi con le predette organizzazioni criminali. Delle 48 persone arrestate, 13 sono finite in carcere e 35 ai domiciliari. Fra queste ultime anche l’assessore al Bilancio della regione Calabria, Franco Talarico, anch’egli dell’Udc.


Il sequestro dei beni

Oltre alle misure cautelari, la Procura della Repubblica di Catanzaro ha disposto nell'ambito dell'operazione l'esecuzione di numerosi sequestri di beni costituiti da compendi aziendali, immobili, autoveicoli, conti correnti bancari e postali. Nel corso delle indagini è stata accertata la movimentazione illecita di denaro per un valore di oltre trecento milioni di euro. Si è trattato, dunque, di un’operazione importante. Quando vengono arrestati contemporaneamente imprenditori, boss e politici, oltreché essere contenti perché vengono sgominati affari illeciti, bisogna sempre stare in allerta.


La linfa delle mafie 

Tutti sono innocenti fino a prova contraria, ma, parlando in generale, è quello il substrato degli affari sporchi e della corruzione. I fili invisibili che tengono insieme questi tre mondi sono, da sempre, quelli che le forze dell’ordine e la magistratura tentano di tagliare. Nelle pieghe della malavita vivono gli uni per gli altri. Imprenditori e politici collusi sono la linfa vitale delle mafie. Quante volte ci siamo trovati di fronte ad indagini, e poi a processi, nei quali non si capiva bene dove fossero i confini tra mafia e società civile, ed è proprio quando i due mondi si fondono e si uniscono che diventa più difficile scoprire gli illeciti. I comportamenti diventano quasi naturali.

Le parole del procuratore Gratteri


"Questa indagine e' la sintesi di cio' che diciamo da anni: la 'ndrangheta spara di meno però corrompe sempre di più, ha rapporti con il mondo dell'imprenditoria e politica. Dimostra appieno il rapporto diretto tra 'ndrangheta, politica ed economia, con la consapevolezza che l'interlocutore è espressione della criminalità". A dirlo il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri commentando l'esito dell'inchiesta "Basso profilo". "La sintesi - ha aggiunto - è che l'imprenditore Gallo, uomo molto eclettico ed un filo spregiudicato, ha contatti con uomini delle forze dell'ordine, della politica, con la 'ndrangheta di tutto il crotonese e attraverso questi contatti riesce ad allargare sempre più e in modo smisurato queste sue attività imprenditoriali.


L'esito delle indagini

Nelle perquisizioni abbiamo trovato milioni in contanti, orologi di lusso, auto, e parliamo di un imprenditore medio piccolo. Questa voglia ingrandirsi lo porta fino a Reggio Calabria a rivolgersi ai De Stefano-Tegano per organizzare la campagna elettorale di Franco Talarico, lo porta a salire a Roma per cercare di ottenere appalti di livello nazionale e organizza, attraverso Talarico, un incontro con Cesa. Talarico sapeva perfettamente che Gallo andava a rivolgersi alle cosche di Reggio. Cesa e Talarico erano nello stesso partito e quindi, per ricambiare l'interesse per le elezioni politiche, ha organizzato il pranzo"". In merito al coinvolgimento dei professionisti, Gratteri ha affermato che "fa un po' impressione vedere il mondo delle professioni al servizio di faccendieri ed in questo caso di 'ndranghetisti. Il limite quale è? Fino a dove si spingerà il mondo delle professioni ad essere a servizio della 'ndrangheta? E' questa la nuova frontiera che ormai da 4 anni, da quando sono a Catanzaro, stiamo cercando di dimostrare. Ogni indagine avanziamo di un pezzo, facciamo un nuovo step, entriamo sempre più nei quadri della pubblica amministrazione, della classe dirigente, della classe borghese, aristocratica, dotta e scopriamo pezzi di mondi marci e questo è desolante. Non stiamo parlando di stato di necessità ma di ingordigia". 


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