Ancora incertezze sull'apertura della stagione dello sci, verso il via libera del Cts ai mondiali di Cortina

Ancora incertezze sull'apertura della stagione dello sci, verso il via libera del Cts ai mondiali di Cortina

Ancora incertezze sull'apertura della stagione dello sci, verso il via libera del Cts ai mondiali di Cortina


Restano ancora molte incognite sulla riapertura delle piste il prossimo 18 gennaio; intanto il Comitato tecnico scientifico potrebbe dare il via libera ai mondiali di sci di Cortina del prossimo febbraio. Gare a porte chiuse

È la neve abbondante caduta negli ultimi giorni sulle montagne italiane l'unica certezza di una stagione dello sci non ancora iniziata. Sull'apertura dei comprensori, fissata dal governo per lunedì 18 gennaio, pesano invece ancora "tante, ma tante incertezze", secondo Valeria Ghezzi, presidente dell'Anef, associazione nazionale che riunisce i gestori funiviari.


Verso il via libera del Cts ai mondiali di Cortina

Un primo segnale di ottimismo arriva tuttavia dal Comitato tecnico scientifico che potrebbe autorizzare lo svolgimento dei mondiali di sci in programma a Cortina dall'8 al 21 febbraio, anche se a porte chiuse. Sono attese indicazioni più specifiche nella riunione in programma la settimana prossima. E martedì 12 gennaio lo stesso Cts dovrebbe pronunciarsi anche sul protocollo di sicurezza sanitaria degli impianti di risalita, proposto a fine novembre dalle Regioni e già bocciato una volta dal comitato. "Ipotizzando che venga approvato dal Cts in tempo utile e che il Governo confermi la data di apertura per il 18 e non la rinvii per la crescita dei contagi, si potrebbe pensare di aprire il 18 gennaio", spiega ancora Ghezzi.


Le incognite sull'apertura delle piste agli appassionati 

Ma il percorso per riportare gli appassionati dello slalom sui pendii innevati potrebbe riservare ancora degli ostacoli: "Rimane l'incognita della mobilità delle persone anche nei week end - aggiunge la presidente degli imprenditori dello sci – che interessa soprattutto la Valle d'Aosta, il Trentino e l'Alto Adige, dove le persone devono poter arrivare anche da altre regioni". L'Associazione esercenti degli impianti dell'Alto Adige vede il bicchiere mezzo pieno: "Siamo ben preparati e a partire da questo avvio di stagione posticipato fino in primavera, grazie alle meravigliose condizioni della neve, vogliamo offrire ai nostri clienti le migliori e più sicure sciate possibili", spiega il presidente Helmut Sartori.

Qualche preoccupazione in più si registra nel Nord-Ovest. "Non possiamo permetterci di far girare gli impianti solo per gli sciatori della regione", ammette Ferruccio Fournier, presidente dei gestori valdostani, confermando che l'apertura delle 'frontiere' tra regioni rappresenta un tema dirimente, soprattutto per le piccole realtà che possono contare su un limitato mercato interno.

A 10 giorni dalla data ipotizzata per la partenza, l'incertezza che ancora domina potrebbe quindi essere fortemente penalizzante per un settore che in Italia produce un fatturato stagionale diretto di un miliardo e 200 milioni di euro e impiega oltre 12 mila persone. "Gli impianti sono abbastanza pronti, ma per poter aprire abbiamo bisogno di saperlo una settimana prima", stima Fournier.

Una situazione insostenibile, lamenta Mauro Meneguzzi, sindaco di Sauze d'Oulx (Torino), che ha scritto una lettera ai ministri Speranza, Franceschini e Spadafora e al governatore del Piemonte Cirio, chiedendo "chiarezza nelle decisioni e soprattutto una progetto in prospettiva, finalizzata ad una ripresa in tempi, magari lunghi, ma certi".



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