Chiara Ferragni rinviata a giudizio per il caso dei pandori e delle uova di cioccolato: processo a settembre

Chiara Ferragni rinviata a giudizio per il caso dei pandori e delle uova di cioccolato: processo a settembre

Chiara Ferragni rinviata a giudizio per il caso dei pandori e delle uova di cioccolato: processo a settembre Photo Credit: agenziafotogramma.it


L'imprenditrice digitale è ritenuta colpevole dalla Procura di Milano di truffa aggravata, lei ribadisce la sua innocenza. "Non ho truffato nessuno", ha dichiarato

E ora l’imprenditrice digitale dovrà dimostrare in tribunale di non aver voluto ingannare i consumatori che nel 2022 acquistavano i pandori Pink Christmas della Balocco firmati Ferragni, a un prezzo maggiorato, convinti di fare beneficenza. Chiara Ferragni è stata rinviata a giudizio per truffa aggravata anche per la vicenda delle uova di cioccolato sponsorizzate. La notizia è stata data dall’ufficio legale dell’influencer in una nota in cui si sottolinea l’innocenza della Ferragni. Anche la diretta interessata scrive di non aver truffato nessuno. "Sono pronta a lottare per dimostrarlo", ha aggiunto. L’udienza è fissata per il 23 settembre. Insieme a Ferragni sono accusati anche il suo ex braccio destro Fabio Damato, la manager Alessandra Balocco e l’imprenditore Francesco Cannillo

Le accuse a Chiara Ferragni

Ma ripercorriamo le tappe di questa vicenda che ha assestato un duro colpo all'immagine dell'influencer, causandole tra l'altro importanti perdite di consensi e una vera e propria fuga di follower:  le contestazioni mosse dalla giustizia italiana relative alla truffa continuata e aggravata (dall'uso del mezzo informatico) riguardano due operazioni commerciali: 'Pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni' (Natale 2022) e 'Uova di Pasqua Chiara Ferragni – sosteniamo i Bambini delle Fate' (Pasqua 2021 e 2022), finite nel mirino dell'Autorità garante delle comunicazioni (Agcom) e di più procure con la competenza infine assegnata a Milano. 

Consumatori convinti di fare acquisti benefici

Secondo gli inquirenti, l'operazione 'Balocco' avrebbe indotto "in errore un numero imprecisato di acquirenti" convinti che con il proprio acquisto Pink (al prezzo di 9,37 euro invece di 3,68 euro del prodotto tradizionale) avrebbero finanziato la raccolta fondi a favore dell'ospedale Regina Margherita di Torino. L'accordo, invece, si è rivelato ben diverso, per la Procura: le società Ferragni hanno incassato poco più di un milione di euro per pubblicizzare via Instagram l'iniziativa benefica per la quale la società Balocco aveva destinato 50mila euro a favore dell'ospedale, indipendentemente dalle vendite che si sono attestate ad "almeno 362.577" pandori Balocco Pink Christmas. La Procura di Milano, nella chiusura indagine, non quantifica per la società l'ingiusto profitto, ma se si calcola la differenza fra i due prezzi e lo si moltiplica per le vendite la somma supera i 2 milioni di euro.

La difesa di Chiara

"Credevo sinceramente che non fosse necessario celebrare un processo per dimostrare di non aver mai truffato nessuno. Dovrò purtroppo convivere ancora del tempo con questa accusa, che ritengo profondamente ingiusta, ma sono pronta a lottare con ancora maggiore determinazione per far emergere la mia assoluta innocenza". Chiara Ferragni commenta così, in una nota, la decisione della Procura di Milano di rinviarla a giudizio, con citazione diretta, per il caso dei pandori e delle uova di cioccolato. Il 23 settembre  saranno ascoltati anche otto acquirenti che dovranno parlare degli acquisti effettuati e dell'impatto "della comunicazione relativa all'attività benefica sulla decisione di acquisto".

Udienza pre-dibattimentale

Quella del 23 settembre sarà comunque un'udienza pre-dibattimentale, una sorta di vaglio prima del processo. Poi il giudice deciderà se si aprirà o meno il dibattimento a carico degli imputati. Le imputazioni contestate nel decreto sono quelle di truffa aggravata già contenute nella chiusura indagini dello scorso ottobre. A fine dicembre c'era stato l'accordo tra Ferragni e il Codacons che aveva presentato l'esposto che aveva fatto scattare l'inchiesta. L'influencer ha deciso non solo di risarcire i consumatori che si erano rivolti all'associazione con 150 euro l'uno, ma anche di donare in beneficenza 200mila euro ad un ente che si dedica al supporto e alla tutela delle donne vittime di violenza. Il Codacons ha così revocato la denuncia e non è più parte offesa.


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