Cisgiordania: uccisa una cittadina statunitense durante scontri con l’esercito israeliano

Cisgiordania: uccisa una cittadina statunitense durante scontri con l’esercito israeliano

Cisgiordania: uccisa una cittadina statunitense durante scontri con l’esercito israeliano Photo Credit: agenzia fotogramma


L’agenzia di stampa palestinese Wafa ha confermato la morte dell’attivista avvenuta a causa di un colpo alla testa

Palestina sempre più vicina al baratro. Israele è impegnata su ogni porzione di confine del suo territorio, non solo Gaza, Yemen e Libano -che con l’Iran formano il cosiddetto Asse del Male (per gli israeliani) o Asse della Resistenza (per le forze sciite) -, anche la Cisgiordania è sempre più infiammata dagli scontri. Le forze di difesa di Israele sono impegnate da alcuni giorni nei Territori nell’ambito di un’operazione militare, definita antiterroristica, lanciata nel nord dei Territori.

LA VITTIMA

Si è appreso dall’agenzia palestinese Wafa che sarebbe rimasta uccisa un attivista statunitense di origine turca di 26 anni in seguito a “un colpo di pistola alla testa”. Lo rivela il direttore dell’ospedale palestinese di Nablus. “Un attivista americana della solidarietà è arrivata in ospedale con un colpo di pistola alla testa e abbiamo annunciato il suo martirio intorno alle 14.30” ha dichiarato il medico. L’esercito israeliano ha annunciato un’indagine sull’incidente. L’Idf era impegnato a sedare una rivolta a Beita, cittadina situata a nord di Nablus, alla quale partecipava anche la ventiseienne. La ragazza è stata trasferita all’ospedale Rafidiye di Nablus dopo essere stata colpita ma i medici non sono riusciti a salvarla. La vittima è stata identificata come Aysenur Ezgi Eygi. Secondo l’agenzia Wafa, l’attivista era coinvolta nel progetto Faz’a, che si occupa di sostenere e proteggere gli agricoltori palestinesi “dalle violenze dei coloni militari israeliani”.


L’IDF

L’esercito israeliano ha dichiarato che durante l’operazione antiterrorismo in Cisgiordania sono stati uccisi 36 combattenti e arrestati 46 palestinesi ricercati, oltre al sequestro di decine di armi, alla distruzione di tre laboratori che stavano lavorando alla fabbricazione di bombe e alla neutralizzazione di decine di ordigni esplosivi pronti ad essere utilizzati contro Israele. Secondo Wafa sono stati uccisi 40 palestinesi dall’inizio dell’operazione militare nelle zone di Jenin, Tulkarem e Tubas nel nord della Cisgiordania.


I TERRITORI

In Cisgiordania l’esercito che fa capo a Tel Aviv, in modo sempre più smaccato difende le ragioni dei Coloni, che, appoggiati dall’estrema destra messianica, ala estrema dell’attuale Governo, accampano diritti sacri su terra e i beni dei Territori. Oggetto di contesa ormai primordiale, la Cisgiordania, secondo lo status quo del ’48, doveva rimanere in mano ai palestinesi e al loro Governo, ma il Likud, governo di destra di Israele -al poter da oltre 20 anni con Netanyahu quale premier-, ha sempre incoraggiato la corrosione dei confini prestabiliti.



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