Il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, a RTL 102.5: “Indagine su San Siro? Spero sia atto dovuto” Photo Credit: ANSA/PAOLO SALMOIRAGO
06 novembre 2025, ore 11:30
Sulla sicurezza: “Bisogna fare di più”
Attilio Fontana, Presidente della Regione Lombardia, interviene su RTL 102.5, all’interno di “Non Stop News”, in compagnia di Enrico Galletti, Massimo Lo Nigro e Giusi Legrenzi.
SICUREZZA: LA VICENDA DI GAE AULENTI
«Innanzitutto rivolgo ancora solidarietà e vicinanza alla signora, dipendente di FIN Lombarda, e alla sua famiglia. Si deve fare di più perché la riforma che è iniziata prevedeva la costituzione di una serie di altre strutture che avrebbero dovuto accompagnare le persone affette da malattie mentali e che non sono state realizzate, se non in maniera minima. È chiaro che bisogna rivedere tutto. Innanzitutto, bisogna portare a termine la riforma e prevedere che ci sia una valutazione più stringente sul concetto di pericolosità, perché è chiaro che non è concepibile che una cittadina che si sta recando al lavoro, venga aggredita e rischi la vita. Non deve mai succedere una cosa di questo genere, ma questa è ancora più grave in quanto determinata, purtroppo, da uno squilibrio mentale. Credo anche che si debbano comunque ringraziare, come sempre, i medici che hanno dimostrato ancora una volta la loro grandissima capacità».
LA VICENDA DI ROVIGO: L’UOMO CHE HA FERITO I LADRI NON É INDAGATO
«Mi sembra che sia un’ottima legge, una legge che aspettavamo da tanto tempo. Bisogna che si sappia che in una privata abitazione non è consentito entrare e che può succedere che qualcuno abbia anche in dotazione in qualcosa che gli consente di reagire, in questo caso una pistola. Mi sembra che si assolutamente legittimo difendere la propria proprietà privata, in modo tale da evitare che qualcun altro, in maniera assolutamente non legittima, si introduca. Si deve sapere, per chi entra nelle case altrui, che adesso può succedere anche questa cosa e credo che sia una legge di giustizia».
IL TEMA DELLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE E IL REFERENDUM
«Il mio è un pensiero che si riferisce a tutte quelle riforme che sono fondamentali per il futuro del nostro Paese, come quella della sanità che bisognerà fare. La riforma della giustizia serve a migliorare la qualità della vita dei nostri cittadini, che serve a rendere la giustizia più giusta di quella che oggi non sia. Io credo che volere politicizzare sia una speculazione stupida, che può avere qualche frutto per carità, perché magari qualche voto lo si riesce a strappare, ma che dimostra un’ottusità, perché per strappare qualche voto all’avversario si cerca di opporsi a una riforma che sarebbe utile a tutta la comunità e di grande utilità. E la riforma della giustizia che è un inizio della grande riforma che si dovrà fare della giustizia, è qualcosa di dovuto. È qualcosa che ho già detto, ma che ha sempre pensato anche Falcone con grandissima lucidità. Nel momento in cui si passa dal rito inquisitorio al rito accusatorio è chiaro che il pubblico ministero diventa una delle due parti del processo che deve essere giudicato da un giudice terzo. Quindi ripeto, è normale, come diceva anche Falcone, che non ci debba essere una commissione di carriere fra il giudicante e l’inquirente. Mi sembra una cosa talmente ovvia: in tutti i Paesi ove vige il rito accusatorio, c’è la separazione delle carriere. I pubblici ministeri e i giudici fanno parte di due organismi differenti. Io credo che sia brutto dover discutere di una cosa talmente ovvia ed evidente che dovrebbe essere riconosciuta da tutti senza neanche aprire la discussione. Purtroppo, si sta facendo una squallida speculazione di carattere politico. Poi è chiaro che la regione vera, secondo il mio parare, è che dietro tutto questo ci sia un’altra parte della riforma che i giudici non vogliono a tutti i costi, ovvero quella del sorteggio del CSM, perché lì si scardina in maniera sostanziale il potere dato alle correnti, quindi si prende la scusa della separazione delle carriere per non dire direttamente che invece la cosa che dà più fastidio è il sorteggio, che ripeto scardina questo squallido potere contro le correnti. Anche per l’affluenza al referendum bisognerebbe fare una discussione di alto livello, bisognerebbe citare Calamandrei, che sosteneva bisognasse creare un organismo addirittura di carattere politico che controlli l’operato dei pubblici ministeri. Bisognerebbe fare una discussione di alto profilo e fare in modo che i cittadini vengano coinvolti».
MILANO-CORTINA 2026
«È un progetto sicuramente molto strategico, un progetto che ha consentito, tramite le Olimpiadi, di realizzare una serie di opere pubbliche per la nostra popolazione e comunità. Si tratta di opere che erano state richieste da anni e che si è colta l’occasione delle Olimpiadi, per accelerare la loro realizzazione. Teniamo conto che i 5 miliardi e 400 mila che sono stati investiti fra soldi statali e regionali, il 48% va al miglioramento della rete ferroviaria. È da quando sono diventato Presidente di questa regione che abbiamo una rete ferroviaria che appartiene a RFI, quindi non alla Regione, che è vecchie e desueta, assolutamente in condizioni inaccettabili e che fa fatica a reggere il traffico che si svolge, perché è una rete che è stata costruita e realizzata subito dopo la fine della guerra e, e non parzialmente, non è mai stata aggiornata. Un altro 42% va al miglioramento di opere stradali, come la variante di Tirano, che è un’opera che la comunità si aspettava da trent’anni e che grazie alle Olimpiadi si riesce ad anticipare la realizzazione. Infine, soltanto una piccola parte, circa il 10%, sono miglioramenti di opere sportive, che rimarranno e saranno utili per migliorare la qualità dei nostri centri. Bisogna dire grazie al Governo che ci ha seguito, grazie al Ministro Salvini e al Ministro Giorgetti, che hanno seguito questo progetto. All’inizio, l’allora governo non voleva le Olimpiadi, come era stata respinta la richiesta di Roma, così non voleva che si facessero queste Olimpiadi Invernali. Dicevo, ci sarà questa parte delle infrastrutture che è fondamentale, ma io credo che ci sarà una grande legacy di conoscenza della bellezza dei nostri siti, turismo maggiore, capacità organizzativa. Ci sarà una legacy che porterà ad uno sviluppo di tutto il territorio».
STADIO SAN SIRO
«Sulle indagini della procura mi auguro che sia un atto dovuto derivante dal fatto che qualcuno ha presentato un esposto. Mi auguro che la Procura faccia luce sulla situazione al più presto possibile, perché già è una procedura complessa e difficile ed è chiaro che se ci sono motivi di carattere giudiziario che rallentano il percorso, diventa ancora più complicato e difficile. Mi auguro quindi che si tratti di un atto dovuto e che presto si chiarisca, perché come ho detto tante volte, Milano ha necessità di avere un nuovo stadio, perché lo sport è cambiato, la società è cambiata e gli stadi sono cambiati nella loro conformazione e nel loro sfruttamento, sono delle realtà completamente diverse».
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