Jurassic World, tutti pazzi (ancora) per i dinosauri!

Jurassic World: tutti pazzi (ancora) per i dinosauri!

Jurassic World: tutti pazzi (ancora) per i dinosauri!


Record ogni epoca, all'esordio, per il quarto capitolo della saga sui dinosauri. Perchè ci piacciono così tanto?

Avvio clamoroso per "Jurassic World", che si riporta sull'Isla Nublar, alle prese con i più grandi e letali predatori della storia della Terra. Numeri pazzeschi al boxoffice, per un film ricco di effetti speciali e azione, ma povero di idee veramente nuove. I dinosauri sono gli unici a non tradire.

22 anni dopo il primo, storico Jurassic Park, nato dal romanzo del grande Michael Crichton e dalla genialità di Steven Spielberg, ci risiamo: i dinosauri tornano, razziano, devastano, ruggiscono, mangiano e stabiliscono un nuovo record. 512 milioni di dollari, nel primo fine settimana, in tutto il mondo sono un primato da brividi. Mai nessun film era riuscito a toccare un risultato simile, prova che il fascino dei dinosauri è fra i più resistenti della storia del cinema, maggiore di quello di King Kong o Godzilla, finiti maluccio nelle ultime versioni.

Il record, però, è merito anche del film o solo dei dinosauri, in quanto tali?

Lecito chiederselo, dopo aver visto Jurassic World...basta una ventina di minuti di pellicola, infatti, a comprendere perché Steven Spielberg si sia sfilato, da questo quarto capitolo. La storia è debolina, la scrittura dei dialoghi debolissima, la recitazione debolerrima (se si potesse scrivere). Non è sufficiente, infatti, provare a reggere l'intero film sul principio che ci si abitui a tutto, compresi i dinosauri non più estinti, al punto da doverne creare in laboratorio sempre di nuovi, più grossi e più cattivi. La manipolazione genetica era, nel Jurassic Park originale, magari ingenua e semplicistica, ma dava un senso alla storia e stava in piedi. In Jurassic World, si sfiora il ridicolo, nella creazione dell''Indominus Rex' (e basterebbe il nome...), un patchwork di vari dinosauri, manco il leggendario mostro di Frankenstein Junior...

Accennavamo alla recitazione: secondo qualche buontempone, il muscolare protagonista, Chris Pratt, sarebbe l'Harrison Ford del terzo millennio. Sia chiaro: un'alzata di sopracciglia di Indiana Jones vale tutto Jurassic World. Gli altri si arrangiano, ma hanno parti così abbozzate, che più di tanto non si può fare e dare.

Meno male, allora, che ci sono i dinosauri, quelli veri, intendiamo. I Raptor fanno sempre il loro dovere e gli Pterodattili (e simili) regalano forse la migliore sequenza dell'intero film, con un attacco degno degli 'Uccelli' di Hitchcock.

Ecco, alla fine Jurassic World può anche essere un'americanata clamorosa, ma i dinosauri restano i dinosauri, per grandi e piccini. Al loro fascino ambiguo ed eterno non si resiste.

Peccato, solo, debbano recitare con gli umani.


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