La dieta ideale esiste? Meglio una sana routine, mettiamo a confronto la dieta vegana e quella mediterranea

La dieta ideale esiste? Meglio una sana routine, mettiamo a confronto la dieta vegana e quella mediterranea

La dieta ideale esiste? Meglio una sana routine, mettiamo a confronto la dieta vegana e quella mediterranea


In un mondo che ci impone di essere performanti si seguono le diete più svariate, dalla vegana al digiuno intermittente

La mia esperienza vegana

Da almeno una decina di anni mi sono privata di alcuni alimenti che precedentemente a questa scelta consumavo in abbondanza, quali salumi e carne bovina. Inizialmente avevo eliminato qualunque tipo di cibo di derivazione animale, ma dopo alcuni mesi ho rinunciato a tale severità di costumi, anche se eticamente corretta, perché eccessivamente incompatibile con le mie abitudini. In ogni caso, dopo poco tempo dall’eliminazione della carne rossa, ho avvertito una crescente energia direttamente proporzionale alla perdita di peso, una detossificazione profonda del mio corpo, letteralmente intasato da anni di abusi e sregolatezze alimentari, nonostante, complice l’attività fisica costante che mi ha sempre accompagnato negli anni, non abbia mai avuto cambiamenti esteriori notevoli. In realtà quello che mi ha aiutato ad indirizzarmi ad uno stile di vita più consapevole è stata la crescente empatia che nutrivo e che nutro nei confronti di tutti gli esseri senzienti: dopo essermi documentata sulla realtà dei mattatoi e degli allevamenti intensivi, peraltro causa principale della deforestazione del pianeta, la scelta di fare a meno, sia pur a malincuore essendo una carnivora dalla nascita, di una succulenta fiorentina mi è sembrata l’unica strada possibile. Ma questa è la mia esperienza.


Lo studio: dieta vegana vs dieta mediterranea

Uno studio condotto da un team del Physicians Committee for Responsible Medicine (PCRM), ha assegnato in modo casuale a 62 partecipanti, in sovrappeso e non diabetici, una dieta vegana ed una dieta mediterranea. Per 16 settimane la metà dei partecipanti ha seguito una dieta a basso contenuto di grassi che eliminava i prodotti animali e si concentrava su frutta, verdura, cereali integrali e legumi. L’altra metà ha seguito invece una dieta mediterranea, che si concentrava su frutta, verdura, legumi, pesce, latticini magri ed olio extravergine di oliva, limitando o evitando la carne rossa ed i grassi saturi. Nessuno dei due gruppi ha dovuto rispettare un limite calorico, conservando inoltre le proprie abitudini di attività fisica o assunzione di farmaci. Trascorse le 16 settimane i partecipanti sono tornati alle loro diete di base per un periodo di quattro settimane prima di passare al gruppo opposto per altre 16 settimane. I risultati della ricerca hanno mostrato come una dieta vegana a basso contenuto di grassi abbia dato risultati migliori su peso, composizione del grasso corporeo, sensibilità all’insulina e livelli di colesterolo, rispetto alla dieta mediterranea. I responsabili dello studio fanno notare che la dieta vegana probabilmente ha portato alla perdita di peso perché associata ad una riduzione dell’apporto calorico, all’aumento dell’assunzione di fibre, alla diminuzione del consumo di grassi ed in particolare a quello di grassi saturi. Quella mediterranea, invece, probabilmente non ha avuto effetto sulla perdita di peso in quanto inclusiva di pesce grasso, latticini ed oli. Ricco di frutta, verdura, cereali integrali, legumi ed olio d’oliva, quello mediterraneo è un regime celebre per essere povero di grassi saturi e ricco di proteine magre, ma evidentemente non abbastanza competitivo con quello vegano dal punto di vista della riduzione del peso corporeo.


La dieta del digiuno

Al giorno d’oggi esistono molteplici schemi alimentari che includono qualunque tipo di scelta nutritiva ed etica, incluso il digiuno, di gran moda ultimamente. Questa dieta, detta anche “mima digiuno”, prevede l’assunzione controllata di proteine (11-14 per cento), carboidrati (42-43 per cento) e grassi (46 per cento), per una riduzione calorica complessiva compresa tra il 34 e il 54 per cento rispetto all'apporto canonico. Esiste la dieta 5:2, durante la quale per cinque giorni a settimana si può mangiare assumendo tutti gli alimenti senza eccezioni e il periodo deve essere inframezzato da due giornate, tra loro non consecutive, in cui l'approvvigionamento energetico non deve essere superiore a un quarto di quello abituale, e la dieta del digiuno intermittente, nella quale si concentra l'assunzione di alimenti in un periodo variabile tra 6 e 8 ore. Prima dell'inizio della giornata e dopo l'ultimo pasto, viene evitato anche il più piccolo spuntino, in modo da abituare l'organismo a «lavorare» in condizioni di riduzione della sazietà. Così facendo, si evita anche di accumulare energia inutile sul finire della giornata. Il digiuno fai da te, quello nel quale non si mangia per giorni nella speranza di perdere gli eterni due chili di troppo, non credo sia consigliabile, se non sotto prescrizione medica. Certamente una buona abitudine, aldilà di qualsivoglia regime dietetico che si scelga di seguire, è quella di assumere un bicchiere di acqua tiepida con succo di limone al risveglio, per mettere subito in moto il metabolismo e purificarsi dalle tossine accumulate. Praticare attività fisica quotidianamente, anche una semplice passeggiata, può contribuire al benessere di corpo e mente. Infine, il mio modesto consiglio è di seguire la propria natura e le proprie inclinazioni, senza privarci di qualche piccolo peccato di gola per alimentare, insieme al corpo, anche il buonumore, indispensabile per affrontare il “logorio della vita moderna”. 

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