La rivoluzione gentile di Lina Wertmüller, la prima donna ad essere candidata al premio Oscar come miglior regista

La rivoluzione gentile di Lina Wertmüller, la prima donna ad essere candidata al premio Oscar come miglior regista

La rivoluzione gentile di Lina Wertmüller, la prima donna ad essere candidata al premio Oscar come miglior regista


E’ scomparsa oggi all’età di 93 anni la regista premiata lo scorso anno con l’Oscar alla carriera. Ripercorriamo, nella sua strabiliante carriera, film e personaggi memorabili cui ha dato vita

Un simbolo importante di cinema, arte ma soprattutto femminilità. Si perchè Lina Wertmüller è stata molto più di una regista e sceneggiatrice. Sicuramente bisogna darle il merito di aver scritto alcune delle pagine più incantevoli ed eleganti del cinema internazionale, ma oggi, nel giorno della sua scomparsa, va ricordata anche e soprattutto per aver aperto la strada alle donne all’interno della Settima arte. E’ stata, infatti, la prima donna in assoluto ad essere candidata alla vittoria dell'Oscar come miglior regista; dopo di lei ci saranno solo Jane Campion, Sofia Coppola, Kathryn Bigelow, Emerald Fennell e, proprio quest’anno, Chloé Zhao.

I PRIMI PASSI NEL MONDO DEL CINEMA

Dopo aver fatto tanta gavetta in radio e in televisione, approda al cinema al fianco di Federico Fellini che la volle come aiuto regista per due dei film più importanti della carriera, “La dolce vita” e “Otto e mezzo”, rispettivamente nel 1960 e 1963. Oltre a farsi le ossa con uno dei nomi più importanti del panorama cinematografico, la Wertmüller impara anche le regole del set ma soprattutto acquisisce la sensibilità artistica della regia che metterà in pratica da lì a poco. Infatti il 1963 segna il debutto in cabina di regia nel film “I basilischi” che la vide impegnata anche nel ruolo di sceneggiatrice. Un film potente e delicato che fonde la tradizione italiana per il realismo, raccontato con una regia che sembra ispirarsi al cinema francese della neonata nouvelle vague. Le musiche furono firmate da Ennio Morricone e nel cast figura anche un giovanissimo Stefano Satta Flores. Interessante ricordare che la Wertmüller prestò la voce a numerosi personaggi di contorno del film.


DAL WESTERN ALL’ITALIANA AL SODALIZIO CON GIANNINI

L’opera cinematografica di Lina Wertmüller non può essere etichettata in nessun modo. E’ unica nel suo genere. Molti hanno provato ad inserirla nel solco della commedia all’italiana, ma chi scrive è del parere che i suoi film sono troppo onirici e favolistici per essere annoverati in tale filone. Ad ogni modo lei di generi filmici ne ha conosciuti tanti. Nel 1968, sotto lo pseudonimo di Nathan Witch, dirige assieme a Piero Cristofani (diventato per l’occasione George Brown) un western all'italiana, “Il mio corpo per un poker”. Il risultato non può essere confrontato con nessun altro western. Anche qui, il suo tocco poetico, creativo e virtuoso, ha reso  ogni film unico. Con l’arrivo degli anni 70, inizia la fortunata collaborazione con il suo attore feticcio per eccellenza: Giancarlo Giannini. Da Mimì metallurgico ferito nell'onore (1972), a Film d'amore e d'anarchia - Ovvero "Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza..." (1973), passando ovviamente per il celebre Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto (1974), al Pasqualino Settebellezze (1976) che la portò alla nomination agli Oscar.

I SENTIMENTI UMANI AL MICROSCOPIO

Con tutta probabilità la Wertmüller è stata la regista che ha saputo meglio indagare i conflitti uomo-donna. I suoi film sono stati, a nostro giudizio, autentiche sedute di psicanalisi dove il gioco dei sessi veniva esplorato con la precisione di un microscopio, ma anche con tutta la sensibilità che solo una donna può avere. Come non citare lo splendido lavoro del duo Giannini/Melato nel film “Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto”, che nelle spiagge ancestrali della Sardegna sembrano scavare i generi sessuali fino alle radici, andando quasi ad emulare Adamo ed Eva. Ma anche l’ultimo lavoro per il cinema della Wertmüller “Peperoni ripieni e pesci in faccia” dove Sophia Loren interpreta una donna alle prese con una crisi familiare.

IL TITOLO PIU’ LUNGO DEL CINEMA

E’ noto che Lina Wertmüller si sia aggiudicata il record nel Guinness dei primati come titolo più lungo di un film nella storia del cinema. Il film in questione è “Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici” una pellicola che rispecchia chiaramente il ribollire degli anni piombo e che vede coinvolti attori di spicco del cinema italiano come Marcello Mastroianni, Sophia Loren e Giancarlo Giannini. La generazione di oggi dovrebbe riscoprire l’opera di Lina Wertmüller perchè rimarrebbe colpita dall’assoluta modernità delle tematiche trattate in molti film della sua carriera, oggi ancora molto attuali.


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