Medio Oriente: scambio di quattro soldate israeliane per duecento detenuti palestinesi. Le liste modificate che potevano compromettere l'accordo.

Medio Oriente: scambio di quattro soldate israeliane per duecento detenuti palestinesi. Le liste modificate che potevano compromettere l'accordo.

Medio Oriente: scambio di quattro soldate israeliane per duecento detenuti palestinesi. Le liste modificate che potevano compromettere l'accordo. Photo Credit: agenziafotogramma.it


Nel pomeriggio Hamas libererà quattro militari donne israeliane, per ognuna di loro Tel Aviv rilascerà cinquanta detenuti palestinesi. I nomi delle liste sono cambiati all'ultimo e la fragile tregua ha rischiato di naufragare.

Secondo l’accordo di Doha, oggi ci sarà il secondo rilascio dopo 477 giorni di prigionia. Avrebbero dovuto essere liberate donne civili, invece escono soldate. Pericoloso imprevisto, la pace fragile può saltare con un nonnulla, qualsiasi cambiamento potrebbe mettere a rischio il trattato raggiunto con grande difficoltà tra Israele e Hamas.

CHI VERRA' LIBERATO

I quattro ostaggi, i cui nomi sono stati comunicati da Hamas nel tardo pomeriggio ieri, sono Liri Albag , 19 anni, Daniella Gilboa , 20 anni, Karina Ariev , 20 anni, e Naama Levy , 20 anni. Sono tra le sette soldatesse rapite dall'unità di sorveglianza delle Idf presso la base militare di Nahal Oz durante il massacro guidato da Hamas del 7 ottobre 2023. Israele scarcererà 200 detenuti palestinesi a fronte del rilascio delle 4 donne, alcuni dei quali classificati come pericolosi terroristi. Per ognuna delle donne, dunque, verranno liberati dalle prigioni israeliane 50 incarcerati. Quando le militari saranno in mano all’esercito dello Stato ebraico, partiranno i pullman con i detenuti palestinesi. Contemporaneamente, le truppe israeliane inizieranno a ritirarsi dal corridoio Neztarim, che taglia Gaza a metà, permettendo alla gente di risalire verso nord, nelle aree sfollate durante i bombardamenti.

CHI MANCA

Mancano dunque all’appello Shiri Bibas, madre di Kfir e Ariel, nove mesi e quattro anni al momento del sequestro -i più piccoli tra i detenuti-, e Arbel Yehud, 29 anni, del kibbutz Nir Oz. Israele avrebbe chiesto che Yehud uscisse oggi, invece la ventinovenne non tornerà, non oggi almeno. Le motivazioni della richiesta e il cambio della lista non sono chiare al momento. Però, è certo che queste modifiche hanno creato un terreno scivoloso per gli accordi. Comunque, alla fine, Tel Aviv ha accettato il nuovo elenco. Per complicare le cose, Hamas ha reso noto di aver trovato degli errori in alcuni nomi dei prigionieri palestinesi che Israele dovrebbe rilasciare oggi e di essere in contatto con i mediatori per risolvere la questione.

LA CROCE ROSSA 

I quattro ostaggi saranno rilasciati prima del previsto. Lo ha riferito Hamas all'agenzia di stampa saudita Asharq News. Intanto, al Jazeera ha riferito che i veicoli del Comitato Internazionale della Croce Rossa si stanno dirigendo dalla Striscia di Gaza al valico di frontiera di Kerem Shalom, nella parte meridionale di Gaza. Tre campi sono pronti in Israele al confine con la Striscia, nel punto più vicino a quello del rilascio per accogliere le soldate liberate.

UNA TREGUA FRAGILE

Netanyahu ha intanto chiesto più tempo per lasciare il Libano, Israele avrebbe dovuto ritirarsi oggi. E chiede all' Unrwa di lasciare Gerusalemme entro fine mese. Intanto, prosegue l’attacco a Jenin, in Cisgiordania. Tutte situazioni che mettono in pericolo il futuro dei trattati. Lo hanno capito i familiari degli ostaggi, che ieri hanno protestato bloccando l’autostrada Tel Aviv-Gerusalemme per chiedere che tutti gli ostaggi tornino presto a casa.

LA DIPLOMAZIA

Si fanno passi avanti, però, nei rapporti diplomatici. Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha parlato con il Primo Ministro yemenita Ahmed bin Mubarak e ha discusso della cooperazione per fermare gli attacchi dei ribelli Houthi nella regione. Lo ha reso noto il Dipartimento di Stato Usa.



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