Save the Children, le regioni più amiche delle mamme, Valle d’Aosta e Emila Romagna in cima alla classifica

10 maggio 2023, ore 14:13

Dato relativo alle nascite in continuo calo da anni, nel 2022 è stato raggiunto il minimo storico con meno di 400000 di nascite

Save the Children, le regioni più amiche delle mamme, Valle d’Aosta e Emila Romagna in cima alla classifica
PHOTO CREDIT: agenziafotogramma.it

Secondo il rapporto “Equilibriste” di Save the Children il 2022 ha sancito il minimo storico per quanto riguarda le nascite nel nostro paese, registrando un -1,9% rispetto allo scorso anno con 392mila nascite. Una contrazione della natalità che coinvolge il nostro paese da decenni, per via del fatto che le donne italiane preferiscano avere pochi figli o nessuno. A risentirne anche l’età nella quale si decide di avere un figlio, quest’anno l’età media è di 32 anni, una delle più alte di Europa, con un 10% di queste che risulta essere ultra quarantenne. Quest’anno l’Indice delle madri per regione è il risultato di una analisi basata su 7 dimensioni: demografia, lavoro, servizi, salute, rappresentanza, violenza, soddisfazione soggettiva. Da queste caratteristiche è risultato come tra le regioni più “amiche delle mamme”, ci siano la Provincia Autonoma di Bolzano, l’Emilia-Romagna e la Valle d’Aosta rispettivamente al primo, secondo e terzo posto dell’Indice generale. Tutte e tre superano di ben 10 punti il valore di riferimento nazionale, seguite da Toscana, Provincia Autonoma di Trento, Umbria, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia, che invece lo superano di poco. Agli ultimi posti le regioni Basilicata, Campania, Sicilia, Calabria e Puglia, che occupano rispettivamente dalla 21ma posizione alla 17ma e sono sotto il valore di riferimento di almeno 10 punti, per via della carenza di servizi e lavoro nei propri territori.

La correlazione tra l’occupazione e la maternità

Sono diverse le cause segnalate dalle donne italiane: fatica (40%), difficile conciliazione lavoro/famiglia (33%), mancanza di supporto (26%), scarsità dei servizi (26%) sono le principali. In particolare è risultata esserci una correlazione tra partecipazione femminile al mercato del lavoro e fecondità. Il tasso di occupazione per le mamme si ferma al 63%, contro il 90,4% di quello dei papà, e con due figli minori scende fino al 56,1%, mentre i padri che lavorano sono ancora di più (90,8%), con un divario che sale a 34 punti percentuali. Determinanti anche le differenze geografiche, al sud l’occupazione delle donne con figli è al 39,7% (46,4% se i figli non ci sono), contro il 71,5% del nord (78,9% senza figli).


Tags: Italia, Natalità, Save the Children

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