Scavi sotto la Casa del Jazz a Roma, si cerca il corpo del giudice Paolo Adinolfi Photo Credit: Foto: Ansa
13 novembre 2025, ore 21:00
Il magistrato sparì nel '94. La famiglia: 'Chiediamo rispetto'. In una delle due indagini, entrambe archiviate l'accostamento con la Banda della Magliana
È un mistero che dura da oltre 31 anni quello della scomparsa a Roma del magistrato Paolo Adinolfi, oggi ritornato alla ribalta con gli scavi alla Casa del Jazz. La vita lavorativa e privata del giudice Paolo Adinolfi fu scandagliata da cima a fondo dagli allora magistrati della Procura di Perugia ma nulla emerse che potesse spiegare la sua scomparsa, a Roma la mattina del 2 luglio del '94. "Speriamo come tutti che le nuove ricerche portino a qualcosa. Ipotesi su che fine ha fatto? Sto ai riscontri giudiziari che portarono a non escludere una scomparsa volontaria" ha detto Fausto Cardella, magistrato di lunga esperienza ora in pensione che per primo si occupò del caso, dopo gli ultimi sviluppi. La famiglia del giudice sostiene di non essere mai stata né consultata né informata e chiede rispetto per il proprio infinito dolore.
LA SCOMPARSA E LE INDAGINI
Nel capoluogo umbro le indagini si svolsero in due fasi diverse. Entrambe però finite con l'archiviazione dei fascicoli. E se Cardella non ha mai escluso un allontanamento senza costrizioni del giudice, l'altro magistrato che si occupò delle indagini, Alessandro Cannevale, è stato propenso a ritenere una sparizione per cause forzate. Una verità comunque rimasta sospesa perché al momento almeno a Perugia non c'è alcuna indagine aperta.
L’OMBRA DELLA BANDA DELLA MAGLIANA
La Magliana è stata accostata alla scomparsa del giudice Paolo Adinolfi, nel luglio del 1994 . L'intreccio, in una vicenda che al momento non ha trovato alcuno sbocco giudiziario con le inchieste tutte archiviate, sarebbe legato alla società Fiscom di cui si era occupato nel 1992 Adinolfi quando era giudice alla sezione Fallimentare. Una società di intermediazione finanziaria dichiarata fallita da Adinolfi e che sarebbe stata legata ad ambienti della criminalità organizzata e con esponenti della Banda tra cui Nicoletti (il cassiere della banda) che aveva la sua dimora, poi confiscata, proprio nell'attuale Casa del Jazz al centro di verifiche disposte dalla Prefettura.



