Compie un anno la pandemia di coronavirus, il primo dicembre del 2019 il primo caso certificato a Whuan

Compie un anno la pandemia di coronavirus, il primo dicembre del 2019 il primo caso certificato a Whuan

Compie un anno la pandemia di coronavirus, il primo dicembre del 2019 il primo caso certificato a Whuan


La data è indicata da uno studio della rivista Lancet come l'inizio della Pandemia, un uomo viene ricoverato con una polmonite misteriosa nella metropoli cinese. Dopo un anno i casi registrati nel mondo sono 63 milioni e quasi un milione e mezzo le vittime, in Italia oltre 1,6 milioni di contagi e 55.000 decessi.

Al principio fu una polmonite anomala, con sintomi non riconducibili ad altre malattie, e in quel momento nessuno avrebbe mai pensato che sarebbe stato l’inizio della Pandemia del secolo che avrebbe cambiato la vita di tutti noi e avrebbe sconvolto le economie di tutto il globo. È uno studio retrospettivo del 24 gennaio 2020 della rivista Lancet a fissare l’inizio della diffusione del coronavirus al primo dicembre del 2019. È un uomo il primo a mostrare i segni della malattia, nella città di Whuan, la metropoli più popolosa della parte orientale del Cina, con i suoi 11 milioni di abitanti, nella provincia dell’Hubei. Molti affermano che a quel punto fossero già molte le polmoniti anomale diffuse. Addirittura, al netto delle teorie complottiste, qualcuno fa partire l’inizio della pandemia dai giochi militari tenuti nella stessa città dal 18 al 27 ottobre 2019 con 10 mila atleti di 110 nazioni, quando si registrò un numero rilevante di persone colpite da una misteriosa influenza. Il primo atto ufficiale che certifica la comparsa del nuovo coronavirus è del 31 dicembre del 2019, quando sono le stesse autorità cinesi a comprendere che si tratta di qualcosa di nuovo. Viene anche individuato il punto di partenza, il Huanan Seafood Wholesale Market di Whuan, il mercato dove si vendono anche animali vivi per il consumo alimentare. Dei 41 pazienti ricoverati con sintomi, due terzi risultano essere passati dal mercato. Le prime tracce del virus vengono rilevate in diversi punti della struttura, tanto che le autorità decidono di chiuderla il giorno successivo, il primo gennaio del 2020. Si pensa ancora a contagio da animale a uomo. Il 9 gennaio le autorità cinesi parlano ufficialmente di un coronavirus della stessa famiglia di quelli di Sars e Mers. L’annuncio dell’Organizzazione mondiale della sanità è del 10 gennaio, quando si diffondono anche le prime raccomandazioni. Il 12 gennaio arriva la prima sequenza genetica del virus e il 20 di gennaio la notizia più temuta: l’Oms ufficializza il salto di specie, il contagio avviene anche tra uomo e uomo. Tre giorni dopo scatta il lockdown a Whuan e le prime immagini delle strade deserte fanno il giro del mondo e sembrano incredibili. Qualche giorno prima si registrano i primi casi fuori dalla Cina, tutte persone che erano passate per Whuan. Il 7 febbraio muore Li Wenliang il medico cinese che per primo aveva cercato di diffondere l’allarme sulla nuova malattia e che era stato censurato dalle autorità locali perché accusato di diffondere notizie false. Solo il 2 aprile verrà proclamato eroe nazionale


Le tappe italiane della Pandemia

L’allarme in Italia si diffonde il 30 di gennaio quando il governo decide di fermare i voli da e per la Cina, nello stesso giorno in cui l’Oms dichiara l'emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale. Studi successivi hanno però confermato che il virus era arrivato nel nostro Paese molti mesi prima. Il 31 gennaio l’esecutivo dichiara lo stato d’emergenza. Il 19 di febbraio si tiene  un evento considerato molto importante per la diffusione del coronavirus in Italia: a San Siro si gioca la partita tra Atalanta e Valencia per la Champions league. Secondo gli esperti la “partita zero”, quella che avrebbe provocato il focolaio in provincia di Bergamo. Due giorni dopo il paziente uno. Un uomo di 38 anni di Codogno viene ricoverato con una grave polmonite e risulta positivo al coronavirus. Dopo di lui subito altre 14 persone risultano aver contratto il covid. La prima vittima è Adriano Trevisan, un 78enne di Vo’ Euganeo, deceduto all’ospedale di Schiavonia, in provincia di Padova. Il 23 febbraio il governo decide di istituire una zona rossa in 11 comuni di Lombardia e Veneto, il giorno prima aveva deciso di chiudere le scuole nelle regioni del Nord dal 24. Il 4 marzo arriva lo stop di tutti gli istituti scolastici. Il 9 di marzo invece, la decisione più difficile del governo: scatta il lockdown, si ferma tutto e l’Italia diventa il primo Paese ad adottare misure restrittive così rigide.  



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