Con la pandemia esplode l'antisemitismo on line, lo dice uno studio della Commissione Europea

Con la pandemia esplode l'antisemitismo on line, lo dice uno studio della Commissione Europea

Con la pandemia esplode l'antisemitismo on line, lo dice uno studio della Commissione Europea


Si moltiplicano le teorie del complotto, crescono i post antisemiti nei primi due mesi dell'anno

Come nell'Europa del Trecento. Nel XIV secolo la peste nera arrivata dalle steppe dell'Asia a cavallo delle pulci dei ratti scatenò pogrom contro gli ebrei nel Vecchio Continente. Oggi, quasi sette secoli dopo, la pandemia di Covid-19 ha "esacerbato un trend preoccupante di antisemitismo on line" già presente, con una crescita esponenziale dei post antisemiti nei primi due mesi del 2021 rispetto a gennaio-febbraio 2020.


Lo studio della Commissione Europea

È quanto riporta uno studio pubblicato dalla Commissione Europea, "The rise of antisemitism online during the pandemic", realizzato dall'Institute for Strategic Dialogue, concentrato su Germania e Francia. Principali veicoli della recrudescenza dell'antisemitismo on line nel cuore d'Europa sono social network e piattaforme di messaggistica: per la Germania il "principale veicolo per la proliferazione dell'antisemitismo" è Telegram, con "200 canali", mentre in Francia gli antisemiti da tastiera prediligono Twitter, con "167 account identificati". Facebook "è la seconda piattaforma più popolare per l'antisemitismo in entrambe le lingue". Su una base dati di oltre 4 mln di post raccolti da questi account, circa 180mila, uno su 40, aveva riferimenti antisemiti: 17mila post Facebook, 38mila tweet e 124mila post Telegram. Negli account studiati, i post antisemiti si sono moltiplicati con la pandemia: rispetto ai primi due mesi del 2020, nei primi due mesi del 2021 sono cresciuti di 7 volte in francese e di oltre 13 volte in tedesco.


Le teorie del complotto

I dati mostrano anche che l'antisemitismo 'funziona' on line in termini di engagement: i contenuti antisemiti, notano i ricercatori, hanno ricevuto like, commenti e condivisioni per oltre mezzo milione di volte nel 2020-21 e su Twitter 3 mln, tra retweet e like. In Germania, i contenuti antisemiti su Telegram sono stati visionati "oltre due miliardi di volte" in totale. Lo studio indica anche che un piccolo numero di account ha prodotto una parte sproporzionata di contenuti antisemiti: i dieci canali Telegram più attivi in lingua tedesca, meno del 5% della lista degli account antisemiti, hanno prodotto oltre "il 50%" dei post razzisti. I tre account più prolifici di Telegram erano chat associate con il movimento QAnon. Si sono moltiplicate le narrative antisemite, in tempo di pandemia, dalle teorie del complotto che presentano i vaccini come un "complotto ebraico" per sterilizzare o controllare la popolazione, fino alla rappresentazione degli ebrei come "non igienici" o come un virus. Tutto questo accompagnato ad argomenti classici dell'antisemitismo, come il presunto dominio ebraico su finanza, politica e media (89% del contenuto antisemita in tedesco e 55% di quello in francese). I ricercatori hanno trovato anche esplicite negazioni dell'Olocausto, malgrado siano un reato in entrambi i Paesi. Tuttavia, la maggior parte del contenuto antisemita era "non violento" e, come tale, "non ovviamente illegale in Francia e Germania". Contrastare la diffusione di questi contenuti antisemiti, "legali ma dannosi", costituisce una "sfida considerevole" sia per i governi che per le piattaforme, notano infine i ricercatori.


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