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Coronavirus, rider, più lavoro ma sono protetto

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Coronavirus, rider, più lavoro ma sono protetto


La storia di un rider che consegna cibi a domicilio, con 75 euro ho comperato la mia difesa contro il contagio

Quattro mascherine con i filtri, un pacco di guanti in lattice usa e getta, due confezioni grandi di amuchina e una piccola, per un totale 75 euro. Il lavoro dei rider ai tempi del Coronavirus pretende piu' precauzioni. Ne sa qualcosa Nicolo' Montesi, 23 anni, rider da due a Roma per dieci ore al giorno e presidente dell'Anar, l'Associazione nazionale autonoma dei rider che conta 678 iscritti: "Adesso che mi proteggo e che mi sono informato bene sulle regole da seguire per evitare di essere contagiato, ho meno paura", racconta durante la pausa.

In questi giorni pizzerie, ristoranti e supermercati che consegnano la spesa a domicilio fanno sempre piu' ricorso ai ragazzi sulle due ruote per far sopravvivere le loro attivita': molti clienti infatti preferiscono ormai consumare la cena a casa e non piu' nei locali. E i gestori si attrezzano. "Giro in motorino e cambio i guanti ogni tre consegne - spiega Nicolo' - Il virus resta per un tot di ore anche sugli oggetti e quindi cerchiamo di stare attenti quando maneggiamo buste e cartoni. Inoltre indosso sempre la mascherina e quando non ho i guanti disinfetto le mani". Ma le precauzioni non finiscono qui: "Quando arrivo all'indirizzo che mi e' stato dati, citofono ai clienti e dico di lasciare l'importo fuori, sul tappetino davanti alla porta. Anche io lascio tutto fuori, a terra o appeso alla maniglia, e lo stesso faccio con il resto, se i soldi sono troppi. I clienti capiscono, e se non sono loro a dirmelo quando citofono, sono io a dire loro che lo faccio per tutelare me e loro".

Una cosa comunque e' chiara: "Di lavoro ce ne e' di piu' - assicura Nicolo' che ricorda che in Italia i rider sono circa 15.000 tra chi lavora a tempo pieno e non - Ma e' anche vero che molti corrieri che hanno bambini piccoli o persone anziane in casa con problemi respiratori stanno scegliendo di non lavorare, o comunque non con la stessa frequenza di prima". Le app intanto si stanno attrezzando per l'emergenza e pagano di piu' i loro rider o hanno sospeso le ore di slot ad alta domanda: rifiutarsi cioe' di lavorare quando c'e' la domanda di lavoro piu' alta non influisce piu' sul punteggio. E le mance? "No, quelle - scherza Nicolo' - sono sempre le stesse, circa 15 euro al giorno, indipendentemente dal Coronavirus". 


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