Fallisce il Cocoricò, respinta la richiesta di concordato

Fallisce il Cocoricò, respinta la richiesta di concordato

Fallisce il Cocoricò, respinta la richiesta di concordato


L'Agenzia delle Entrate ha presentato la richiesta di fallimento per la discoteca per mancati versamenti

Per la storia delle discoteche della Riviera romagnola si chiude un'epoca: il gruppo Cocoricò, cui fa capo l'omonima disco sulle colline di Riccione simbolo delle notti trasgressive degli anni '90, è stato dichiarato fallito. Lo ha deciso il 4 giugno il Tribunale di Rimini respingendo la richiesta di concordato preventivo e accogliendo la richiesta di fallimento presentata dall'Agenzia delle Entrate per una cifra ancora da quantificare ma che supera gli 800 mila euro. Il prossimo 25 ottobre si terrà la prima udienza fallimentare e nell'occasione si costituiranno i vari creditori, tra cui probabilmente il Comune di Riccione per diverse migliaia di euro di Tari non versata. Il gruppo Cocoricò, di cui risulta proprietario Fabrizio De Meis, ha vissuto negli anni vicende alterne, dalle indagini penali condotte dalla Guardia di Finanza sui bilanci a partire dal 2012 per evasione d'Iva fino ai più recenti problemi legati ai mancati pagamenti di artisti, tra cui il dj Gabry Ponte. Dalle verifiche della Gdf, coordinata dalla Procura di Rimini che ha riunito diversi fascicoli d'indagine sugli amministratori delle varie società del gruppo, risulterebbero bilanci di gestione, già prima il 2012, chiusi sempre in perdita, a fronte di un reddito imponibile che superava i 10 milioni di euro l'anno. Fuori dal fallimento, resta la proprietà dell'immobile della famosa 'Piramide', salda da anni nelle mani di una società di albergatori romagnoli.


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