Francesco Totti difende il figlio Cristian bersagliato sui social: "Da indegni parlare male di un 18enne"

Francesco Totti difende il figlio Cristian bersagliato sui social: "Da indegni parlare male di un 18enne"

Francesco Totti difende il figlio Cristian bersagliato sui social: "Da indegni parlare male di un 18enne" Photo Credit: agenziafotogramma.it


L'ex capitano della Roma parla anche di calcio, dell'amico De Rossi e di Sinner

Francesco Totti scende in campo, ma stavolta in difesa del figlio Cristian. Dopo gli insulti ricevuti dal giovane sui social (nei suoi confronti bodyshaming), il papà interviene, interpellato sul tema dal quotidiano Il Messaggero: "Io speravo che facesse il tennista, era anche bravo, poi all'improvviso ha scelto di giocare a pallone. E io non posso negare a un ragazzo giovane i suoi sogni, i suoi obiettivi. Se andrà bene ok, altrimenti farà un altro lavoro".

Totti difende il figlio Cristian insultato sui social

Nel dettaglio, ecco quanto detto dall'ex capitano della Roma a proposito delle critiche offensive indirizzate al 18enne che gioca nell'Olbia in Serie D: "Mi dispiace per il ragazzo, io non ho mai parlato male di un altro figlio, di una persona che non conosco. Sarebbe veramente sporco. È da indegni parlare male di un diciottenne che ha i suoi sogni. Poi sia figlio di chiunque, il papà può fare anche il macellaio. Il problema è che fanno le differenze, Cristian ha il mio cognome e questo è il problema. Allora per tanti lui è diverso, ma invece non lo è. Si tratta di un ragazzo come tanti, semplice, educato, rispettoso, che ha i suoi sogni e gli altri li devono rispettare. Non è che mi metto a rispondere a chi lo insulta, dando degli ignoranti o maleducati. Quelli che parlano così sono i classici leoni da tastiera. Sono gli stessi che lo insultano e poi vengono da me a chiedere un selfie o l'autografo".

Totti: "Sono ingombrante, per questo la Roma non mi chiama"

Nessuna parola sul divorzio con Ilary Blasi e sulla sua nuova vita sentimentale, Totti si è espresso anche su temi calcistici. Per esempio, perché er Pupone non riveste alcun ruolo nell'As Roma? "Non lo so, forse troppa lealtà, eccessiva sincerità. Forse sono una figura ingombrante. Quello che dico io viene preso in considerazione, quello che dicono altri, meno. È come se avessero paura di avere una figura importante dentro la società, credono che non possa aiutare e invece uno potrebbe farlo (...) Direttore sportivo non lo farei mai, però magari mi vedrei in un ruolo come quello ricoperto da Ibrahimovic o Zanetti: un riferimento tra società, squadra e allenatore. In poche parole, una figura come quella del direttore tecnico. Uno che ci mette la faccia, che dice le cose come stanno, è semplicissimo. Un incarico operativo, non uno da chiamare solo quando ci sono dei problemi". Totti si è detto deluso dall'atteggiamento della società giallorossa: "Sono rimasto deluso e basta. Anche perché per quello che ho fatto io per la Roma, per la società, per tutti, mi aspettavo qualcosa di diverso. Ogni due, tre, quattro, cinque anni la proprietà cambia e chi arriva ha le sue idee e i suoi pensieri. E alla fine sono da rispettare".

Totti su De Rossi e Sinner

Sull'amico Daniele De Rossi, che siede sulla panchina della Roma: "Daniele è il parafulmine. E chi ci rimette è lui. Però, ripeto, fortunatamente è uno che conosce tutto e tutti. Infine, una battuta su Jannik Sinner, fresco trionfatore agli Us Open: "Scherzando e ridendo, da quando Jannik ha giocato con me a padel è diventato il numero 1 al mondo. Sarà stata una casualità, però... Siamo stati avversari per pochi minuti, gli ho fatto vedere due/tre movimenti e lui ha capito. Gli ho dato fiducia, positività e non ha più perso".

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