Fulvio Giuliani, il Caso Anna Frank clamoroso

Fulvio Giuliani, il Caso Anna Frank clamoroso

Fulvio Giuliani, il Caso Anna Frank clamoroso


All'alba del terzo millennio una sconfitta per tutti

Sono giorni amari. Il 'caso Anna Frank' è una sconfitta clamorosa, per tutti. All'alba del terzo millennio, ci troviamo qui a dover spiegare, a doverci meravigliare, davanti a ciò che molti di noi davano per scontato, considerandolo parte del sentire di una comunità, prima ancora che di uno Stato. Indiscutibile, fissato nella memoria collettiva. Invece, scopriamo (nuovamente?) che non è così. Che molti non sanno, ignorano o fanno finta di non sapere. Per non parlare di chi minimizza, banalizza, crede che si possa 'scherzare' su tutto. Quindi, anche sulla Shoa. E' una malapianta e ha un nome: ignoranza.
Quella etimologica di chi non sa, per colpa sua o di altri, quella più vasta, che coinvolge chi sa persino, ma non ne coglie il senso. Ed è davanti a queste persone che provo paura e vergogna. Per loro. Lavoro alla radio, amo e uso i Social, insomma sto molto in mezzo alla gente e quello che sento, una specie di rumore di fondo, lontano, ma presente, mi lascia basito. C'è chi ti riduce tutto a 'quattro figurine'. C'è l'immancabile, che si trastulla con la classifica degli orrori, chiedendoti di parlare delle stragi del comunismo. Come se le bestialità di Stalin o Pol Pot possano sfumare l'orrore assoluto dell'Olocausto. L'inimmaginabile che si impossessò di tante menti evolute, in pieno XX secolo. C'è chi prova fastidio, perché con 'i drammi di oggi' non dovremmo perder tempo con chi è morto 80 anni fa. Mostrando di non avere la più pallida idea di cosa sia avvenuto.

Si badi: sono quasi tutti adulti e genitori. Allora, mi chiedo e vi chiedo: cosa potranno mai trasferire ai loro figli? Di cosa parleranno con i ragazzi, la sera a casa, oltre che del Grande Fratello Vip? Li sento già, pronti a scagliarsi contro la scuola, i professori, lo Stato, lamentandosi di dover portare la carta igienica, per le classi dei figli. Perché li ho sentiti per anni lamentarsi sempre delle stesse idiozie, davanti la scuola della mia ex-bambina. Mai, dico MAI, ho sentito una riflessione sulla qualità dell'insegnamento, sulla necessità di portare le donne e gli uomini di domani in una dimensione diversa da quella stampata sui libri di testo. Di insegnare loro il valore della Storia, Maestra di vita. Se accettiamo supinamente la superficialità di troppi, diventiamo complici involontari dei subumani da stadio. Se li archiviamo frettolosamente come quattro imbecilli, giriamo la faccia dall'altra parte, accettando una versione di comodo, per cui è sufficiente fare una 'sceneggiata' alla Sinagoga (Cit.), per lavarsi la coscienza e tornare a occuparsi dei goal di Immobile.

La responsabilità dei nostri figli, della loro maturazione, del grado di umanità che sapranno mostrare al mondo, è nostra. Ficchiamocelo bene in testa: non c'è nessuno che possa firmare una giustificazione per la nostra assenza. E la firma falsa si vede lontano un chilometro.


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