Garrincha sui sindacati e il solito sciopero del venerdì

Garrincha sui sindacati e il solito sciopero del venerdì

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Non se ne può più di questo rito del weekend

Amo sempre guardare il bicchiere mezzo pieno, quindi potrei essere contento che venerdì (dopodomani) il solito sciopero del trasporto pubblico sia stato ridotto a sole 4 ore. Il Ministero dei Trasporti, infatti, ha giudicato insostenibili, per i cittadini, le 24 ore di agitazione, originariamente proclamate dal sindacato di base Cub, seguito da quelli di base (chi?). Il problema, la parte vuota del bicchiere, resta l’ennesimo, immancabile sciopero del venerdì. Non se ne può più di questo rito del weekend, sbattuto in faccia alle persone, con una regolarità imbarazzante. I sindacati sembrano vivere, ormai, in una realtà parallela, in cui gli interessi delle persone normali, di chi ogni santissima mattina si alza e va a lavorare, hanno un ruolo marginale. L’importante è piazzare, alla vigilia del fine settimana (che caso!), un’altra agitazione, per la quale nessuno si prenderà la briga di studiare le rivendicazioni e chiedere conto dei risultati. Un rito stanco, vuoto e sostanzialmente inutile. Se non per l’ennesima sigla, che avrà giustificato la sua esistenza, grazie al potere di fermare bus, tram, treni, aerei e metropolitane anche in 4 gatti. Il sindacato, se vuole sopravvivere nell’Italia che verrà, si faccia un severo esame di coscienza e i più grandi limitino questa deriva, pericolosissima soprattutto per loro. I cittadini ringrazierebbero e magari riprenderebbero ad ascoltarli.


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