Giampaolo Duregon, presidente ANIF, a RTL 102.5: "Ecco come sono ripartite le palestre dopo il coronavirus"

Giampaolo Duregon, presidente ANIF, a RTL 102.5: "Ecco come sono ripartite le palestre dopo il coronavirus"

Giampaolo Duregon, presidente ANIF, a RTL 102.5: "Ecco come sono ripartite le palestre dopo il coronavirus"


Il presidente dell'Associazione Nazionale Impianti Fitness e sport è intervenuto a Non Stop News per parlare della crisi del settore sportivo e di quale sarà il futuro delle palestre

L’Italia è ufficialmente entrata nella Fase 3, quella della convivenza con il coronavirus, quella dove si torna ad uscire, si torna a socializzare, si torna ad una vita più simile a quella che facevamo prima, con tutte le precauzioni e le linee guida dettate dal governo. Uno dei luoghi che è più mancato agli italiani durante il lockdown è stata la palestra. Con questa nuova fase quasi tutti i centri sportivi sono ripartiti e, seppur con molte limitazioni, la gente sta cominciando a tornare ad allenarsi. A questo proposito, è intervenuto a Non Stop News, Giampaolo Duregon, presidente di ANIF-Eurowellness, Associazione Nazionale Impianti Fitness e sport, che ci ha parlato della situazione palestre e centri sportivi, dopo il covid.

Un settore che riparte soprattutto dal punto di vista lavorativo

La riapertura delle palestre non ha determinato solo una ripartenza per milioni di atleti italiani, ma anche e soprattutto per tantissime persone che lavorano in questo settore e che per i mesi di lockdown sono rimasti a casa perché i centri sportivi erano chiusi. “Pensate che ci sono 100mila sodalizi sportivi in Italia”, ci ha raccontato Duregon, “che danno lavoro a un milione di persone e vengono frequentate da 20milioni di cittadini, dai giovani agli adulti, è un mondo veramente importante”.

"Le persone devono prendere fiducia e tornare in palestra"

Nonostante il grande desiderio degli italiani di tornare ad allenarsi, l’affluenza è stata decisamente inferiore rispetto agli altri anni, per ovvi motivi. “Le prime due settimane c’è stata un’affluenza di circa il 50% in meno rispetto agli stessi giorni dello scorso anno”, ha spiegato il presidente ANIF, “però sono in crescita. Le persone devono riprendere fiducia. I centri sportivi si sono adeguati con dei protocolli di sicurezza. Bisogna stare più distanti, quindi c’è meno posto, ci si prenota per poter fare lezione proprio per evitare assembramenti. Comunque siamo ripartiti”.

"Tanta attività fisica nei mesi estivi"

Questo periodo iniziale di maggiore incertezza quanto durerà e cosa dovrà aspettarsi, quindi, l’intero settore nei prossimi mesi? “Proprio per via di questa incertezza, alcuni centri sportivi indoor più piccoli hanno deciso di rimanere chiusi e di riaprire a settembre”, ha detto Duregon, che poi ha aggiunto: “per quanto riguarda gli altri, prevediamo un’estate nella quale si tornerà a fare attività fisica. Tutti coloro che facevano corsi a febbraio li stanno facendo in recupero adesso, tra giugno e luglio. I mesi estivi sono sempre stati quelli un po’ meno frequentati ma in questo periodo la gente non ne può più, vuole tornare a muoversi. Abbiamo visto i ragazzi scatenati per la voglia di fare, non vedevano l’ora. Prevediamo che cresca il numero dei frequentanti, lo speriamo vivamente perché il settore è in forte crisi”, ammette Duregon.

"I casi di infezione tra i frequentanti è di gran lunga inferiore alla media nazionale"

Secondo uno studio condotto dall’ANIF, gli italiani che fanno attività fisica sono meno propensi a contrarre il virus. “A fatto una statistica interna al nostro settore su mille centri sportivi. Abbiamo visto che i casi di infezione tra i frequentanti era di gran lunga inferiore alla media nazionale. Crediamo che questo sia dovuto sia per una maggiore resistenza fisica al virus ma soprattutto per un modo di vivere attento alle regole igieniche, a un sano stile di vita, anche questo è un buon segno”.



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