Luca Palamara a Rtl 102.5: “La magistratura vive le stesse problematiche degli altri mondi. La gestione del potere implica accordi e relazione tra più persone”

Luca Palamara a Rtl 102.5: “La magistratura vive le stesse problematiche degli altri mondi. La gestione del potere implica accordi e relazione tra più persone”

Luca Palamara a Rtl 102.5: “La magistratura vive le stesse problematiche degli altri mondi. La gestione del potere implica accordi e relazione tra più persone”


L'ex magistrato ha pubblicato il libro “Il Sistema”, in cui risponde alle domande del direttore Alessandro Sallusti

Luca Palamara, l’ex magistrato che ha pubblicato il libro “Il Sistema”, in cui risponde alle domande del direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti, è stato intervistato questa mattina in diretta su RTL 102.5 all’interno di Non Stop News condotto da Giusi Legrenzi ed Enrico Galletti.

Radiato dalla magistratura, la sanzione massima prevista dalla legge e finito sotto inchiesta per corruzione, Luca Palamara racconta così la sua vicenda nel suo libro “Il Sistema”: “Quando c’è una gestione del potere, questa implica degli accordi, implica una relazione tra più persone per arrivare all’individuazione della soluzione migliore. La magistratura vive delle stesse problematiche degli altri mondi, il costituente nel 1948 volle una magistratura indipendente, l’organizzazione interna viene lasciata ai magistrati che decisero di organizzarsi con le correnti che, al di là dei loro fini nobili e ideali, presuppongono questi accordi”.


La difficoltà di una riforma della magistratura


“È difficile mettere mano alle riforme della giustizia, perché la politica si sente condizionata dall’attività della magistratura: nel 1993 venne tolta l’autorizzazione a procedere, il Parlamento decise che era giunto il momento di non avere più nessun privilegio, questo ha avuto una conseguenza e cioè di far sì che ogni doverosa inchiesta della magistratura potesse essere strumentalizzata e mi riferisco alle inchieste che riguardano i politici e a quel punto è come se il sistema si bloccasse; la politica si sente quasi intimorita di dover toccare un vero aspetto riformatorio della giustizia, a sua volta la magistratura crea una sorta di blocco di casta, il che impedisce di fare un ragionamento serio della magistratura. Le faccio un esempio, quando io ero Presidente dell’ANM la riforma più temuta era quella dei sorteggi, ma la politica sa che questo va ad impattare negativamente su una parte della magistratura così non lo fa e se non si supera questo corto circuito ogni tentativo di riforma rimarrà in qualche modo spuntato”.


Il libro come messaggio di speranza per la magistratura e per i cittadini


“Questo libro non è un libro contro qualcuno, ma è un libro per i magistrati che hanno caratterizzato la mia vicenda e che mi hanno chiesto di raccontare realmente quello che è accaduto per tutti e lo è anche per i cittadini italiani che devono avere fiducia nella giustizia e devono sapere che queste vicende riguardano un aspetto che è quello della gestione del potere, ma non l’attività dei singoli giudici nei tribunali. Io oggi mi identifico nel cittadino che si deve confrontare con le lungaggini dei processi, con le sentenze che non arrivano mai, con un delitto negato con ingiusta detenzione, che sono temi sui quali penso oggi bisogna sedersi ad un tavolo tutti e fare una riflessione adeguata”. “Io ho voluto raccontare la mia esperienza, ed è ovvio che in quella attività si commettono errori e me ne assumo la mia quota di responsabilità, ma il mio è un messaggio di speranza su un tema fondamentale per il paese che è quello della giustizia”. “Penso di vivere in uno stato democratico dove la possibilità di esprimere idee ed opinioni possa essere riconosciuta a tutti, so che c’è qualcuno che non si riconosce in questa libro, ma fa parte della democrazia, ma io sarò sempre disponibile ad avere pubblici confronti al di là di annunciate querele”.


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