Oggi si celebra la Giornata del Veterano. Intervista al Tenente Colonnello Gennaro Masino
Oggi si celebra la Giornata del Veterano. Intervista al Tenente Colonnello Gennaro Masino
11 novembre 2025, ore 08:00
Medaglia d'oro di vittima del terrorismo, rimase ferito nel 2011, durante una missione in Afghanistan. "Ogni veterano è un esempio di determinazione, resilienza e rinascita"
Prestano servizio nella Difesa per garantire la nostra sicurezza, anche a rischio della loro vita. Persone a cui oggi si rende onore con la Giornata del Veterano. Ma quali sono i valori che un veterano porta con sé? A spiegarlo è il Tenente Colonnello Gennaro Masino, medaglia d'oro di vittima del terrorismo, oggi in servizio presso l'Ufficio Comunicazione dello Stato Maggiore della Difesa.
Masino, lei è un veterano. Nel 2011, in Afghanistan, rimase ferito. Cosa accade quel giorno?
"Ero impiegato in Afghanistan con la mia Unità, il 132esimo Reggimento Artiglieria. Eravamo responsabili dei progetti di ricostruzione della provincia di Herat: l’obiettivo era quello di agevolare il rifacimento dell’intera zona. Il 30 maggio 2011 la base in cui aveva sede l’Unità, stanziata al centro della città di Herat proprio per la volontà di essere vicini alla popolazione, fu attaccata, di mattina. Fu uno di quelli che noi militari chiamiamo “attacco complesso”. Un primo veicolo carico di esplosivo fu lanciato contro la base e creò una forte esplosione, provocando il collasso di una palazzina. L’attività fu seguita da un attacco con armi portatili da parte del personale. Io fui ferito quasi immediatamente: avevo riportato danni agli organi interni, fratture agli arti, alla colonna. Mi svegliai ricoperto di macerie. Iniziai a liberarmi come potevo, a prestare soccorso al personale che era vicino a me. Poi ho perso conoscenza. L'ultima cosa che ricordo è che era iniziato un ingaggio a fuoco e sono arrivati i miei colleghi, per spostarci in un luogo più riparato. Hanno messo a rischio la loro vita pur di mettermi in sicurezza".
Una situazione drammatica, le sue condizioni erano molto gravi.
"Le condizioni cliniche erano particolari. Dopo il ferimento sono stato trasportato all’Aeroporto di Herat, dove c’era il nucleo di primo soccorso. Lì ho ricevuto la prima operazione, un intervento salvavita. Successivamente sono stato trasportato in Italia, dove ho ricevuto le altre cure".
E così è iniziato il percorso di recupero. Proprio in supporto a chi, come lei, ha vissuto esperienze di questo tipo, è nato il Centro Veterani della Difesa.
"Il Centro Veterani è nato in seno all’Esercito Italiano nel 2017, formalizzato nel 2018. Lo scopo era quello di fornire supporto fisico ma anche psicologico, grazie ad esempio a pet therapy, ippoterapia, focus group. Il Centro lavora anche a progetti di ricerca finalizzati allo sviluppo di nuove tecnologie che possano migliorare le condizioni di vita del personale ferito. Vi riporto la mia esperienza: sono riuscito a tornare ad una vita normale perché, nonostante le mie condizioni fossero gravi, ho trovato supporto in ogni ambito, da quello sanitario a quello morale. Ho avuto il sostegno della mia famiglia, ma anche della famiglia della Difesa, che è stata sempre presente. E questo è anche quello che mi ha spinto a fare di tutto per tornare in servizio. Per me è stato una sorta di obbligo morale perché ho avuto la possibilità di scegliere. Sono stato messo nelle condizioni di poter recuperare, tornando a fare il lavoro che mi piaceva. Sono stato ricoverato per due anni al Celio, il Policlinico Militare di Roma, dove ho avuto modo di incontrare altri colleghi che rientravano da missioni internazionali, dall’Afghanistan ma non solo. Un confronto da cui sono uscito arricchito. Perché ognuno di loro, ogni veterano, è stato un esempio. Un invito a non arrendersi e ad andare avanti. Purtroppo le condizioni non erano le stesse per tutti. Qualcuno di loro si è dovuto fermare. La Difesa garantisce la possibilità di continuare a prestare il proprio servizio transitando al ruolo civile, o a quello d’onore. Ma anche per rispetto nei loro confronti la mia volontà è stata quella di fare tutto il possibile per tornare come ero prima".
La sua testimonianza restituisce il senso della Giornata del Veterano. Come mai è stata istituita?
"La Giornata di oggi è stata istituita per un duplice motivo: inizialmente per rendere merito a tutti i militari che hanno prestato servizio in territorio nazionale o all’estero e che hanno subito delle menomazioni invalidanti. Poi da quest'anno, dal 2025, il termine "veterano" è stato esteso al personale decorato di medaglia al valore militare o a coloro che abbiano lavorato continuativamente nella Difesa, impiegati in missioni internazionali. Il senso della ricorrenza, quindi, è quello di dare il giusto merito al personale che ha prestato servizio e che quindi ha contribuito a garantire la nostra sicurezza".
Ma che cosa significa essere un veterano, quali sono i valori che questa figura porta con sé?
"Sono i valori trasversali che caratterizzano la Difesa. In modo particolare, il veterano porta con sé un bagaglio esperienziale che può trasferire alla collettività, alle nuove generazioni, per far comprendere quello che ha vissuto, le motivazioni che lo hanno portato ad intraprendere questa scelta. Il veterano, in un primo momento, riceve l’assistenza da parte della Difesa, che gli consente di tornare ad una vita attiva. Ma poi restituisce, grazie a tutto quello che ha maturato in termini di determinazione, di resilienza, di rinascita. Può rappresentare un esempio. Basti pensare agli atleti del gruppo sportivo paralimpico della Difesa".
Una Giornata sicuramente ricca di significato. Quali sono le iniziative previste?
"Vorrei segnalare in particolare l'evento di Roma, dal titolo “Tecnologie inclusive e innovazioni a supporto dei veterani con disabilità”: si tratta di un progetto ideato dal Centro Veterani in collaborazione con la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, un’eccellenza italiana in materia di biorobotica, con il supporto dell'Istituto di Scienze Biomediche della Difesa. L’iniziativa nasce per dimostrare la collaborazione esistente, per la sperimentazione di nuovi supporti protesici che possano aiutare a tornare alla vita di tutti i giorni. Soluzioni che poi saranno fruibili anche in campo civile".



