Papa Leone XIV in medioriente , in Libano dal 30 novembre al 2 dicembre con il tema «Beati i costruttori di pace»
Papa Leone XIV in medioriente , in Libano dal 30 novembre al 2 dicembre con il tema «Beati i costruttori di pace» Photo Credit: Ansa ERDEM SAHIN
28 novembre 2025, ore 14:00
Grande attesa per la visita del santo padre nel paese dei cedri, dove si riuniranno ottantamila pellegrini cristiani da Siria, Iraq, Giordania e Egitto
Leone XIV a Beirut dopo la tappa turca della sua visita apostolica. «Beati i costruttori di pace», è il tema dei nel viaggio del Papa in Turchia e Libano . Se Nicea è il motore della sua presenza ad Ankara, la costruzione della pace è invece il motivo della scelta di volare anche a Beirut.
Tutto per la pace
«Beati i costruttori di pace» è infatti il motto della visita papale in Libano, (dal 30 novembre al 2 dicembre) diventato subito parola d’ordine sulle labbra del popolo libanese. Un popolo stanco, per la crisi economica e soprattutto della guerra che ancora imperversa nel sud, al confine con Israele. Ferite ancora aperte. Eppure la notizia della visita papale è stata accolta con entusiasmo. «Tutti aspettano il Santo Padre: cristiani, musulmani, drusi. Tutti». A parlare è monsignor Joules Boutros, il più giovane vescovo siro-cattolico del Paese dei Cedri. «Il Medioriente ribolle di conflitti. Adesso c’è una fragile tregua ma la paura è ancora tanta, perché in ogni momento le violenze possono riesplodere. Anche per questo viaggio coraggioso è un segno potente che non siamo dimenticati». Il programma, ci dice, è denso: incontrerà il presidente Joseph Aoun e tutte le principali autorità del Paese.
Le tappe della visita
Lunedì visiterà la tomba di san Charbel ad Annaya, poi il santuario mariano di Harissa - che fu tanto caro a Giovanni Paolo II - e incontrerà i patriarchi. Ci sarà poi un momento interreligioso in Piazza dei Martiri, simbolo di Beirut e poi l’atteso incontro di festa con i giovani a Bkerké, prima di quello serale con le comunità musulmane e druse. L’ultimo giorno visiterà l’Ospedale de la Croix a Jal ed Dib e poi il porto di Beirut, dove incontra familiari delle vittime dell’esplosione del 2020. «La messa finale sarà a Beirut», spiega Boutros: «Si riuniranno ottantamila pellegrini cristiani da Siria, Iraq, Giordania, Egitto. Perché l’unità non nasce dai compromessi politici, ma dall’Eucaristia. Cristo è il centro, il vero costruttore di pace». A pochi chilometri da Tripoli, nel campo di Kfardlakos, vivono migliaia di profughi siriani e iracheni
Una grande accoglienza
Le autorità civili e religiose preparano l’accoglienza come una festa nazionale. I giovani maroniti stanno organizzando la veglia notturna a Harissa, mentre i musulmani sunniti e sciiti hanno annunciato la loro presenza all’incontro nella piazza dei Martiri. «Qui il Papa non viene a parlare solo ai cristiani - spiega monsignor Boutros - ma a un popolo intero che ha sete di pace». Come molti giovani libanesi cristiani che, nonostante tutto, sognano un futuro nel loro Paese e scelgono di mettere su famiglia o di costruire una classe politica nuova che superi fazioni e corruzione. Una trentina di loro si sono iscritti alla Accademia per la pace, una scuola di leadership politica fortemente voluta dai vescovi libanesi.



