Trump-Putin, il Cremlino smentisce la telefonata

Trump-Putin, il Cremlino smentisce la telefonata

Trump-Putin, il Cremlino smentisce la telefonata Photo Credit: agenziafotogramma.it


Il portavoce di Putin bolla come “fake news” la notizia di un colloquio all’indomani del voto americano

No, Donald Trump e Vladimir Putin non si sarebbero parlati al telefono lo scorso giovedì 7 novembre, all’indomani dell’elezione del nuovo presidente americano. La notizia del colloquio, rivelata ieri dal Washington Post e ripresa oggi da tutti i media del mondo, è stata smentita dal Cremlino che ha bollato come fake news tutti i retroscena emersi in queste ore. Un’apertura al dialogo da parte del leader russo, mista a un atteggiamento risoluto da parte del neoeletto presidente USA (talmente sicuro da ricordare allo zar la massiccia presenza di armamenti americani in territorio europeo)... uno scenario credibile (forse) che però non sarebbe mai avvenuto.


La telefonata

Da quanto emerso dalle ricostruzioni del Washington Post, non solo i due avrebbero avuto un colloquio, ma la conversazione sarebbe avvenuta senza il sostegno del Dipartimento di Stato né di traduttori ufficiali (secondo molti, a causa della scarsa fiducia nutrita dai consiglieri di Donald Trump nei confronti degli attuali funzionari governativi).

Nel corso di tutta la campagna elettorale, in effetti, il tycoon aveva continuato a promettere la fine dei conflitti in caso di elezione. “Trump will fix it”, il celebre slogan che lo ha accompagnato nei mesi di corsa per la Casa Bianca contro Kamala Harris, faceva riferimento anche a quello: grazie ai suoi rapporti personali privilegiati e al suo carattere autoritario, una volta eletto tutte le guerre avrebbero smesso di preoccupare gli americani. Ecco perché all’indomani del voto statunitense, la notizia di un contatto telefonico tra il neoeletto presidente e l’autore dell’invasione dell’Ucraina sembrava più che probabile.


La smentita

Non c’è stata alcuna conversazione, è pura fiction”. Non lasciano spazio a interpretazione le parole del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Tass, che ha dunque smentito categoricamente i retroscena pubblicati dal Washington Post.

Come se non bastasse, l’uomo al servizio di Putin ha aggiunto una forte critica al sistema dei media occidentali: “Quest’ è l’esempio più ovvio della qualità dell’informazione che ora viene diffusa a volte anche da pubblicazioni rispettabili” (e siamo coscienti che ricevere rimproveri sull’affidabilità delle notizie da un funzionario del Cremlino, fa già ridere così). “Finora – ha aggiunto il portavoce – non ci sono preparativi in corso, non abbiamo ricevuto alcun segnale”, facendo riferimento a possibili contatti tra lo Zar e i leader occidentali. Nemmeno un contatto tra il presidente russo e il cancelliere tedesco Olaf Scholz sembra essere all’orizzonte.

Vladimir Putin “rimane aperto a tutti i contatti, a negoziati e se dicono che qualche segnale arriverà, allora dobbiamo aspettarlo”, ha concluso Peskov. Dunque, rimaniamo in attesa.



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