Addio a Gina Lollobrigida, la bersagliera che creò un ponte tra Cinecittà e Hollywood

Addio a Gina Lollobrigida, la bersagliera che creò un ponte tra Cinecittà e Hollywood

Addio a Gina Lollobrigida, la bersagliera che creò un ponte tra Cinecittà e Hollywood Photo Credit: Agenzia Fotogramma.it


Recitò per De Sica, Comencini, Zampa, Germi e Steno e disse di no a Fellini e alla sua Dolce vita. Era ricoverata da giorni presso la clinica Pio XI, mercoledì in Campidoglio la camera ardente

Ripercorrere la carriera di Gina Lollobrigida, scomparsa oggi alla veneranda età di 95 anni, significa ripercorrere la storia del cinema italiano. Ma non solo quello glorioso degli anni d'oro a cavallo tra il neorealismo e la commedia all'italiana, anche quello che riusciva a dialogare con Hollywood, creando spesso un connubio dove l'Italia incontrava l'America, in uno scambio che ha sancito la nascita di alcune pellicole memorabili, come Il tesoro d'Africa (John Huston, 1953), Trapezio (Carol Reed, 1956) e Sacro e profano (John Sturges, 1959). E in tutti questi titoli c'era lei, la Lollo, come la chiamavano i giornali negli anni 50, lei che riusciva a rubare la scena a Burt Lancaster, Anthony Quinn, Frank Sinatra e Steve Mcqueen. Lei che è stata bersagliera, fata turchina, romana e anche "la più bella del mondo" nel film del 1955 diretto da Robert Z. Leonard.


GLI INIZI

Dopo tanta gavetta che la portò anche nel mondo dei fotoromanzi, Gina Lollobrigida approda sul grande schermo per la prima volta nel 1946, nella pellicola di Riccardo Freda Aquila nera dove si limita ad interpretare una parte minore. Solo qualche anno dopo conquisterà il ruolo della protagonista del film Campane a martello di Luigi Zampa, che contribuisce a farla notare dalla stampa che la saluta come attrice rivelazione ricca di freschezza e disinvoltura. Il sodalizio tra Zampa e la Lollo, si confermerà poi in Cuori senza frontiere (1950) e La romana (1954).

Fin dagli esordi, si capisce che la macchina da presa non può fare a meno di amare Gina Lollobrigida che sfoggia tutta la sua sensualità, amalgamata alla sua bravura e alla sua straordinaria eleganza, che le impediscono di diventare volgare. L’altro lato di Sophia Loren, che per anni venne dipinta come sua rivale, mentre invece assieme alla Pampanini e alla Mangano erano semplicemente alleate per costellare il nostro cinema di luce e divinità.


LA RINUNCIA DELLA DOLCE VITA

Non tutti sanno che la Lollo, ha rifiutato tanti film "d'eccezione": da La signora senza camelie di Michelangelo Antonioni, fino al capolavoro di Federico Fellini La dolce vita, anche se qui la storia sembra più complessa. Si racconta, infatti, che il regista la voleva per il ruolo della moglie di Marcello Mastroianni. Ma quando arrivò il copione a casa, venne intercettato prima dal marito della Lollobrigida, il medico sloveno Milko Škofič che, colto da un inarrestabile gelosia, nascose la sceneggiatura alla moglie, impedendole così di accettare il ruolo. Secondo altre fonti, invece, l'attrice dovette dire di no alla parte semplicemente perché in quel periodo era impegnata ad Hollywood nelle riprese di altre pellicole, come ad esempio il film Torna a settembre di Robert Mulligan che gli valse la vittoria ai Golden Globe. Ma proprio lì, nell’Olimpo del cinema internazionale, la Lollobrigida per paura di rimanere intrappolata nella gabbia dorata dello studio system, decide di abdicare al ruolo di principessa di Hollywood, per tornare nella sua vera casa, quella di Cinecittà a Roma.


LA FATA TURCHINA, LA LOLLO CONQUISTA LA TV

La Lollo oltre ad essere un concentrato di sensualità e bravura, era anche umile e non disdegnava, come molte sue colleghe del tempo, il regno del piccolo schermo televisivo. E aveva ragione. Infatti alle soglie degli anni 70 fu scelta da Luigi Comencini per recitare nello sceneggiato Rai, “Le avventure di Pinocchio” dove prestò il volto per la Fata Turchina. Un ruolo che contribuì a darle visibilità e fama.

Nel 1984 apparve nel celebre serial statunitense Falcon Crest e, nonostante i quasi 60 anni, ballò la tarantella guadagnandosi una candidatura al Golden Globe per la miglior attrice non protagonista in una serie. Nel 1985 sempre per la tv americana recitò nella miniserie televisiva Deceptions e nel 1986 è la guest star di due episodi di Love Boat




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