Alex Zanardi, alza il pollice e fa ok, stringe la mano su richiesta, la lunga corsa dopo l'incidente di giugno

Alex Zanardi, alza il pollice e fa ok, stringe la mano su richiesta, la lunga corsa dopo l'incidente di giugno

Alex Zanardi, alza il pollice e fa ok, stringe la mano su richiesta, la lunga corsa dopo l'incidente di giugno


Le condizione di salute del campione olimpico migliorano a poco a poco, risponde agli stimoli

È il simbolo della rinascita, e lo sarà ancora. Alex Zanardi, il recordman. La certezza arriva da un articolo pubblicato oggi sul Corriere della Sera: “Vedere, vede. Sentire, sente. Parlare ancora no perché gli tengono per precauzione il buco nella trachea ma presto potrebbero chiudergli anche quello, come già hanno fatto con la scatola cranica dopo averla riparata frammento per frammento. E il cervello che ci sta dentro – scrive Carlo Verdelli -, tornato al sicuro, ha ricominciato a tessere i collegamenti, a recuperare una per una le meravigliose funzioni di cui è capace. Insomma, Alessandro Zanardi è vivo lotta come solo lui. Quanto alla faccia, la sua bella faccia appuntita con gli occhi blu, è tornata come prima, più di prima”.


Il recordman 

Dicevamo recordman. Lo è delle resurrezioni. La prima: Il 15 settembre 2001, durante una gara del campionato Champ Car al Lausitzring, in Germania, Zanardi perde improvvisamente il controllo della vettura, che viene centrata dal pilota Alex Tagliani; l'incidente gli costa l'amputazione di entrambi gli arti inferiori. Da lì un percorso di riabilitazione che arriva a fargli vincere medaglie olimpiche. Diventa un simbolo. Dà forza a chi è nelle sue condizioni e anche a chi non lo è. “Io ce l’ho fatta, ci riuscirete anche voi”. La seconda resurrezione è quella a cui stiamo assistendo. Si legge ancora nel pezzo del Corriere: “Il 21 novembre, Alex è stato trasferito nel reparto di neurochirurgia di Padova, vicino a casa (la famiglia Zanardi abita a Noventa, 8 chilometri). Stringe la mano su richiesta. Se gli chiedono di fare ok, alza il pollice. Dov’è Daniela? E lui gira appena il capo verso di lei. Non è certo la vetta ma almeno siamo ai piedi dell’arrampicata, che è già un risultato insperato. Al resto ci penserà la «tigre», un poco alla volta, un centimetro dopo l’altro, a forza di braccia e cuore, fino al traguardo. Il prossimo passo, a cui i medici danno molta importanza, sarà quello di riuscire a tirare fuori la lingua. Non lo vedremo, non ce lo diranno. Ma quando succederà, perché succederà, sembrerà uno sberleffo al dio crudele che dall’Olimpo lo preso così tanto di mira”.


La seconda resurrezione

E questa seconda resurrezione sarà ancora più bella. Il secondo atto è cominciato il 19 giugno 2020, quando, durante una staffetta di beneficenza in handbike, Zanardi, viene coinvolto in un incidente sulla Statale 146 a Pienza, in Toscana. Perde il controllo del mezzo e si scontra scontra con un camion. Sottoposto a un intervento neurochirurgico e maxillo-facciale al policlinico le Scotte di Siena, rimane in gravi condizioni in terapia intensiva e con prognosi riservata. Dopo circa un mese di coma farmacologico e ulteriori tre operazioni, il 21 luglio viene trasferito in un centro specializzato di Lecco per il prosieguo della riabilitazione. Il 24 luglio, a seguito di alcune complicazioni, viene trasferito in terapia intensiva all'Ospedale San Raffaele di Milano. Il 21 novembre, avendo raggiunto una "condizione fisica e neurologica di generale stabilità", viene trasferito all'Azienda ospedaliera di Padova. In questo anno terribile, segnato dal Covid e da tante altre tragedie c'è anche quella di Zanardi. Lottare, sempre e non darsi mai per vinto. È da esempio. Ognuno scelga il proprio.


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