Antonio Tajani a RTL 102.5: “Grazie a Egitto, Turchia e Qatar, hanno convinto Hamas a firmare”

Antonio Tajani a RTL 102.5: “Grazie a Egitto, Turchia e Qatar, hanno convinto Hamas a firmare”

Antonio Tajani a RTL 102.5: “Grazie a Egitto, Turchia e Qatar, hanno convinto Hamas a firmare” Photo Credit: ANSA/GIUSEPPE LAMI


“Nobel a Trump? Se raggiunge obiettivo pace, titolo ce l’ha”

Il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, interviene a RTL 102.5, sulle ultime notizie di attualità. All’interno di Non Stop News con Enrico Galletti, Massimo Lo Nigro e Giusi Legrenzi.


UN PASSO AVANTI TRA ISRAELE-PALESTINA

«È un’ottima notizia, la pace in Medio Oriente è dietro l’angolo. Certo, bisogna rinforzare questo primo accordo, la firma che ci sarà oggi per il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e dei detenuti palestinesi sono la prima tappa, la prima parte del piano degli Stati Uniti, che il governo italiano ha sempre sostenuto e favorito in ogni modo, e si va verso una nuova stagione. Però bisogna difendere la pace ogni giorno, non basta raggiungere un accordo e fare in modo che non venga rovinata, quindi continueremo a sostenere l’iniziativa americana tra i Paesi vicini a Israele e Palestina. Devo ringraziare il lavoro svolto dal Qatar, dall’Egitto e dalla Turchia, che sono stati grandi protagonisti, insieme agli Stati Uniti, dell’accordo perché hanno convinto Hamas a firmare mentre Trump è stato fondamentale per convincere Israele a raggiungere l’accordo. Ora l’Italia è pronta a fare la sua parte per la ricostruzione di Gaza, per l’invio di aiuti, perché ne servono tanti, e anche poi per partecipare alla fase della costruzione dello Stato Palestinese, dell’unificazione di Gaza e della Cisgiordania, magari con una missione internazionale. Noi siamo pronti anche lì a fare la nostra parte, sotto ogni punto di vista, compreso l’invio di militari. Abbiamo già i nostri carabinieri che formano la polizia palestinese a Gerico e ne abbiamo altri. Potrebbe essere, per esempio, un contingente di carabinieri ad andare in Palestina per contribuire alla riunificazione, visto che poi i nostri carabinieri, come i nostri militari, sono ben voluti dai palestinesi. È ancora presto ma noi siamo pronti a fare la nostra parte. Ieri ho riunito anche un gruppo di associazioni di volontariato cattolica anche per aiutare nell’accoglienza dei palestinesi che possono arrivare, ed eventualmente, anche nel momento opportuno, fare operazioni per la ricostruzione di Gaza».


LA SCELTA DI HAMAS VERSO L’ACCORDO

«Io credo che Hamas, avendo perso gran parte della sua forza militare, se avesse continuato a combattere sarebbe stata distrutta. Poi credo che anche la pressione di paesi come il Qatar, la Turchia e l'Egitto abbiano avuto influenza e abbiano fatto capire che altrimenti per Hamas la situazione sarebbe stata ancora peggiore se avesse rifiutato la proposta americana. Rispetto alla disfatta totale, Hamas ha preferito chiudere il capitolo della guerra cercando di avere la possibilità di svolgere qualche ruolo, cosa che mi pare difficile in questo momento, però evidentemente proseguire sarebbe stato molto peggio per la Hamas e soprattutto molto peggio per la popolazione palestinese».


LE TEMPISTICHE IN CUI HAMAS LASCERÀ ISRAELE

«È molto difficile dirlo, ci sarà un abbandono graduale della striscia di Gaza da parte di Israele. Intanto dovranno vedere quando saranno consegnati gli ostaggi, quelli vivi e quelli defunti e poi bisognerà vedere quando verranno liberati, prigionieri palestinesi, cittadini, quindi ci vuole un po' di tempo, però l'importante è che se arrivi alla tregua e che non ci combatta più, che non ci siano più morti. Poi bisogna costruire una pace duratura, che è un'altra tappa importante, però senza cessare il fuoco non si può costruire la pace, quindi anche l'applicazione di tutta la parte della ricostruzione e quindi il lavoro del progetto americano. Credo che Trump abbia svolto un ruolo molto importante da questo punto di vista. È convinto di poter raggiungere l'obiettivo e ci sta riuscendo».


IL QUADRO FINALE PER TAJANI

«Il quadro definitivo può essere soltanto quello di due popoli e due Stati, un obiettivo che perseguiamo da anni, non sarà facile perché non ci deve essere nessuno che deve pensare di cancellare l’altro della carta geografica, ma nessuno che possa dire che i palestinesi non hanno diritto a un loro Stato, perché finché non si arriverà ad una convivenza pacifica tra due popoli sarà difficile avere stabilità in Medio Oriente. Non è facile, però bisogna lavorare. La pace si costruisce giorno per giorno, non è sufficiente la firma di un accordo. Grande lavoro, grande sforzo dalla parte americana, qatariana, egiziana e turca, ma con il sostegno di tutti. Oggi ci sarà anche una riunione a Parigi per vedere la fase della ricostruzione, perché bisogna anche ricostruire quella fascia della striscia di Gaza che dopo due anni di guerra è devastata. Bisogna lavorare intensamente, l'Italia farà alla sua parte, ma l'obiettivo finale è quello di avere due popoli con due Stati».


RAID ISRAELIANI ANCHE DOPO L’ANNUNCIO DI UN ACCORDO

«Finché non si firma è ovvio che si continua. Sono gli ultimi sprazzi di una guerra, ma è sempre successo. Anche nella Prima Guerra Mondiale si è combattuto fino a quando non si è firmato, nella Seconda lo stesso. Quando si firma, arrivano gli ordini a tutti di fermarsi, però mi pare che già siano meno intensi gli attacchi israeliani. Però finché non si firma è ovvio che ci sono tensioni e si può combattere. Bisogna accelerare i tempi».


LA FIGURA DI TONY BLAIR

«Adesso è stata applicata la prima parte del progetto americano e bisognerà discutere sulla seconda parte. Il disarmo di Hamas riguarda la struttura internazionale che si dovrà dare alla Palestina, quindi è tutto frutto di dibattiti che dovranno ancora arrivati. Sarà un contesto internazionale, ripeto, noi siamo disposti a fare la nostra parte come Italia, perché per noi l’affabilità del Medio Oriente è fondamentale per tanti punti di vista: la pace innanzitutto, ma anche dal punto di vista economico. Teniamo presente che la rotta Suez-Mar Rosso è la rotta attraverso la quale passa il 40% del traffico commerciale marittimo italiano, come sapete, per difendere dagli attacchi degli Huthi che sono alleati dell'Iran. Noi abbiamo dovuto organizzare una missione militare, guidata dalla nostra marina militare, con spese e difficoltà, quindi la pace veramente aiuta anche il commercio, aiuta l'economia, questo assolutamente sì. Noi abbiamo interesse ovviamente a non vedere più centinaia, migliaia di morti, che era il primo obiettivo, ma poi anche dal punto di vista economico e commerciale abbiamo interesse che ci sia pace e stabilità in Medio Oriente».


FORZE ITALIANE A SOSTEGNO DELLA PACE

«Da quando si deciderà, se si deciderà, di avere una forza internazionale per governare e per unificare la Palestina, ma l'abbiamo sempre detto, possono esserci militari, possono esserci i carabinieri per garantire la sicurezza. Già abbiamo carabinieri che formano la polizia palestinese a Gerico. In più ci sono carabinieri all'ingresso di Rafah. I carabinieri già sono lì presenti, hanno sempre svolto un ruolo molto, molto positivo. Sono benvoluti della popolazione civile palestinese e hanno anche più rapporti con gli israeliani. Quindi questa è la cosa migliore da fare. Vedremo se ci sarà o non ci sarà. Noi diamo la nostra disponibilità a dare aiuti umanitari, partecipare alla ricostruzione e partecipare eventualmente alla gestione internazionale di una situazione che porti alla unificazione della Palestina».


IL CONFLITTO RUSSIA-UCRAINA

«La pace è ancora lontana, l'abbiamo sempre detto, l'ho detto anche i giorni in cui sono incontrati in Alaska Trump e Putin. La Russia non ha intenzione di concludere la guerra in tempi rapidissimi per una serie di motivi: intanto perché vuole conquistare più terreno, che sia un'operazione molto difficile, perché in tanti atti non è riuscito a ottenere grandi risultati, è stato un po’ un flop l'offensiva russa da un punto di vista militare con tanti morti, ma pochi risultati. Poi c'è il fatto che tutta l'industria russa è convertita in industria della difesa, quindi Putin non può cambiare in un colpo solo l'orientamento della sua industria. Poi ci sono milioni e mezzi di militari che vengono pagati 3 volte quanto vengono pagati gli operai, devi chiamare tutta questa gente in patria e dire adesso ti riduciamo in due pezzi quello che guadagni e creerebbe anche problemi sociali. Quindi, sono tante le cose che mettono in difficoltà Putin, in più essendo un autocrate deve far vedere al popolo russo che lui è forte, quindi non ha timore di confrontarsi con l'Occidente. Non credo affatto che egli voglia fare la persa guerra mondiale. Tutte le operazioni militari che si fanno, come i droni, strumenti che suonano al confine della Nato, dell'Europa, sono soltanto messaggi, un po' come facevano gli antichi che battevano la spada sullo scudo per intimorire l'avversario. Ecco, un po’ questi sono messaggi politici per dire “Noi ci siamo, voglio vedere come reagite voi, l’Europa e la Nato”. Non credo che a Putin convenga confrontarsi con la Nato perché le sue forze non sono superiori a quelle della Nato».


LA DENUNCIA PER CONCORSO IN GENOCIDIO

«Io credo che bisogni abbassare i toni. Per ricostruire la pace, bisogna avere una convivenza civile e il confronto politico è fondamentale nella democrazia, ma l’avversario politico non è mai un politico da battere. Si combattono le sue idee, mai combattere le persone in quanto tali. Questo credo sia un insegnamento fondamentale che io ho ricevuto da Berlusconi quando ho fondato con lui Forza Italia. Dobbiamo assolutamente snellire questo clima, perché c’è troppa violenza verbale e attenzione, perché cattivi mai visti, che poi vengono interpretati in maniera un po’ particolare, come ragazzi violenti, poi porta a quello che abbiamo visto nei giorni scorsi: distruzioni, attacchi alla polizia, ai carabinieri, alle guardie di finanza. Sono lavoratori che non hanno alcuna responsabilità di quello che succede a Gaza, come non hanno alcuna responsabilità i negozianti a cui sono state distrutte le vetrine o i lavoratori a cui sono state distrutte le macchine».


NOBEL DELLA PACE A TRUMP?

«Sembrava una bouade qualche mese fa, però se raggiunge l’obiettivo di pace tra Israele e Palestina, certamente un titolo di merito ci sta assolutamente. L’ha detto anche il Presidente Israeliano, se si arriva alla pace… Trump si è imputato su questa cosa e aveva ragione, perché dei risultati li sta ottenendo. Si può essere più o meno d’accordo con Trump e ci può stare o meno simpatico, ma, devo dire la verità, i risultati li sta raggiungendo».



Argomenti

Antonio Tajani
Gaza
Israele
pace
Palestina
tregua
Trump

Gli ultimi articoli di Redazione Web

  • X Factor 2025. Trionfa Rob con "Cento ragazze" e festeggia sotto una pioggia di coriandoli

    X Factor 2025. Trionfa Rob con "Cento ragazze" e festeggia sotto una pioggia di coriandoli

  • Coppa Italia. La Lazio batte il Milan e vola ai quarti di finale dove affronterà il Bologna

    Coppa Italia. La Lazio batte il Milan e vola ai quarti di finale dove affronterà il Bologna

  • Vicenza: donna agonizzante a  Torri di Quartesolo  nel cortile del palazzo dove abita, aveva un trauma cranico

    Vicenza: donna agonizzante a Torri di Quartesolo nel cortile del palazzo dove abita, aveva un trauma cranico

  • Il grido d'allarme di Antonio Marano, Presidente Confindustria Radio Tv, a RTL 102.5: "Le big tech non investono sul territorio. Stanno costruendo auto senza radio, la mobilità è il primo punto di riferimento dell'ascolto e della radiofonia"

    Il grido d'allarme di Antonio Marano, Presidente Confindustria Radio Tv, a RTL 102.5: "Le big tech non investono sul territorio. Stanno costruendo auto senza radio, la mobilità è il primo punto di riferimento dell'ascolto e della radiofonia"

  • Ponte dell'Immacolata: quasi 14 milioni di italiani in viaggio per una mini-vacanza, pesano i rincari

    Ponte dell'Immacolata: quasi 14 milioni di italiani in viaggio per una mini-vacanza, pesano i rincari

  • Corato: 15enne in rianimazione, travolto da una bici elettrica il  cui conducente si è allontanato senza prestare soccorso

    Corato: 15enne in rianimazione, travolto da una bici elettrica il cui conducente si è allontanato senza prestare soccorso

  • Ucraina: Colloqui a Mosca tra Putin e gli inviati del presidente Usa Trump, nessun compromesso sui territori

    Ucraina: Colloqui a Mosca tra Putin e gli inviati del presidente Usa Trump, nessun compromesso sui territori

  • Natale, caro trasporti: per tornare a Palermo conviene fare scalo a Varsavia

    Natale, caro trasporti: per tornare a Palermo conviene fare scalo a Varsavia

  • Carolina Cavalli e Benedetta Porcaroli presentano a RTL 102.5 il film “Il rapimento di Arabella”, nelle sale italiane dal 4 dicembre

    Carolina Cavalli e Benedetta Porcaroli presentano a RTL 102.5 il film “Il rapimento di Arabella”, nelle sale italiane dal 4 dicembre

  • Palmoli, udienza per la famiglia anglo-australiana: possibile ritorno dei figli dai genitori

    Palmoli, udienza per la famiglia anglo-australiana: possibile ritorno dei figli dai genitori