Arriva la "pelle elettronica": i robot avranno il senso del tatto

Arriva la "pelle elettronica": i robot avranno il senso del tatto

Arriva la "pelle elettronica": i robot avranno il senso del tatto Photo Credit: Possessed Photography su Unsplash


Un gruppo di scienziati ha progettato un materiale innovativo che riconosce gli stimoli aptici

Negli ultimi anni ci siamo abituati a leggere e a vedere sui social robot sempre più simili agli esseri umani. In questo senso, l’intelligenza artificiale ha contribuito a sviluppare modelli estremamente intelligenti, dotati di sistemi di apprendimento molto performanti, in grado di replicare fedelmente i comportamenti delle persone in carne e ossa. Su questa scia, le nuove frontiere della ricerca si stanno spingendo verso nuove sfide: dotare queste macchine di una sensibilità fisica che li renda in grado di processare anche stimoli afferenti al senso del tatto. A mettersi alla prova, realizzando un materiale adatto a questo compito, un gruppo di ricercatori guidato dall’Università britannica di Cambridge che ha pubblicato i risultati raggiunti sulla rivista Science Robotics.


La pelle elettronica

Non più solo macchine intelligenti, ma esseri capaci di elaborare una reazione sulla base di quello che i loro circuiti percepiscono sotto forma di stimolo aptico. Affinché questo salto fosse possibile, gli scienziati si sono dovuti ingegnare per creare dei sensori in grado di riprodurre (anche se in forma rudimentale) il senso del tatto. I ricercatori hanno messo a punto una sorta di “pelle elettronica” fatta di un materiale economico, flessibile, resistente e di facile produzione, capace di funzionare anche se avvolto intorno alle mani robotiche a mo’ di guanto. Il principio è semplice da comprendere a livello intuitivo (evidentemente meno a livello puramente tecnico): il tessuto riesce a convertire informazioni fisiche in segnali elettronici, traducendo la sensazione aptica in una “lingua” comprensibile dal software che comanda l’androide, ovviamente comandato da un’intelligenza artificiale.

Il robot rivestito con questa speciale cute è in grado di percepire il tocco delle dita, il contatto con superfici fredde o calde, i danni inferti da tagli. Inoltre, il materiale risulta particolarmente innovativo in quanto capace di processare più punti di contatto allo stesso tempo, rendendo l’esperienza di elaborazione più complessa, ma anche più fedele al reale.


L’innovazione

Questa pelle elettronica elaborata dal team di ricerca guidato dall’Università di Cambridge non è certo il primo esperimento condotto per provare a donare il senso del tatto ai robot. In passato era stato necessario ricorrere a più sensori installati contemporaneamente per distinguere le diverse tipologie di tocco. Una strategia che portava gli apparecchi a interferire tra loro, risultando poco efficienti.

Avere tanti sensori diversi porta a materiali difficili da realizzare”, spiega David Hardman, alla guida del gruppo di ricercatori. “Noi volevamo sviluppare una soluzione in grado di rilevare più tipi di tocco contemporaneamente, ma in un unico materiale. Allo stesso tempo avevamo bisogno di qualcosa che fosse economico e durevole, adatto a un uso diffuso”. Ecco allora l’idea veramente innovativa: sfruttare una gelatina con ottime capacità di conduzione elettrica, un idrogel, in grado di adattarsi a qualsiasi forma. "Non siamo ancora al livello di una pelle robotica buona quanto quella umana – afferma Thomas George Thuruthel, dello University College di Londra, co-autore dello studio - ma pensiamo che sia migliore di qualunque altra disponibile al momento".



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