Bologna ricorda Pasolini: una mostra e una retrospettiva per i 50 anni dalla morte del poeta
Bologna ricorda Pasolini: una mostra e una retrospettiva per i 50 anni dalla morte del poeta Photo Credit: Ansa/Luca Zennaro
30 ottobre 2025, ore 09:00
L’esposizione, curata da Gian Luca Farinelli, Marco Antonio Bazzocchi e Andrea Speranzoni, apre oggi alla Galleria Modernissimo, e resterà visitabile fino all’8 febbraio
Cinquant’anni dopo quella notte tra l’1 e il 2 novembre 1975, all’Idroscalo di Ostia, la figura di Pier Paolo Pasolini continua a interrogare il Paese. La città dove nacque nel 1922 e la sua Cineteca scelgono di celebrare il poeta, regista e intellettuale con due iniziative che uniscono memoria, arte e indagine civile: la mostra “Pasolini. Anatomia di un omicidio” e la Maratona Pasolini, retrospettiva cinematografica che attraversa l’intera produzione del suo cinema, dal primo film fino all’ultimo, controverso Salò o le 120 giornate di Sodoma.
UN’INDAGINE VISIVA E CIVILE
L’esposizione, curata da Gian Luca Farinelli, Marco Antonio Bazzocchi e Andrea Speranzoni, apre il 30 ottobre alla Galleria Modernissimo, e resterà visitabile fino all’8 febbraio. È un percorso che non si limita a ripercorrere le ultime ore di Pasolini, ma ricostruisce, con scrupolo da inchiesta, le settimane che precedettero la tragedia. Documenti d’archivio, materiali audiovisivi delle Teche Rai, ritagli di giornale e fotografie guidano il visitatore dentro un mosaico di passioni e conflitti che segnarono gli ultimi mesi di vita dell’autore. Nelle sale spiccano anche gli oggetti personali, la scrivania, i ritratti, i manoscritti, e una suggestiva ricostruzione della scena del delitto, con il “corpo” del poeta posto di fronte alla gigantografia dei curiosi che quella mattina del 2 novembre 1975 si affollarono all’Idroscalo. Un modo per restituire, come spiega Farinelli, “una ferita che non è mai stata davvero rimarginata da una verità processuale”.
LE PAROLE E LE IMMAGINI DI UN INTELLETTUALE SCOMODO
Nel percorso espositivo trovano spazio anche gli articoli che Pasolini pubblicò sul Corriere della Sera, tra cui il celebre “Io so”, il suo j’accuse contro i poteri italiani, ancora oggi manifesto di libertà intellettuale e coraggio civile. A fare da contrappunto, la sua ultima intervista, che chiude il percorso come una voce sospesa tra profezia e denuncia.
UN MESE DI CINEMA PASOLINIANO
Dal 1° novembre, accanto alla mostra, il Cinema Modernissimo ospiterà un’intera retrospettiva dedicata ai film e agli interventi televisivi del regista, dagli anni Sessanta al 1975. Ad aprire la rassegna sarà il restauro di Pasolini, un delitto italiano di Marco Tullio Giordana (1995), introdotto dallo stesso regista. “I suoi sono film ancora scottanti — ha spiegato Giordana — non sono ceneri spente, ma tizzoni: un cinema che oggi nessuno saprebbe fare, capace di raccontare la realtà senza infingimenti”. A mezzanotte, tra sabato 1 e domenica 2 novembre, la maratona raggiungerà il suo punto simbolico con la proiezione di Salò o le 120 giornate di Sodoma, l’ultima, disperata opera di Pasolini, seguita da documentari e film dedicati alla sua memoria.
Cinquant’anni dopo la sua scomparsa, Bologna riporta Pasolini al centro della scena. Un'occasione per ricordare che la sua voce, scomoda, poetica, irriducibile, continua a parlare, oggi più che mai, a un’Italia che non ha smesso di cercare la sua verità.



