Braschi dopo Sanremo 2017, Il mio scudo per non cadere

Braschi dopo Sanremo 2017: "Il mio scudo per non cadere"

Braschi dopo Sanremo 2017: "Il mio scudo per non cadere"


Il cantautore presenta a RTL.it il nuovo album di inediti "Trasparente" e il nuovo tour

L'avventura di Braschi nel Girone Giovani al Festival di Sanremo 2017 si è fermata subito (un po' a sorpresa) al primo girone eliminatorio. Il brano "Nel mare ci sono i coccodrilli" che parla di un tema attuale come l'immigrazione ma con gli occhi di un ragazzo "fortunato in mezzo alla vita che passa" ha anche scatenato polemiche con un carico di odio virtuale che Braschi è riuscito a schivare. L'album "Trasparente" (iMean Music & Management/Artist First) contiene otto brani inediti (più due bonus) in bilico tra chiaroscuri poetici che evocano la sensibilità di Lucio Dalla, alle sonorità più contemporanee. Un album intimo e personale che parla del percorso interiore verso l'amore assoluto per la musica, raccontato con assoluta onestà.
Mi è sembrato che tu non abbia preso molto bene l'eliminazione a Sanremo 2017, giusto?
Diciamo che mi è dispiaciuto non poter far ascoltare due volte su quel palco la mia canzone che ritengo fosse importante per il messaggio che conteneva e che meritasse di andare avanti. Me ne sono fatto una ragione, oggi riporterei ancora una volta quel pezzo. Non me ne pento.

"Nel mare ci sono i coccodrilli" è stata oggetto di critiche di Matteo Salvini, te lo aspettavi?
Sono rimasto basito per tutte quelle polemiche anche perché nei giorni a seguire ho ricevuto diversi messaggi di minacce a me e alla mia famiglia. Non pensavo che un semplice brano in cui racconto il mio essere fortunato rispetto a gente che viene da altri Paesi martoriati potesse scatenare tanto odio. Eppure è successo. Ormai ne parlo con distacco ma ammetto che in quel momento sono rimasto alquanto turbato nel leggere messaggi di gente che avrebbe voluto tagliarmi la testa.

Parliamo del disco. "Trasparente" parla della tua vita, di quando ti sei fermato perché quello che facevi non andava più bene...

E' stato il momento in cui ho deciso di non insistere più con la strada dell'avvocatura. Mi sono domandato spesso prima degli esami se quella fosse realmente la strada da percorrere. Mi sono posto mille domande anche per il periodo storico che stiamo vivendo e ho capito che era giusto dedicarmi completamente alla musica che è sempre stata uno sbocco necessario per me, anche fisicamente.

In "Occhiali a specchio" canti "Voglio solo non cadere", ci sei riuscito?

Questa canzone nasce da una persona che ho conosciuto per poco tempo ma che mi ha fatto riflettere. Portava gli occhiali da sole forse anche per non guardare le persone negli occhi e nascondersi. Un pochino mi ci sono riconosciuto e rispecchiato. Sono un po' schivo e vivo con distacco le cose, sono consapevole che questa cosa passi per spocchia e mi è successo di non apparire un "super amico" di tutti. Ma è solo filtro è uno scudo che mi metto per non cadere.

E' difficile avere a che fare con Braschi?
Ma no! Alla fine sono un buono e credo nell'umanità. Certo tra Federico e Braschi c'è un po' di differenza a volte... (ride, ndr)

Quali sono le "dosi d'amore" che fatichi a capire raccontate in "La sedia con le ali"?
E' una canzone difficile da raccontare perché parla di una vicenda molto intima. Il ritorno di mio nonno a casa che però per la demenza senile non si ricordava più di me, dei miei occhi. Allora abbiamo concentrato i nostri gesti nelle piccole cose un abbraccio, una carezza, un piccolo pezzo di pane che gli passavo. Le piccole "dosi d'amore". Io ho parlato di mio nonno ma potrebbe essere qualsiasi persona a cui vogliamo bene.

Ora cosa succederà?
Farò un mini instore in tutta Italia dove presenterò il disco e suonerò in acustico. Spero di preparare anche un tour vero e proprio che mi terrà impegnato in primavera e in estate. E poi vorrei tenere sempre aperto il canale americano con il mio album tradotto in lingua inglese.

Pensi di trasferirti lì?
Non credo. Per ora rimango a Milano, anzi sto ultimando il trasloco in questi giorni. In America ci sono stato ascoltando un discografico che mi ha incitato ad andarci perché "la musica in Italia sta morendo". La cosa che ho imparato da questa esperienza lì è che si può sempre ricominciare da zero, partendo da una foglio di carta bianca e lì puoi scrivere la tua storia. Ovunque tu sia in quel momento, in quel Paese. All'America rimarrò sempre legato.


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