"Canzoni da osteria" è il nuovo capitolo musicale di Francesco Guccini

"Canzoni da osteria" è il nuovo capitolo musicale di Francesco Guccini

"Canzoni da osteria" è il nuovo capitolo musicale di Francesco Guccini Photo Credit: Mattia Zoppellaro


Dopo "Canzoni da intorto" Guccini raccoglie parte del suo lungo repertorio in una nuova raccolta di quattordici tracce

Che Francesco Guccini sia un esperto di osterie è una favola. Lo ha precisato lui stesso a un'aula magna gremita alla Statale di Milano presentando le sue "Canzoni da osteria", il nuovo e ultimo progetto discografico che chiude il percorso nato lo scorso anno con le "Canzoni da intorto". Quattordici tracce, canti popolari, canti da osteria. E ancora una volta l'intero lavoro è disponibile esclusivamente in formato fisico. Niente streaming, niente piattaforme, la sua musica si ascolta acquistando il cd o il vinile. All'università la sala è divisa a metà, da un lato decine di giornalisti che Guccini lo seguono da una vita e dall'altro studenti che in fila aspettano di entrare anche solo per sentirlo parlare. Della sua musica, certo, e della sua vita, dell'Italia, delle osterie, le uniche tre che dice di aver frequentato. Quelle che chiudevano alle otto di sera e che di vino offrivano solamente due grandi categorie: "Il bianco e il rosso", ha raccontato sorridendo. Tra giornalisti e studenti c'era anche chi era un po' tutte e due le cose. Qualcuno nato alla fine del secolo e che ha ascoltato le sue prime canzoni su cd, quando ancora un MP3 era alta tecnologia. Qualcuno che in casa ha trovato i dischi dei genitori e con quelli ha iniziato a costruire una ancor modesta cultura musicale: De Gregori, De Andrè, Vecchioni, Guccini.


In osteria

Erano Sangiovese e Trebbiano quelle grandi varietà di vino. Un bicchiere costava venticinque lire, "e se ti veniva fame c'era un uovo sodo, con un po' di sale e un po' di pepe". A esagerare si spendevano mille lire (nemmeno un euro di oggi). I locali per fighetti erano altri, quelli in cui c'era "whisky à gogo". Quelle sere Guccini e altri studenti universitari di tutto il mondo - a Bologna a studiare medicina - quelle osterie le animavano con la chitarra. Da lì un repertorio enorme, che Dino Stewart di BMG ha raccontato di aver dovuto in qualche modo incardinare insieme a Guccini stesso a partire da un elenco di decine e decine di canzoni, che prima, l'anno scorso, sono diventate "Canzoni da intorto", aprendo un viaggio chiuso quest'anno con "Canzoni da osteria".


L'album

Quattordici tracce che partono con quella Bella ciao che è diventata l'inno della resistenza italiana, pur avendola almeno un po' cambiata, in quell'"invasor" diventato "oppressor" a voler omaggiare quanti hanno fatto di quella canzone anche il proprio inno di resistenza, oggi, contro la teocrazia al potere in Iran. E poi una raccolta di canti popolari, "veri e propri gioielli del repertorio nazionale e internazionale rivisitati in chiave strettamente personale". Tra le altre tracce, "Jacinto Chiclana ", "Amore dove sei", "Maria la guerza", "El caballo negro", "La tieta", "Il canto dei battipali", "Hava nagila", "The last thing on my mind", "La chacarera del 55 (con Flaco Biondini)", "La maduneina dal Baurgh 'd San Pir", "Cotton fields", "Sur" e "21 aprile". Gli arrangiamenti sono di Fabio Ilacqua che ne ha seguito anche la produzione artistica insieme a Stefano Giungato.


Il ritorno dopo dieci anni

"Canzoni da osteria" è la prosecuzione naturale di "Canzoni da intorto", uscito nel 2022, con cui Francesco Guccini è tornato a dieci anni dal suo ultimo album "L'ultima Thule", uscito nel 2012. "Canzoni da intorto" è stato certificato Disco di Platino, oltre ad aver vinto la Targa Tenco per la categoria “Interprete di canzoni” ed essere stato l'album fisico più venduto del 2022.


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