Compie sessant'anni l'impresa di Yuri Gagarin, a bordo di una navicella spaziale viaggiò intorno alla Terra

Compie sessant'anni l'impresa di Yuri Gagarin,  a bordo di una navicella spaziale viaggiò intorno alla Terra

Compie sessant'anni l'impresa di Yuri Gagarin, a bordo di una navicella spaziale viaggiò intorno alla Terra


Era Il 12 aprile del 1961, quando il cosmonauta sovietico Yuri Gagarin, a 27 anni e alle 9.07, ora di Mosca, stretto nella navicella Vostok 1, che in russo vuol dire ‘Oriente 1’, decollò per una destinazione fino ad allora solo immaginata dai romanzi di Jules Verne.

“Andiamo!”

Una sola parola, un’espressione diventata leggendaria: “Andiamo!”. La pronuncia Yuri Gagarin al momento del decollo, nella navicella Vostok 1, che viene guidata da terra da un computer. Il razzo lo porta oltre l’atmosfera. Gagarin percorre un’intera orbita ellittica intorno alla Terra alla velocità di poco più di 27 mila chilometri orari. L’altitudine massima dell’orbita è di 302 chilometri, la minima 175. Nella capsula in cui viaggia il cosmonauta russo ci sono un orologio, tre indicatori per gli impianti di bordo, e un piccolo mappamondo che indica la posizione di Vostok 1 intorno alla Terra, oltre agli oblò che consentono a Gagarin di ammirare per la prima volta nella storia dell’umanità il nostro Pianeta dallo Spazio. “Vedo la Terra. È blu, la sua descrizione del globo terracqueo, blu proprio per la componente dominante delle acque sulle terre emerse.

Una lunga strada verso l’esplorazione dello Spazio

Il volo di Gagarin ha aperto una nuova pagina nella Storia dell'Uomo ed è stato chiaro, fin dall'inizio, che quella strada avrebbe portato lontano, e avrebbe anche contribuito ad allentare dopo un primo difficoltoso inizio, le tensioni tra i due blocchi geopolitici Usa- Urss. La corsa allo spazio, otto anni dopo la prima circumnavigazione del Pianeta di Gagarin, porterà gli Stati Uniti allo sbarco sulla Luna, il 20 luglio del 1969. A cambiare del tutto lo scenario è stato, il 17 luglio 1975, l'aggancio in orbita di un modulo americano Apollo con la navetta russa Soyuz: per la prima volta un equipaggio americano e uno sovietico volavano insieme intorno alla Terra. Oggi questo incontro di nazionalità diverse è routine sulla Stazione Spaziale Internazionale, nata dalla collaborazione fra Stati Uniti, Russia, Canada, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Giappone. Tutti gli astronauti che hanno lavorato e continuano a lavorare lassù non possono fare a meno di notare che, vista da lì, la Terra non ha confini.

Luna e Marte, prossime fermate

A 60 anni dal volo di Gagarin si guarda al ritorno alla Luna, con il programma Artemis promosso dalla Nasa e al quale collabora l'Esa, l’Ente spaziale Europeo e nel quale anche l'Italia promette di avere un ruolo importante, con almeno 16 i progetti per le future basi lunari allo studio grazie all'accordo firmato da Thales Alenia Space (Thales-Leonardo) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Su Marte, invece, la cui orbita è ormai affollata di sonde e che conta tre rover attivi sul suo suolo, si prepara una delle prove più significative per il futuro dell'esplorazione: la possibilità del volo controllato di un drone, con il piccolo elicottero Ingenuity della Nasa arrivato sul pianeta rosso il 18 febbraio con il rover Perseverance.


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