Direttore Sanitario Istituto Spallanzani, Francesco Vaia in diretta questa mattina su RTL 102.5: “Basta con i messaggi catastrofici, bisogna far vaccinare i giovani”

Direttore Sanitario Istituto Spallanzani, Francesco Vaia in diretta questa mattina su RTL 102.5: “Basta con i messaggi catastrofici, bisogna far vaccinare i giovani”

Direttore Sanitario Istituto Spallanzani, Francesco Vaia in diretta questa mattina su RTL 102.5: “Basta con i messaggi catastrofici, bisogna far vaccinare i giovani”


Il Direttore Sanitario dell'Istituto Spallanzani Francesco Vaia è stato intervistato questa mattina in diretta su RTL 102.5 nel programma Non Stop News

Il Professor Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani di Roma è stato intervistato in diretta questa mattina nel programma ‘Non Stop News’ condotto da Giusi Legrenzi ed Enrico Galletti.

“Oggi l’età del contagiato si è abbassata ma non poteva essere diversamente, avendo messo in sicurezza le persone più fragili, over 70 e 80. Con le fasce più giovani è stata carente fino ad oggi, ma adesso si contagiano di più. Non bisogna mandare il messaggio catastrofico per cui la gente capisce che adesso si ammalano i quarantenni. Siamo noi che siamo predisposti ad accoglierlo o meno il virus, a seconda se usiamo il vaccino, che copre fino al 90% dal contagio e ci protegge oltre al 95% rispetto all’ospedalizzazione e alla mortalità. Sono questi i dati che vanno comunicati ai cittadini, e va detto loro di vaccinarsi. I dati dicono che le persone che si contagiano sono le persone non vaccinate, quelle solo con la prima dose, o asintomatici o lievemente asintomatici”.

La vaccinazione dei giovani

“Perché responsabilizzare i giovani? I giovani devono uscire e andare in vacanza, il problema è come li proteggiamo. Il messaggio che dobbiamo dare ai giovani è che se mi vaccino mi posso permettere tutto: il bacio, fare l’amore, andare ai concerti. Il compito è nostro, quello di disciplinare gli ingressi e dire ai ragazzi con termini elementari che se si vaccinano, oltre a proteggere se stessi, proteggono i loro familiari. Non voglio più sentire che i ragazzi sono degli untori: se vacciniamo vaste fasce di popolazione, noi chiudiamo la circolazione del virus, il nemico è alle corde, serve il colpo del k.o. I giovani dovrebbero essere i protagonisti di questo movimento di liberazione: il nostro slogan deve essere ‘io mi amo’, uno slogan di battaglia”.

“Noi dobbiamo distinguere gli errori della comunicazione dal dato fattuale: abbiamo quattro vaccini che sono sufficienti per evitare l’ospedalizzazione, questo è il dato. I media ci hanno sempre aiutato, ma in questa fase vedo troppi titoli sparati in prima pagina, prima era il collega di turno che voleva andare in prima pagina, adesso sono i media stessi”.


Le varianti

“Se si è vaccinati, il rischio di essere contagiati dalla variante è tra lo 0 e l’8%, e se mi contagio non vado in ospedale, questo è il messaggio chiarissimo. Bisogna capire quanto sarà persistente l’efficacia e capire in breve tempo se fare una dose di richiamo e questo è un altro argomento insieme agli anticorpi monoclonali, che sono pronti sia per darci la terapia nei primissimi giorni e anche probabilmente una profilassi attiva per 6/9 mesi”.

Green pass

“Non deve essere utilizzato come una clava, il tema è che deve essere un premio, se hai il green pass ti puoi permettere sempre più cose, è un atto di premialità, mi consente di non fare più i tamponi, le quarantene, libertà assoluta, non è pensabile che rimaniamo chiusi per sempre, bisogna aprire e vaccinarsi, se crediamo ai vaccini, andiamo avanti”.

Il vaccino italiano ReiThera

“Si sono create troppe leggende metropolitane, quando fai una cosa ti attaccano da tutte le parti: noi abbiamo fatto la fase uno ed è andata bene, la fase due l’abbiamo controllata scientificamente, e per la fase tre stiamo mettendo in campo la nostra disponibilità scientifica e se qualche paese vorrà finanziare la fase tre bene, avremo un altro vaccino a disposizione dell’universo mondo”.



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