Educazione finanziaria a scuola: bilancio del primo anno tra entusiasmo, criticità e prospettive

Educazione finanziaria a scuola: bilancio del primo anno tra entusiasmo, criticità e prospettive

Educazione finanziaria a scuola: bilancio del primo anno tra entusiasmo, criticità e prospettive


Presentata oggi a Roma una ricerca che ha fatto il punto della situazione

Si è svolto oggi a Roma, presso la Sala Matteotti della Camera dei Deputati, il convegno “Educazione finanziaria a scuola. Facciamo il punto!”, durante il quale sono stati presentati i risultati della ricerca condotta da Alleanza Assicurazioni e AIEF (Associazione Italiana Educatori Finanziari), in collaborazione con la Fondazione Mario Gasbarri e l’istituto BVA Doxa. Lo studio, patrocinato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha analizzato l’impatto del primo anno di applicazione della legge che ha introdotto l’educazione finanziaria nei programmi scolastici italiani a partire dall’anno scolastico 2024-2025. I dati hanno restituito un quadro complesso ma promettente: grande interesse da parte degli studenti, forte apprezzamento delle famiglie, ma anche diverse lacune sul fronte della formazione e dei materiali a disposizione dei docenti. Il primo anno si è dunque concluso con segnali incoraggianti ma anche con la consapevolezza della strada ancora da percorrere. Come emerso dai dati, l’educazione finanziaria può diventare un pilastro fondamentale per la crescita delle nuove generazioni, ma occorrono interventi strutturati, risorse adeguate e un coordinamento più efficace per garantire pari opportunità a tutti gli studenti italiani.


I numeri

La ricerca, basata su un campione di 1.000 genitori e insegnanti e su un focus più approfondito con 90 docenti coinvolti nel programma “Edufin a scuola”, ha messo in luce che solo il 50% delle scuole italiane aveva effettivamente avviato percorsi di educazione finanziaria entro aprile 2025. Nei casi in cui la materia era stata introdotta, ciò era avvenuto per metà all’interno delle ore di educazione civica, come previsto dalla normativa, per il 40% attraverso altre discipline (come matematica o diritto), e nel restante 10% senza una collocazione precisa. Nonostante una diffusione ancora parziale, la risposta degli studenti è stata entusiasta: il 98% ha partecipato attivamente alle lezioni, confermando l’efficacia di un approccio didattico esperienziale e vicino alla realtà quotidiana.


Soddisfazione per studenti, insegnanti e genitori

Anche i genitori hanno espresso fiducia e sostegno verso questa novità: l’88% ha dichiarato di aver notato una maggiore curiosità nei figli verso temi economici, e 7 su 10 hanno affermato che la presenza dell’educazione finanziaria potrebbe influenzare in futuro la scelta della scuola. Tuttavia, è emersa anche una chiara richiesta di contenuti più strutturati e approfonditi, soprattutto per gli studenti delle scuole superiori: oltre metà dei genitori ha indicato come prioritaria l’educazione alla gestione del denaro personale e alla prevenzione delle truffe, soprattutto digitali. Per i più grandi, è stata richiesta l’introduzione di concetti più tecnici come rischio/rendimento e strumenti finanziari.


Cosa fare ora

Il convegno ha evidenziato come la famiglia continui a svolgere un ruolo primario nell’educazione finanziaria dei giovani, ma anche come l’introduzione della materia a scuola rappresenti un’occasione preziosa per colmare le disuguaglianze educative di origine socioeconomica. I risultati hanno mostrato che, laddove le scuole hanno attivato collaborazioni con enti specializzati, come AIEF e Alleanza, i docenti si sono dichiarati più soddisfatti e supportati. In particolare, 9 su 10 hanno valutato positivamente i contenuti ricevuti, mentre 6 su 10 hanno auspicato una collaborazione continuativa con soggetti esterni per la formazione.


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