Gaffe leggendaria sulla Juventus...

L'incidente è un classico, vale come l'andare in onda alla radio per caso, convinti di trovarsi davanti a un microfono spento. A quel punto, può accadere di tutto. Anche una figuraccia epocale, l''epic fail', per cui non basteranno le scuse ufficiali via-Twitter.

L'errore del quotidiano della 'Free Press' Leggo è clamoroso: a Milano, il giornale è andato in stampa e in distribuzione con una pagina sportiva, ancora in versione di prova, con un titolo di grande evidenza, che recitava: "Pezzone sulla Rubentus". Più chiaro di così...

Apriti cielo: la Rete si è letteralmente scatenata, contro Leggo. A nulla sono valse le precipitose scuse via Twitter, mentre il giornale riusciva almeno a evitare la figuraccia nelle altre edizioni, sparse per l'Italia.

Per i tifosi della Juventus, infatti, quella storpiatura - Rubentus - è quanto di più odioso ci sia. E' il simbolo dell'antijuventinità, la sintesi perfetta per tutti quelli che detestano le vittorie bianconere. Anzi, non si rassegnano ai successi del Campioni d'Italia, riconducendoli sempre a favoritismi e sudditanze psicologiche, di cui il dibattito calcistico in Italia è pieno da decenni.

Vederlo stampato nero su bianco è uno schiaffo per chi ha il cuore bianconero. Ha il sapore dell'ingiustizia, che si ripete. Per la stragrande maggioranza degli juventini, infatti, Calciopoli non è stata e non sarà mai dimenticata, restando una ferita aperta sull'onore della squadra più vincente d'Italia. Sull'altro fronte della barricata, fra coloro che non si rassegnano, 'Rubentus' è un piccolo risarcimento a tutti quei tifosi, convinti di essere stati scippati di gioie e vittorie dalla Juve e dai suoi inconfessabili amici.

'Rubentus', dunque, non è un semplice sfottò, è l'eterna Italia dei Guelfi e Ghibellini e del Palio di Siena. Sempre pronta a esultare per una disgrazia altrui, piuttosto che per un trionfo proprio.  

L'Italia che porta un titolista a scrivere 'Rubentus', in una pagina di prova, per sfottere il collega juventino. Poi, quella pagina va malauguratamente in stampa, il titolista si costerna pubblicamente, ma intimamente magari gode.

Perché i Guelfi e Ghibellini sono così, anche un po' masochisti, ma vuoi mettere lo sfizio...