Giornata della Memoria, una mostra svela per la prima volta completamente il volto italiano della Shoah

Giornata della Memoria, una mostra svela per la prima volta completamente il volto italiano della Shoah

Giornata della Memoria, una mostra svela per la prima volta completamente il volto italiano della Shoah


“Dall’Italia ad Auschwitz”, esposizione ospitata da oggi nella sede della Fondazione Museo della Shoah a Roma, fa conoscere per la prima volta il ‘volto’ italiano della deportazione nei lager nazisti

Chi partì sui treni dell’orrore dall’Italia, in direzione di quello tra i campi di concentramento più tristemente noto, Auschwitz- Birkenau? La storia dei deportati italiani durante la persecuzione nazi-fascista ricostruita attraverso le immagini fotografiche, i dipinti e i disegni realizzati da artisti sopravvissuti, si concretizza ancora di più e viene attualizzata nella mostra “Dall’Italia ad Auschwitz”, a cura di Marcello Pezzetti e Sara Berger, ospitata da oggi, in modo permanente, nella sede della Fondazione Museo della Shoah a Roma, nella Casina dei Vallati. La mostra si avvale del patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, dell’UNAR Ufficio Nazionale Anti - discriminazioni Razziali del Dipartimento per le Pari Opportunità, della Regione Lazio, di Roma Capitale, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, della Comunità Ebraica di Roma, dell’Associazione Figli della Shoah e in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione.

Il racconto dei deportati italiani ad Auschwitz, tra loro anche rom e prigionieri politici

Quando si pensa ad Auschwitz si pensa e si ricorda il genocidio degli ebrei perseguitati dal Terzo Reich, ma tra loro, partirono sui famigerati treni dell’orrore anche prigionieri politici non ebrei, e rom, uomini e donne. Questa esposizione descrive la storia di tutte le persone arrestate tra il 1943 e il 1944 nel territorio italiano e deportate nel complesso concentrazionario di Auschwitz-Birkenau. In particolare, racconta ai microfoni di RTL 102.5 il presidente della Fondazione Museo della Shoah, Mario Venezia, "Sono stati ritrovati due trasporti speciali che non erano stati censiti fino a ora, in cui furono deportati moltissimi italiani non ebrei; si tratta in particolare di prigionieri politici e di 1400 deportati non ebrei, per la maggior parte donne".  Quindi, dall'Italia arrivavano ad Auschwitz, deportati di origini ebraiche – spesso interi blocchi familiari –, compresi gli ebrei stranieri che negli anni precedenti avevano cercato rifugio nella penisola e gli ebrei che risiedevano nelle isole del Dodecaneso, nella quasi totalità di nazionalità italiana. Ma, grazie alle indagini storiografiche condotte, si è scoperto che la realtà della deportazione “politica” – nella quasi totalità costituita da donne residenti nel territorio dell’Adriatisches Küstenland (Litorale Adriatico) – è ben più consistente rispetto a quella proposta fino ad ora dalla storiografia e che la deportazione ha toccato anche un piccolo numero di rom – dato fino ad oggi sconosciuto –, anch’essi arrestati nell’Adriatisches Küstenland.

La vita quotidiana nel lager raccontata da foto e disegni dei prigionieri

A raccontare ciò che accadeva dietro ai cancelli di Auschwitz-Birkenau dal 1940 al 1943, ovvero del periodo precedente l’arrivo dei primi prigionieri giunti dall’Italia, e poi in seguito ci sono fotografie che ritraggono tutte le tappe della drammatica esperienza nel lager. Ma oltre alle foto, sono stati raccolti anche disegni e dipinti di prigionieri sopravvissuti che documentano alcune realtà sfuggite alla documentazione fotografica. Un altro aspetto che attraverso questa mostra viene evidenziato è la scoperta della rilevante consistenza della deportazione dei “politici” non ebrei e la presenza nei convogli di rom, donne e uomini. Nel corso della ricerca è emersa la notevole consistenza, nei vari trasporti, di coniugi e figli di matrimoni misti così come la loro specifica sorte all’interno del campo. Tutto il lavoro messo in campo per realizzare la mostra, in prospettiva, diventerà fondamentale per la creazione del nuovo memoriale italiano nel Blocco 21 di Auschwitz che si arricchirà così di una serie di testimonianze totalmente inedite.


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