Gli ottanta anni di un predestinato: Gianni Rivera, il Golden Boy del calcio

Gli ottanta anni di un predestinato: Gianni Rivera, il Golden Boy del calcio

Gli ottanta anni di un predestinato: Gianni Rivera, il Golden Boy del calcio Photo Credit: foto agenzia fotogramma.it


Oggi, 18 agosto, è l’ottantesimo compleanno di Gianni Rivera, un predestinato nel mondo del calcio

Oggi, 18 agosto 2023 ricorre l'ottantesimo compleanno di una leggenda del calcio italiano: Gianni Rivera. Ex bandiera del Milan, lui che giovanissimo, a soli 16 anni, debuttò in serie A e che nella sua carriera ha vinto tutto quello che c'era da vincere e che ha, forse un solo rimpianto: non avere conquistato il titolo di Campione del Mondo con la Nazionale, dopo essere entrato nella leggenda anche qui. È lui, Gianni Rivera, l'uomo che con un suo mitico gol permise all'Italia di battere la Germania 4-3 e di arrivare in finale al Mondiale del Messico nel 1970. Una rete che è diventata uno spot per il calcio. In una intervista Rivera si definì modestamente non un calciatore, ma solo uno che gioca a pallone.


Io c'ero

Sì, posso dire io c'ero ed ho seguito quasi tutte le tue "imprese". Ero a San Siro, tra gli 80 mila spettatori, ero al secondo anello, in attesa del fischio d'inizio di una partita molto attesa, dopo la notte buia di Verona '73, quando tu, Gianni Rivera, il 6 maggio 1979, da centrocampo, prima di Milan-Bologna, gara che avrebbe assegnato lo sudetto della Stella ai rossoneri, lanciasti un drammatico appello ai tifosi a spostarsi dalle prime file del secondo anello, che era stato dichiarato inagibile perché pericolante. Tutti gli appelli lanciati dalle autorità erano caduti nel vuoto, ma tu riuscisti là dove nessun altro aveva fatto centro. E noi, da bravi soldatini, in attesa di dare il via alla nostra battaglia finale (la festa per la conquista del tanto atteso scudetto della Stella) ci spostammo più indietro, stringendoci, perché non potevamo mancare a questo importante appuntamento. In quel frangente ho capito quanto grande era l'uomo Gianni Rivera. Il calciatore lo conoscevo già. Avevo la tua maglietta, quella con il numero 10. Ma dopo quella partita hai lasciato il calcio giocato.


La carriera

Gianni Rivera è nato ad Alessandria il 18 agosto 1943, tira i primi calci ad un pallone con la squadra della sua città. L’esordio è in una Alessandria-Inter il 2 giugno del 1959 a non ancora 16 anni. E già si prospetta per lui una grande carriera. Lo nota il Milan che lo tessera, anche se l’allora presidente era molto scettico su questo giovane. Angelo Rizzoli disse di aver speso un sacco di soldi per un giocatore di cui nemmeno conosceva il nome. Fu ben ripagato. Nel 1962, a soli 18 anni, Gianni Rivera venne chiamato in Nazionale, ma questo è anche l’anno in cui con la maglia del Milan vince lo scudetto da protagonista, tanto che Gianni Brera lo ribattezza “Golden Boy”, dopo averlo definito “abatino” perché a vista aveva un fisico non proprio da gladiatore. Eppure, quel giocatore dal fisico gracilino nel 1969, vince il Pallone d'oro. Il primo italiano a conquistare l’ambito trofeo. Una bandiera che nel 1975 rischiava di essere ammainata anzitempo perché l'allora presidente Albino Buticchi aveva intenzione di venderlo al Torino. Lui minacciò di lasciare il calcio, i tifosi si schierarono con lui. Fu così che a cedere fu Buticchi che lasciò il Milan. Il Golden boy gioca ancora quattro anni, fino a quando il presidente Felice Colombo lo vuole come vice. Poi arriva Berlusconi e nel 1986 la bandiera di Gianni Rivera viene ammainata. Molla il calcio e si dà alla politica. Ma questa è una storia che a noi non interessa. A 80 anni, invece, ha un’altra idea in testa: quella di diventare allenatore. Gianni Rivera è stato una bandiera nel Milan, giocando ben 658 partite e segnando 164 gol. Con la maglia rossonera ha vinto lo scudetto nel 1962, nel 1968 e quello della Stella del 1979. Due le Coppe dei campioni conquistate, quella del 1963 e quella del 1969. Ma ci sono anche due Coppe delle coppe (1968, 1973) e una Coppa intercontinentale nel 1969.


Rivera e gli arbitri

Può un arbitro decidere il destino di una partita? Prima della Var forse sì. Gianni Rivera era convinto che proprio gli arbitri giocassero per danneggiare il Milan. Nel 1972 fu squalificato per quattro mesi per aver attaccato il selezionatore arbitrale Giulio Campanati. L’anno dopo toccò a Concetto Lo Bello finire nelle sue critiche. Fu lui ad arbitrare la partita della “Fatal Verona”.


La Nazionale

Un rapporto non facile quello tra Gianni Rivera e la Nazionale. Anche se nel collettivo resta quel gol nella semifinale del 4 a 3 con la Germania ai Mondiali del Messico che è uno spot per il calcio, come la rovesciata di Pelè in un famoso film “Fuga per la vittoria”.


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