Il doppio cognome da oggi in Italia può essere dato ai neonati, in Gazzetta Ufficiale la sentenza della Consulta

Il doppio cognome da oggi in Italia può essere dato ai neonati, in Gazzetta Ufficiale la sentenza  della Consulta

Il doppio cognome da oggi in Italia può essere dato ai neonati, in Gazzetta Ufficiale la sentenza della Consulta


Cosa accade e a chi, da oggi, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della storica sentenza della Corte Costituzionale?

Novità all'anagrafe

La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale  della sentenza emessa lo scorso 27 aprile dalla Corte Costituzionale ha efficacia immediata per chi sarà registrato all'anagrafe da oggi: ai neonati potrà essere attribuito il doppio cognome o anche solo quello della mamma o del papà.  Insomma tutti i bimbi che ancora non sono stati dichiarati all'anagrafe prenderanno il doppio cognome, nell'ordine stabilito dai genitori, o anche solo quello di uno di loro di comune accordo. Se non ci sarà l'intesa sull'ordine dei due cognomi la questione sarà risolta dal giudice, il cui intervento è già previsto dall'ordinamento giuridico in tutti i casi di disaccordo su scelte riguardanti i figli. Tutto ciò, finché non sarà il Parlamento a intervenire con una legge, dettando eventualmente, altre modalità di attuazione del nuovo corso anagrafico

Ora serve una legge

Sulla necessità di regolamentare l'orientamento dettato dalla Consulta è stata subito d'accordo la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti:"Ora tocca al Parlamento, andiamo avanti", questa la sua sollecitazione. Sono diverse le proposte presentate al Senato e alla Camera. E sono soprattutto le parlamentari del Pd a spingere perché ora si acceleri sulla legge.

Perché un doppio cognome?

Redatta da una giudice donna, Elisabetta Navarretta, la sentenza  della Corte Costituzionale chiarisce le ragioni per le quali l'attribuzione automatica del cognome paterno, che era prevista dall'articolo 262 del Codice civile e da svariate altre norme, sia in contrasto con i principi costituzionali e con la Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo. Quell'automatismo "si traduce nell'invisibilità della madre" ed è il segno di una diseguaglianza fra i genitori, che "si riverbera e si imprime sull'identità del figlio". Il cognome "collega l'individuo alla formazione sociale che lo accoglie " e "si radica nella sua identità familiare", perciò deve "rispecchiare e rispettare l'eguaglianza e la pari dignità dei genitori". Lo stesso, eventuale, accordo fra i genitori per attribuire un solo cognome presuppone una regola che ripristini la parità, poiché, senza eguaglianza, spiegano i giudici, mancano le condizioni per un autentico accordo.

Rischio meccanismo moltiplicatore

Dalla Corte si segnalano poi i rischi di generare caos e di dar vita a un meccanismo moltiplicatore dei cognomi se non interviene il legislatore.  Va tutelato inoltre, secondo i giudici della Consulta, "l'interesse del figlio a non vedersi attribuito un cognome diverso rispetto a quello di fratelli e sorelle". A queste questioni  si potrebbero tentare alcune vie: innanzitutto,  rendendo la scelta del cognome, attribuito al primo figlio, vincolante anche per i suoi fratelli e sorelle. Per scongiurare il meccanismo moltiplicatore, sarebbe opportuno - è il suggerimento della Corte- che il genitore titolare del doppio cognome ne scelga uno solo, sempre che i genitori non optino per l'attribuzione del doppio cognome di uno di loro. "Le motivazioni della Corte Costituzionale -  ha scritto su Twitter Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo - spiegano con estrema chiarezza perché è necessario che il Parlamento approvi una legge sul cognome materno. Sul tema ci sono proposte sia alla Camera (una a mia prima firma) che al Senato. Perché aspettare ancora? E' arrivata l'ora".


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