"Il ragazzo dai pantaloni rosa" diventa un remake americano con la regia di Nick Cassavetes
"Il ragazzo dai pantaloni rosa" diventa un remake americano con la regia di Nick Cassavetes Photo Credit: Ufficio Stampa EAGLE PICTUTES
23 settembre 2025, ore 16:30
A portare il film oltreoceano sarà la penna di Roberto Proia, autore anche della sceneggiatura originale, affiancato dallo sceneggiatore e regista statunitense Michael Gallagher
Dai corridoi di una scuola italiana al cuore del cinema statunitense: Il ragazzo dai pantaloni rosa, il film che ha commosso e scosso l’Italia, si prepara a parlare inglese e a conquistare il pubblico americano, sotto la direzione di Nick Cassavetes, regista di Le pagine della nostra vita e John Q.
Il lungometraggio, campione d’incassi nel nostro Paese con oltre 9 milioni di euro al box office, racconta la storia vera e straziante di Andrea Spezzacatena, il quindicenne romano vittima di bullismo scolastico e cyberbullismo, morto suicida nel 2012.
Un’opera intensa, diretta con sensibilità da Margherita Ferri, che nel nostro paese è stato in grado di superare i blockbuster hollywoodiani (Wicked incluso) diventando un fenomeno culturale capace di generare dibattito e riflessione anche a teatro, con un musical in arrivo a febbraio.
“UN FILM CON LE CARATTERISTICHE DI UN GRANDE PROGETTO”
A portare Il ragazzo dai pantaloni rosa oltreoceano sarà la penna di Roberto Proia, autore anche della sceneggiatura originale, affiancato dallo sceneggiatore e regista statunitense Michael Gallagher.
Il progetto sarà prodotto da Tarak Ben Ammar per Eagle Pictures insieme a Mark Burg, storico collaboratore di Cassavetes. La trasposizione americana, ambientata negli Stati Uniti, amplierà il ruolo del personaggio della madre di Andrea, ispirato a Teresa Manes, divenuta attivista dopo la tragica scomparsa del figlio e autrice di un libro toccante in cui ha raccontato la sua storia.
“Questo film ha tutte le caratteristiche di un grande progetto”, ha dichiarato Cassavetes. “Famiglia, adolescenza, primo amore, ma anche un durissimo promemoria: ogni ragazzo, anche quello che sembra il più forte, è fragile e ha bisogno di essere ascoltato”. Il regista ha sottolineato l’importanza della figura materna, che definisce “un ruolo femminile forte e riconoscibile”.
E sull’impatto del racconto, non ha dubbi: “È un pugno nello stomaco. È una potenza”.
“È RIUSCITO A PARLARE A TUTTI CON GRAZIA E INTENSITÀ’”
Ben Ammar ha ribadito che la storia di Andrea non è un caso isolato né esclusivamente italiano. “Il bullismo, anche quello digitale, è un dramma globale. Il cinema ha la responsabilità di affrontarlo, e questo film può fare la differenza”.
Anche Mark Burg ha ricordato la sua prima reazione dopo la visione del film originale: “Mi ha lasciato senza parole. È riuscito a parlare a tutti con grazia e intensità, un equilibrio raro. Il primo nome che mi è venuto in mente per la regia è stato quello di Nick, con cui avevo già lavorato su John Q, un altro racconto in cui le emozioni illuminano le pieghe più cupe del reale”.
E chissà, forse anche questa volta, sarà proprio un paio di pantaloni rosa a smuovere le coscienze.



